6 giugno 2018

Capitolo 2 - L'Esempio della Palla da Biliardo

Abbiamo costruito una civiltà in cui gli elementi più cruciali dipendono profondamente dalla scienza e dalla tecnologia. Abbiamo anche organizzato le cose in modo che quasi nessuno capisca la scienza e la tecnologia. Questa è una ricetta per il disastro. Potremmo cavarcela per un po', ma prima o poi questa miscela combustibile di ignoranza e potere ci esploderà in faccia.
- Carl Sagan

Quando le persone credono che le fai pensare, ti ameranno, ma quando le fai davvero pensare, ti odieranno.
- Don Marquis

A. Introduzione

Immediatamente dopo gli eventi dell'11 settembre 2001, il governo degli Stati Uniti proclamò con certezza che gli aggressori furono 19 kamikaze arabi sotto la guida di Osama bin Laden. Rapidamente seguirono delle dichiarazioni "autorevoli", tramite NOVA ed alcuni accademici, su ciò che aveva fatto crollare le Torri del WTC. Questo precoce consenso pubblico delle "autorità" fu che gli edifici non erano stati in grado di resistere all'orrendo assalto dovuto agli impatti degli aerei ed al calore degli incendi successivi.

Da quel momento, sono sorte domande sulla veridicità della Teoria Ufficiale riguardo agli eventi dell'11/9. Un settore di particolare interesse è stato il "crollo" della Torri del WTC. Le Torri potrebbero davvero essere state abbattute in conseguenza degli apparenti attacchi aerei contro di esse?

B. Il Valore della Semplicità

L’obbiettivo dell’esempio della palla di biliardo, introdotto nel primo capitolo e discusso nel secondo capitolo, è stabilire se la Versione Ufficiale sia degna di credibilità e meriti dunque di essere considerata veritiera. Nel fare ciò, occorre ricordare che la dimostrazione non deve essere necessariamente complicata. Cosa possiamo dimostrare attraverso l’uso di modelli semplici di situazioni complicate? Supponiamo che vi dica che ho corso fino al negozio (distante 10 miglia) e poi alla banca (altre 5 miglia), poi al cinodromo (7 miglia in più), poi a casa di un amico (altre 21 miglia) e poi a casa…tutto in 2 minuti. Per smentire la mia storia potreste ragionare che il record mondiale della corsa del miglio è 3 minuti e 43 secondi, cioè sotto 4 minuti. Di conseguenza non appare possibile correre 40 miglia sotto i 2 minuti.

Non dobbiamo dimostrare esattamente in quanto tempo avrei dovuto correre quella distanza. Ne dobbiamo dimostrare quanto tempo in più ci avrei messo se mi fossi fermato a piazzare una scommessa al cinodromo. Per confutare la mia versione, occorre provare che il racconto che è stato fornito non è fisicamente possibile.

Consideriamo ora se i tempi di crollo che sono stati forniti siano possibili quando li valutiamo entro i limiti della versione ufficiale.

C. Tempo Trascorso: Quanto Tempo hanno Impiegato le Torri a Scomparire?

Tre fonti hanno fornito dati e/o opinioni sui tempi di crollo delle torri del WTC:
  1. La Versione Ufficiale, come fornita nel 9/11 Commission Report (www.911commission.gov/report/911Report_Ch1.htm)
  2. I dati sismici associati al terreno che tremava durante i crolli, registrati dai sismografi del Columbia University’s Seismology Group (usato dal NIST nel loro rapporto: pag.37 (ovvero pag.87 di 289 del pdf) https://ws680.nist.gov/publication/get_pdf.cfm?pub_id=909017)
  3. Ricercatori indipendenti che hanno tentato di misurare i tempi di crollo attraverso diversi metodi usando analisi video.
Secondo il 9/11 Commission Report, "alle 9:58:59 la Torre Sud (WTC 2) è crollata su se stessa in 10 secondi, creando una feroce tempesta di vento e un’enorme nube di detriti."

L’August Fact Sheet (Answers to Frequently Asked Questions, domanda 6: https://www.nist.gov/pba/national-institute-standards-and-technology-nist-federal-building-and-fire-safety-investigation) del NIST afferma che il “NIST ha stimato che i primi pannelli esteriori abbiano colpito il terreno in circa 11 secondi per WTC 1 e circa 9 secondi per WTC 2 dopo l’inizio dei crolli. I tempi sono basati sui (1) tempi misurati nei video e i (2) segnali sismici registrati a Palisades, NewYork, che furono calibrati tenendo conto dei tempi di trasmissione delle onde da Lower Manhattan (NCSTAR 1-5a).” 

Attribuiremo dunque ai tempi di crollo il valore di 10 secondi per la Versione Ufficiale
Il Columbia University’s Seismology Group ha registrato eventi sismici della durata di 10 secondi e 8 secondi rispettivamente per WTC 2 e per WTC 1.

Informazioni basate sui dati sismici raccolti a Palisades New York: http://www.ldeo.columbia.edu/LCSN/Eq/20010911_WTC/fact_sheet.htm e 

Siccome l'esatta natura di cosa abbia provocato il crollo delle torri è ignota al momento, risulta difficile attribuire un significato chiaro alle evidenze sismiche. Tuttavia, per i nostri scopi interpretiamo tale evidenza come un suggerimento che il tempo dei crolli sia vicino a quello di caduta libera.

Come indicato poc'anzi, la terza fonte di dati/opinioni riguardo i tempi dei crolli proviene dai ricercatori indipendenti ed è basata sull'esamina dei video disponibili. Qui abbiamo una gamma di tempi che va da circa 9 secondi fino a 15 secondi o addirittura 18 secondi (anche se i tempi più lunghi si basano su ragionamenti dubbi). Il problema di determinare i tempi in base ai video è che la fase finale dei crolli è oscurata dalle enormi nubi di polveri prodotte dai crolli. In più, c'è la questione se i video riflettano o meno il tempo effettivo in maniera fedele, potendo essere affetti da sottili distorsioni come la velocità di avanzamento del nastro di registrazione. Dalle evidenze disponibili, assumiamo che il tempo di crollo sia nell'intervallo tra i 9 secondi e i 15 secondi. 

Tuttavia, il nostro scopo è stabilire se la Versione Ufficiale sia credibile. Per questo motivo adotteremo ipoteticamente il valore pubblicato nel 9/11 Commission Report, pari a 10 secondi, come tempo di crollo.
Prima di procedere nell'analisi chiediamoci se questo lasso di tempo ci sembri un tempo ragionevole per giustificare un collasso completo, dovuto alla sola gravità, di edifici alti 1/4 di miglio.

A questo punto la Dr. Wood riprede il modellino, visto nel capitolo 1, della palla da biliardo che cade in caduta libera nel vuoto dal tetto del WTC 1 da un altezza di 1368 piedi, pari a circa a 417 metri. Come dimostrato nel Capitolo 1 il tempo impiegato è di 9.22 secondi.

D. Caso 1: Caduta Libera dal Tetto del WTC 1

Usando una palla da biliardo come dispositivo di cronometraggio, consideriamo il tempo minimo che impiegherebbe la palla da biliardo blu per colpire il suolo, una caduta di oltre 1/4 di miglio (vedi fig.1). Faremo partire il cronometro all'istante in cui la palla viene fatta cadere dal tetto del WTC 1 e supponiamo che la caduta avvenga nel vuoto, senza alcuna resistenza dell'aria. (Notare che le grandi sezioni di edificio avranno un rapporto superficie-massa molto basso, quindi anche nel loro caso la resistenza dell'aria può essere trascurata.)

Fig.1 - Tempo minimo affinché la palla blu in caduta libera dal tetto del WTC 1 colpisca il suolo in assenza di resistenza dell'aria (in punto di contatto con il terreno è mostrato in rosso).


La palla blu accelererà dal momento in cui viene lasciata cadere dal tetto del WTC 1. Nel vuoto, colpirebbe il suolo 417 metri più in basso dopo 9.22 secondi, mostrato dalla curva blu in fig.1. Impiegherebbe più tempo se considerassimo la resistenza dell'aria, ma per semplicità, la stiamo trascurando.

E. La "Teoria Pancake"

Secondo questa teoria parte integrate della Versione Ufficiale, le torri caddero con un effetto di tipo "pancake", per causa dalla sola forza di gravità, in 10 secondi.

Secondo la teoria pancake, un piano cede cadendo su quello sottostante, causando il cedimento del secondo, che a sua volta cade sul piano sottostante e cosi via. La teoria implica che questo schema si ripeta fino al suolo. Anche se il "collasso" iniziale cominciasse al 80° piano, dove l'edifico fu danneggiato, i 30 piani sovrastanti dovrebbero comunque subire l'effetto pancake per far si che l'intero edificio si distrugga fino al suolo. Non c'è alcuna evidenza di 30 piani rimasti intatti. Se accettassimo la Versione Ufficiale, dovremmo presumere che anche gli ultimi 30 piani subirono l'effetto pancake, anche se ignoriamo il meccanismo che possa averlo indotto.

F. L'Evidenza Visiva

Sia per WTC 1 che per WTC 2, non solo non c'è traccia di alcun blocco di piani rimasto intatto, non c'è praticamente evidenza alcuna di nessun tipo di accumulo di piani uno sopra l'altro. Piuttosto, le evidenze sia video che fotografiche mostrano la polverizzazione dei piani durante l'evento. Non possiamo certo concludere che i piani si accatastarono l'uno sull'altro come frittelle (pancake appunto). Vedere fig.2 e fig.3.

Fig.2 - Modello A - Versione Ufficiale: I piani rimangono praticamente intatti e si accatastano l'uno sull'altro come pancake.


Fig.3 - Modello B: I piani esplodono come un vulcano in eruzione.


Fig.4 - Il blocco sopra inizia a disintegrarsi prima che la zona danneggiata cominci a muoversi verso il basso.

Non è pensabile ipotizzare che i piani si siano impilato uno sopra l'altro come frittelle.
Sforzandoci di dare credito alla Versione Ufficiale, useremo un approccio conservativo. Assumiamo che un piano in caduta libera avvii la caduta di quello sottostante e nel contempo si polverizzi. In altre parole, quando un piano impatta un altro piano, la piccola quantità di energia cinetica del piano in caduta viene consumata per (a) polverizzare il piano in caduta e per (b) liberare il piano seguente. In realtà, l'energia cinetica non risulta sufficiente a fare entrambe le cose. Solamente per poter eseguire il calcolo del tempo di "crollo" ipotizziamo che ve ne fosse abbastanza. Dopotutto, milioni di persone credono di aver visto gli edifici crollare.

Nelle fig.2 e fig.3 sopra sono rappresentati due modelli, rispettivamente il modello A "pancake" ed il modello B, che rappresenta la disintegrazione dei piani durante i "crolli", cioè i piani si disintegrano dall'alto verso il basso. La domanda a cui occorre rispondere è la seguente: quale dei due modelli meglio descrive le foto sotto? Ancora, la domanda è "Dove sono finite le Torri?" 

Fig.5 - WTC 2 - Non c'è praticamente alcun detrito in caduta libera al di sotto del fronte d'onda del crollo.


Fig.6 - Strato uniforme di polvere su Fulton Street dopo il "crollo." Non credo si senta un gran tonfo quando questa parte dell'edificio colpisce il suolo.


Queste foto mostrano evidenze di polverizzazione(*) e non di un "effetto pancake". La foto seguente di un collasso indotto da un terremoto in Pakistan mostra come ci sarebbero dovuti essere molte più macerie e molta meno polvere a Ground Zero se la Versione Ufficiale del collasso gravitazionale fosse vera.

(*) Polverizzare significa ridurre il materiale in particelle di polvere tramite un'azione meccanica ottenuta tramite la macinazione e/o la frantumazione, oppure tramite l'energia cinetica di qualcosa che urta contro qualcos'altro. Come evidenzia la Dr. Wood e come vedremo in seguito, qui siamo di fronte ad un altro fenomeno che lei battezza in inglese come "dustification". Viene impropriamente tradotto come polverizzazione ma non deve in alcun modo evocare il concetto di macinare e/o frantumare in piccole particelle di materiale, che necessariamente implica l'uso di energia meccanica o cinetica. A prima vista sembra un'osservazione banale, ma al contrario, l'intenzione è identificare un fenomeno non noto o mai incontrato prima con un termine con non possa essere confuso con fenomeni noti, quale la polverizzazione tramite mezzi meccanici o cinetici. Durante le sue ricerche la Dr. Wood si è sforzata molte volte in questo senso ed incontreremo molti di questi termini nei prossimi capitoli del suo libro. L'idea è di creare un termine nuovo per un fenomeno nuovo, che non si possa confondere con un fenomeno noto, ma allo stesso tempo sia semplice da ricordare e non complicato come ad esempio "caratteristica-XYZ-123".

Fig.7 - Margalla Towers , Pakistan 2005 - L'effetto pancake è evidente.

Il punto di questi esempi è che l'energia cinetica non può essere consumata in compiti diametralmente opposti. Cioè, non può essere spesa per "polverizzare" ed al tempo stesso per produrre "l'effetto pancake".  
Dunque, se ci fosse energia cinetica sufficiente per la polverizzazione, si verificherebbe la polverizzazione oppure l'effetto pancake, ma non entrambe. L'energia può essere spesa una volta sola. Se l'energia potenziale viene spesa per polverizzare un piano verso l'alto e verso l'esterno, non può essere spesa di nuovo per accelerare l'edificio verso il basso. Per far si che si verifichi l'effetto pancake, è necessaria una forza sufficiente verso il basso per poter innescare il cedimento del piano seguente.
Ma se l'edificio al di sopra di quel piano è stato polverizzato, allora non ci può essere alcuna forza verso il basso. Come si vede nelle foto seguenti, gran parte del materiale è stato espulso verso l'alto e verso all'esterno. Ogni particella di materiale polverizzato sopra la pianta dell'edificio rimane sospesa in aria e non può contribuire a imprimere al piano seguente una forza verso il basso. Polverizzandosi, inoltre, le minuscole particelle hanno un elevato rapporto superficie-massa, offrendo un'elevata resistenza all'aria che diviene significativa. Ognuno di voi ricorderà che la polvere impiegò giorni per posarsi al suolo - non ore o minuti.

Fig.8 - Dr. Wood: La mia integrità intellettuale m'impedisce di definirlo un "crollo".

 
Fig.9 - WTC 1 si trasforma in polvere scontrandosi con niente altro che aria.


Anche se il meccanismo responsabile ad innescare l'effetto pancake di ogni piano sembra essere assente, prendiamo comunque in considerazione il lasso di tempo che ci aspetteremo per il crollo. Riferiamoci ai grafici già mostrati nel Capitolo 1 espandendo l'esempio della palla da biliardo.
Per illustrare i tempi di questo effetto domino, useremo una sequenza di palle da biliardo in caduta, dove ogni palla da biliardo agisce come innesco della caduta della seguente palla nella sequenza. E' equivalente ad assumere che la polverizzazione sia istantanea e non rallenti quindi il processo. Notare che le palle sono usate solamente come cronometri e sono identiche le une alle altre tranne che per il colore. Non rappresentano nessuna collisione in realtà.

G. Caso 2: Crollo Progressivo a Intervalli di 10 Piani

Fig.10 - Tempo minimo per il crollo se 9 piani su 10 sono stati demoliti prima del crollo stesso.


Per tener conto della zona danneggiata dell'edificio, simuliamo che i piani crollino ogni 10 piani, come se qualcosa avesse distrutto 9 piani ogni 10 per l'intera altezza dell'edificio. Con un approccio conservativo stiamo presupponendo che non ci sia resistenza tra piani successivi. Riferiamoci al grafico della figura sopra. Abbiamo già visto la dinamica di questa ipotesi al Capitolo 1. Aggiungiamo qui che il tempo necessario affinché un piano qualsiasi impatti quello sottostante è pari a 2.8 secondi. Questo modello approssima la teoria del "crollo pancake" assumendo che ogni piano parte del processo pancake non offra resistenza alcuna. Con questa teoria, nessun piano al di sotto del processo pancake più iniziare a muoversi finché il crollo progressivo non abbia raggiunto quel determinato livello. Per esempio, non c'è ragione che il 20° piano collassi improvvisamente prima che possa essere danneggiato.

Con questo modello sono necessari un minimo di 30.6 secondi affinché il tetto si schianti a terra. Naturalmente ci vorrebbe più tempo se considerassimo la resistenza dell'aria. E ci vorrebbe ancora di più se tenessimo conto della resistenza alla polverizzazione offerta dalla struttura, dato che in realtà le colonne di ogni livello assorbirebbero molta dell'energia dei piani in caduta. Il tempo così calcolato va a favore delle Versione Ufficiale più di quanto si meriterebbe.

H. Caso 3: Crollo Progressivo a Intervalli di un Piano

In maniera simile al caso 2, consideriamo ora un crollo progressivo piano dopo piano.

Fig.11 - Tempo totale minimo per il crollo se ogni piano crollasse come un domino.


Il grafico mostra che se ogni piano subisse l'effetto pancake - in linea con il modello ufficiale del "crollo" - allora il tempo necessario per il crollo dell'edificio sarebbe di circa 100 secondi, e non circa i 10 secondi che tutti noi abbiamo visto con i nostri occhi e che corrispondono quasi al tempo di caduta libera.

I. Caso 4: Crollo Progressivo a Velocità Prossime alla Caduta Libera

Ora consideriamo lo stesso modello in cui avviene lo stesso fenomeno, di nuovo un piano ogni 10 piani, ma questa volta con "un po' d'aiuto." Consideriamo il grafico sotto in fig.12 già proposto al Capitolo 1.

Fig.12 - Tempo totale di crollo pari a 9.22 secondi con i piani (1 ogni 10) che iniziano a muoversi  in anticipo rispetto al fronte d'onda del crollo (le palle si passano il "testimone" 2.4 secondi prima che arrivi il "testimone-palla".


Supponiamo di voler far crollare l'intero edificio nello stesso tempo in cui una palla da biliardo in caduta libera dal tetto del WTC 1, nel vuoto, impiegherebbe a raggiungere terra (cioè, 9.22 secondi). Ora, se l'intero edificio deve essere al suolo in 9.22 secondi, ogni piano immediatamente sottostante a quelli che stanno subendo il "pancaking" deve iniziare a muoversi prima che l'energia pressante-discendente del "crollo progressivo" possa raggiungerlo. Per illustrare ciò, useremo ancora il modello delle palle di biliardo. Se la palla rossa (abbandonata dal 100° piano) deve toccare terra allo stesso tempo della palla blu (lasciata dal 110° piano), la palla rossa dove essere rilasciata 0.429 secondi dopo il rilascio di quella blu. Ma la palla blu impiega 2.8 secondi dopo il suo rilascio a raggiungere il 100° piano in caduta libera. Di conseguenza, la palla rossa deve iniziare il suo moto circa 2.4 secondi prima che la palla blu raggiunga la rossa ed inneschi il suo moto. Cioè, ognuno di questi piani necessiterà di 2.4 secondi di vantaggio. Ma come può un piano superiore essere distrutto dall'impatto con quello inferiore se quest'ultimo si è già tolto di mezzo?

Ciononostante, per far si che l'intero edificio crolli in circa 10 secondi, ogni piano inferiore dovrebbe iniziare il suo moto prima che un piano superiore possa raggiungerlo - e riuscirci con la sola forza di gravità.

E' questo ciò che tutti abbiamo visto il giorno che gli edifici all'improvviso svanirono? Crediamo sia molto chiaro dai video: l'onda del crollo, progredendo lungo l'edifico, si muove più rapidamente della caduta libera. E' indiscutibile che un tale risultato sia raggiungibile con qualcosa simile a una sequenza controllata di demolizioni. Come abbiamo visto, l'intero edificio si stava trasformando essenzialmente in polvere. Prendiamo un piano relativamente basso a caso, diciamo il 40°, per esempio. Il 40° piano deve iniziare il suo moto prima che qualunque dei piani superiori lo raggiunga in caduta libera. Ma perché dovrebbe iniziare a muoversi? Non c'erano fiamme ad indebolire la struttura a quel livello. Anzi, semmai c'era un carico sempre minore sul 40° piano man mano che i piani superiori si tramutavano in polvere.


Video con sottotitoli in italiano in cui Dr. Wood spiega l'esempio della palla da biliardo.


Fig.13 - WTC 1 - Sbuffi ed espulsioni orizzontali di materiale ben al di sotto del fronte d'onda del crollo.


In fig.5 notate che WTC 2 è meno della sua altezza originale e praticamente nessun detrito è in caduta in anticipo rispetto all'onda di demolizione. Se ora consideriamo i dati sismici che saranno discussi al Capitolo 6, sorge una domanda pertinente ed importante:

Perché la terra ha tremato per soli 8 secondi mentre WTC 1 "scomparve"?
Risposta: La parte di edificio mostrata in fig.6 (polvere e carta) non fa un tonfo quando colpisce il suolo.

La parte superiore dell'edificio ha sicuramente impiegato molto più tempo a raggiungere il suolo sotto forma di polvere di quanto ne avrebbe impiegato se fossero stati pezzi di grandi dimensioni. Sappiamo che i fogli di carta hanno un elevato rapporto superficie-massa e dunque tende a rimanere in aria per molto tempo. Ecco perché la usiamo per fare aerei di carta per i bambini. Sempre in fig.6 l'acuto osservatore avrà notato che molta della carta è ricoperta da polvere, indicando che la polvere arrivò a terra dopo la carta. Notiamo anche le tracce di pneumatici sulla polvere, ma non tante, quindi la foto sarà stata scattata poco dopo che una (o entrambe) le torri sono state distrutte. Sembra anche che le persone siano uscite dai propri nascondigli per fare fotografie. Se ci fosse stato un forte vento avrebbe soffiato via la carta prima che la polvere si potesse posare su di essa. Come risulta, la carte si posò più rapidamente e il fatto che molta carta sia ricoperta dalla polvere ci fa comprendere le proprietà relative di quella polvere, cioè possedere un'elevata resistenza aerodinamica. Nonostante in quella fatidica giornata il cielo era terzo nell'area di New York, quella specie di foschia opaca e cupa che si vede in lontananza si spiega solamente con la presenza di polveri sospese in aria in seguito ai "collassi."

Durante una demolizione controllata convenzionale, i supporti degli edifici vengono fatti saltare e l'edificio si rompe in pezzi quando si schianta al suolo. In una demolizione controllata convenzionale la gravità manda in pezzi l'edificio. Qui sembra che l'unico ruolo funzionale della gravità sia stato quello di attirare verso terra la polvere sospesa in aria.

Fig.14 - Vista da sopra il duomo del WFC 2 (World Financial Center) mostra i danni al WTC 6 al centro della foto. Alla sinistra la pila di macerie del WTC 7 (47 piani) alta non più di 5 piani. Alla destra del WTC 6 si vede la parete nord del WTC 1, che si appoggia al WTC 6, un edificio di 8 piani. Dove sono i restanti 102 piani della parete nord? Non sono caduti ne sul WTC 6 ne sul WTC 7 poiché non si vede alcun rivestimento in alluminio che ricopriva i moduli prefabbricati in acciaio (detti "wheatchex" perché ricordano la forma di  una marca di cereali americani). Poco rimane del "core" del WTC 1 e dov'è il resto? L'acciaio che si scorge a terra ricopre a mala pena il terreno. Se non si intravedono "wheatchex" accatastati sopra il WTC 6 come ha potuto il WTC 6 essere scavato da cima a fondo ed in maniera verticale?


Ora consideriamo la realtà dei fatti con l'aiuto di alcune domande:
  1. Qual'è la probabilità che tutte le strutture di supporto di un dato piano cedano esattamente allo stesso istante?
  2. Se tutte le strutture di sostegno di un dato piano non hanno ceduto al medesimo istante, quella porzione di edificio si inclinerebbe ribaltandosi da un lato oppure cadrebbe perfettamente in verticale entro la sua pianta?
  3. Qual'è la probabilità che le strutture di sostegno di ogni piano cedano allo stesso istante e che questi cedimenti strutturali progrediscano da piano a piano con perfetta simmetria? 

J. Conclusioni

Abbiamo visto che se il movimento di ogni piano deve ricominciare ad ogni piano, il tempo totale del crollo deve essere maggiore di 10 secondi. Dal momento che l'edificio si è disintegrato da sopra verso sotto, è difficile credere che ci sia stata molta quantità di moto da trasferire, ammesso che ve ne fosse. Dobbiamo anche tenere in conto l'energia necessaria a polverizzare ciascun piano mentre avviene il "pancake". In seguito alla polverizzazione, il rapporto superficie-massa del materiale di cui è composto ogni piano aumenta enormemente e la resistenza al moto diviene significativa. Come può questo materiale polverizzato contribuire alla quantità di moto mentre "galleggia" in aria e fluttua giù ad una velocità molto più lenta rispetto ai piani durante il "crollo". 
Le spiegazioni fornite dal 9/11 Commission Report e dal National Institute of Standards and Technology (NIST) non sono fisicamente possibili.

Fig.15 - Questa foto è stata scattata l'11 settembre poiché il WTC 7 è ancora in piedi. Si vede il WTC 6 sulla sinistra e al centro ciò che rimane del "core" del WTC 1.


Fig.16 - La stessa foro sempre con evidenziati il WTC 6 e le macerie del "core" del WTC 1.


Fig.17 - Questa foto è stata caricata nell'archivio FEMA (Federal Emergency Management Agency) il 13 settembre che è anche la prima data utile di caricamento di qualunque altra foto, per esempio quella sopra di fig.16 scattata l'11 settembre. Da altre foto effettivamente scattate il 13 settembre si notano più persone e mezzi pesanti presenti. Probabilmente anche questa foto è dell'11 settembre. Notare l'ambulanza senza un graffio nonostante fosse parcheggiata davanti al WTC 1. E' impolverata e ha la portiera leggermente danneggiata. 


Fig.18 - Stessa foto della fig.17 con visibili i resti della scala B, ricavata nel "core" del WTC 1. Il "core" rimane ancora in piedi per circa 10 secondi dopo il crollo del WTC 1. Alla sua base, nella scala B, sono sopravvissute 14 persone. 


Fig.19 - Stessa foto che mostra le pareti nord e sud del WTC 1. 


A questo punto del libro, in una serie di appendici, Dr. Wood illustra le equazioni del moto di un corpo soggetto a gravità e mostra matematicamente come non ci possa essere polverizzazione se deve conservarsi la quantità di moto. Inoltre, dimostra matematicamente come sia necessario introdurre l'esistenza di un'energia aggiuntiva se deve conservarsi l'energia durante gli urti, come deve necessariamente essere. Potete approfondire qui The Billiard Ball Example dove troverete anche altre considerazioni oltre che dei quiz che vi consiglio di fare.

Riportiamo soltanto le seguenti due foto che trovate in una delle appendici. Chi ha visto funzionare il pendolo di Newton avrà notato che quando facciamo urtare una o più sfere d'acciaio con quelle ferme accade che quelle precedentemente in moto si fermano mentre alle sfere ferme viene impressa la stessa velocità delle sfere che prima erano in moto (trascurando l'energia che si dissipa nell'urto e il fatto che l'urto non è perfettamente elastico). Le sfere in moto hanno trasferito tutta la loro quantità di moto alle sfere immobili e si fermeranno come conseguenza dell'urto anche se le sfere precedentemente immobili non offrono resistenza (è chiaro che se le vincoliamo offriranno molta resistenza e le sfere impattanti rimbalzeranno indietro). Praticamente, le sfere si scambiano la velocità proprio come accade nel gioco del biliardo quando una palla viene colpita perfettamente al centro e senza effetto (anche qui trascuriamo la differenza di massa che esiste tra la palla bianca e le restanti palle del biliardo). Se tuttavia la sfera d'acciaio si polverizza nell'urto non ci sarà massa rimasta per trasferire la quantità di moto alle palle ferme. Questo esempio vuole essere un'analogia con l'effetto pancake, in cui la quantità di moto non può accumularsi mentre procede il "crollo". 


Fig.20 - Conservazione della quantità di moto in assenza di polverizzazione e resistenza strutturale.


Video alta definizione 720p al rallentatore che mostra il WTC 1 mentre si trasforma in polvere. Notare come i grandi pezzi di acciaio strutturale si stanno trasformando in polvere a differenza dei pezzi più piccoli di rivestimento in alluminio. Si noti come dietro ai pezzi di acciaio segua una scia di polvere. Al minuto 0:30 è chiaramente visibile in corrispondenza dell'angolo dell'edificio al centro dell'immagine una trave quasi orizzontale parte di una struttura di acciaio. Seguitela e vedrete che verso 0:45 si è praticamente trasformata in polvere e dunque non si schianterà a terra.


La polverizzazione del WTC 1.


Telegiornale del 12 settembre 2001 alle 12:00 circa in cui il giornalista Peter Jennings chiede: "Dove sono tutte le macerie?"


Dr. Wood alla conferenza in Olanda nel 2012 - Dove sono andare a finire le Torri? Ancora dal telegiornale del 12 settembre, i sopravvissuti della scala B, la ricerca dei superstiti nei seminterrati pressoché intatti, il sindaco Rudi Giuliani che in conferenza stampa dichiara che sono già stati rimossi 120 camion di detriti la prima notte e infine osservazioni sull'edificio 7 (WTC 7). 


Dr. Judy Wood: le Torri non sono crollate né sono bruciate, ma sono state quasi totalmente ridotte in polvere a mezz'aria prima di toccare il suolo. Dove sono andate a finire le Torri?


Le Torri in polvere.


I numeri delle Torri in Polvere.


Confronto tra altri incendi avvenuti in grattacieli a Dubai e Madrid e quelli del WTC.

26 maggio 2018

WHERE DID THE TOWERS GO? - Prefazione dell'autore Dr. Judy Wood e Capitolo 1 - Introduzione

Iniziamo una serie di articoli che mirano ad illustrare e spiegare le EVIDENZE di COSA sia successo l'11 settembre al Complesso del World Trade Center, così come esposte nel rivoluzionario libro della dottoressa Judy Wood "WHERE DID THE TOWERS GO? Evidence of Directed Free-Energy Technology on 9/11." L'obiettivo di questo blog è la traduzione dall'inglese del libro di Dr. Wood. Ogni articolo è la traduzione più fedele possibile del corrispondente capitolo del libro. Si consiglia di seguire l'ordine cronologico degli articoli per un'esperienza di lettura ottimale.

Innanzitutto il titolo del libro merita una piccola introduzione. Tradotto come "DOVE SONO ANDATE A FINIRE LE TORRI? Evidenze di Tecnologia ad Energia Libera Diretta l'11/9", è la seconda parte del titolo che merita un approfondimento. Energia libera (e gratuita) nel senso di ricavata, ottenuta o attinta dall'ambiente o dal vuoto, o possibilmente dai materiali stessi, quello che la fisica definisce anche come energia di punto zero. Ovvero, il concetto quantistico espresso dal principio di indeterminazione tempo-energia, secondo cui anche lo spazio "vuoto" contiene energia. Semplificando, lo spazio privo di materia ed energia non può esistere e ad esso non può essere assegnato il valore zero, altrimenti verrebbe violato il principio di indeterminazione, avendo appunto l'energia un valore precisamente definito, cioè nullo. 

Ma perché libera e gratuita? La fisica associata a questo rivoluzionario modo di estrarre o di generare energia sembra avere dei chiari legami con i fenomeni riscontrati durante gli esperimenti di "Fusione Fredda" (più appropriato "Reazioni Nucleari a Bassa Energia" o "Low Energy Nuclear Reactions" (LENR)), ad oggi non ancora ben compresi o inquadrati in un formalismo teorico condiviso, ma non per questo non reali! Durante gli esperimenti si riscontra, ormai con una riproducibilità del 100%, una produzione di energia molte volte superiore (addirittura  decine se non centinaia di volte) all'energia in ingresso al sistema ("over unity"). Tuttavia, non viene affatto violata la legge di conservazione dell'energia in quanto l'energia in eccesso proviene dal materiale stesso o dall'ambiente. Visitate LENR-CANR.ORG per consultare l'archivio di articoli scientifici sulla "Fusione Fredda." 

Quanto accaduto l'11 settembre sembra anche connesso con gli esperimenti del canadese John Hutchison che a partire dal 1979 scoprì tutta una serie di fenomeni classificati come "Effetto Hutchison." Con non più di 1.5 kW in ingresso, in certi casi soltanto qualche centinaia di watt, John Hutchison riesce a provocare fenomeni di levitazione di oggetti pesanti, sia metallici che non, l'apparizione di ciò che sembrano fiamme, l'ammorbidimento di metalli ad uno stato "gelatinoso" in assenza di calore, la deformazione di metalli in assenza di calore, l'emissione di luce da metalli sempre in assenza di calore, la fusione di materiali diversi quali alluminio e legno, per esempio, senza l'uso di calore, la trasmutazione di elementi e molto altro ancora. Con tali potenze in ingresso piuttosto limitate, sarebbe impossibile provocare gli effetti osservati a meno che non intervenisse un'energia dal materiale stesso o dall'ambiente, contribuendo quindi a produrre i fenomeni. Da qui nasce la definizione di energia libera o gratuita. 

Negli anni Hutchison ha raffinato la sua tecnica nel riprodurre questi effetti che inizialmente risultavano difficili da ripetere (proprio come agli albori della sperimentazione sulla Fusione Fredda). Ha eseguito numerose dimostrazioni per scienziati e militari ed è stato oggetto di alcuni documentari e studi. Hutchison ha trasformato la sua abitazione in un laboratorio pieno di vecchi apparecchi militari riciclati. I suoi esperimenti consistono nell'interferire onde radio e/o altre onde elettromagnetiche con campi di energia elettrostatica creati tramite bobine di Tesla o generatori di Van der Graaf. Nel luogo dove avviene l'interferenza si producono gli effetti, anche se non di rado si sono manifestati dei fenomeni nelle vicinanze, in alcuni casi anche negli appartamenti dei vicini di casa e anche più lontano. Bisogna ammettere che Hutchison possa essere giudicato un personaggio alquanto eccentrico, con poca istruzione formale (autodidatta per sua stessa ammissione) e che non possa vantare alcun titolo accademico. Non per questo i suoi esperimenti vanno negati, sminuiti o addirittura giudicati fraudolenti poiché non ancora compresi dalla scienza ufficiale! Nel libro Dr. Wood parla ampiamente di John Hutchison e della correlazione con gli eventi dell'11 settembre.  

Per distruggere le Torri e polverizzarle quasi completamente in circa 10 secondi come abbiamo visto nei video e come impareremo dal Libro, servirebbe una quantità veramente enorme di energia impiegando una tecnologia convenzionale. Ma sfruttando questi nuovi fenomeni fisici o qualcosa di simile, che con ogni probabilità sono noti e studiati da diversi decenni in gran segreto, è stata concepita, costruita e utilizzata (almeno una volta) un'arma di distruzione di massa probabilmente a disposizione di un gruppo formato da persone molto potenti ed influenti, con accesso a ingenti risorse finanziarie e possibilmente composto da personaggi di varie nazionalità. Naturalmente quest'ultimo scenario del gruppo che si muove nell'ombra è solo un ipotesi plausibile.         

Poi c'è il concetto di energia diretta. Diretta sia nel senso di localizzata o confinata spazialmente ma soprattutto energia istruita a comportarsi in un certo modo. Nel caso della distruzione delle Torri, le molecole o gli atomi dei materiali (acciaio, cemento, ecc., ma non la carta!) di cui erano costruite o che erano all'interno degli edifici, sembrano aver ricevuto l'istruzione di non attrarsi più o addirittura di respingersi, causando l'annichilazione quasi completa delle Torri.     


Andrew Johnson spiega l'importanza dell'energia libera e gratuita (Free Energy) e non solo. Sottotitoli in italiano.


Andrew Johnson

Andrew Johnson merita indubbiamente un'introduzione degna di nota. E' stato al fianco della Dr. Wood dal 2006/7 dopo essere stato accanito sostenitore di Steven Jones e della TEORIA della termite/demolizione controllata che tratteremo in seguito in altri articoli. Tuttavia, si è convinto che questa teoria faceva acqua da tutte le parti e che alcuni ricercatori sostenitori del cosi detto Truth Movement (Movimento per la verità) avevano in realtà secondi fini e stavano cercando di sabotare il movimento, screditando Dr. Wood e divulgando disinformazione circa i fatti dell'11 settembre. Andrew Johnson ha scritto due libri che trovate nella lista dei libri raccomandati nel blog. Ha svolto un monumentale lavoro nel documentare e mettere a nudo chi e con quali mezzi, in realtà, non sia veramente interessato alla verità, ma al contrario, sia attivamente impegnato ad insabbiarla o a distorcerla intenzionalmente o meno. Un grande riconoscimento e rispetto va anche ad Andrew Johnson definito da qualcuno come "il pitbull" della Dr. Wood poiché non molla mai, sempre impegnato in prima linea nella ricerca della verità. 
Consultate il sito Check The Evidence (link: CHECK THE EVIDENCE) alla sezione 9/11 per leggere gli articoli scritti da Andrew Johnson che documentano quanto sopra.

Prefazione dell'Autore


Di fronte a idee intollerabili o ad atti intollerabili, un gran numero di persone ha iniziato semplicemente a negarli, dichiarandoli "irreali" e pertanto cancellandoli dall'esistenza con una parola. ...Ma lo schema stesso del non vedere è inevitabile, evidente a chiunque guardi.
- Eric Larsen, A Nation Gone Blind.

Innanzitutto Dr. Wood non vuole puntare il dito contro nessuno. L'obbiettivo del suo libro non è stabilire chi sono i responsabili ma stabilire COSA sia accaduto l'11 settembre. La dottoressa non crede sia opera del governo americano ne crede che non sia opera del governo americano. Non è questione di credo o fede. Piuttosto è un crimine che va risolto attraverso lo studio forense delle evidenze. Prima di poter determinare chi è stato occorre determinare cosa sia successo e come sia successo. 
L'ordine logico per risolvere qualunque crimine risulta il seguente:
  1. COSA è successo
  2. COME è successo (per esempio, con quale arma), poi
  3. CHI è stato. E solo dopo si può pensare a
  4. PERCHÉ (il movente)
Non si può condannare nessuno basandosi sul credo o sulla convinzione. Soprattutto, non si può condannare nessuno se non si è stabilito quale sia il crimine commesso. Se si vuole accusare qualcuno di omicidio con arma da fuoco bisogna essere sicuri che il corpo abbia dei fori compatibili con proiettili.
Nonostante ciò, prima di mezzogiorno dell'11 settembre, ci hanno detto chi è stato e come l'hanno fatto, prima che qualunque indagine avesse avuto luogo.
Vi sorprenderà il fatto che il National Institute for Standards and Technology (NIST) non abbia analizzato cosa sia accaduto, il primo vitale passo in ogni indagine scientifica forense. Non lo ha fatto nonostante il titolo del rapporto prodotto dal NIST sia "NIST NICSTAR 1 - Rapporto Finale sul Collasso delle Torri del World Trade Center" (potete leggerlo qui  NIST NICSTAR 1, parte delle 10.000 pagine totali di rapporto ad opera del NIST). Tra gli incarichi ricevuti dal NIST dal parte del Congresso degli Stati Uniti vi era:
  1. Determinare come e perché WTC 1 e WTC 2 crollarono in seguito agli impatti iniziali di aerei e come e perchè WTC 7 crollò (vedere pag. xxxv di NCSTAR 1).
Tuttavia, due pagine dopo (pag. xxxvii), in una nota a piè pagina, il rapporto afferma che 
"l'indagine doveva concentrarsi sulla sequenza di eventi dagli impatti iniziali degli aerei sino all'iniziazione dei crolli di ciascuna torre. Per brevità in questo rapporto, ci riferiremo a tale sequenza come la 'probabile [ipotetica] sequenza di crollo', sebbene non includa il comportamento strutturale della torre dopo che le condizioni di incipiente collasso siano state raggiunte ed il crollo divenne inevitabile."
Significa che il rapporto proponeva semplicemente una "probabile [ipotetica] sequenza di crollo" sostenendo di spiegare la sequenza degli eventi che hanno portato al "crollo". Tuttavia, il NIST non ha determinato come e perché le torri siano crollate, che costituiva il loro mandato. Se lo avessero fatto avrebbero in primo luogo determinato cosa sia successo analizzando una serie di fenomeni che sono confermati empiricamente come accaduti. Come risulta evidente non lo hanno fatto.

Partendo da questa lampante mancanza, Dr. Wood ha impugnato il rapporto del NIST chiedendo formalmente di correggerlo (Request for Corrections - RFC), facendo loro notare che le immagini incluse nel rapporto e la "probabile sequenza di crolloviolavano le leggi della fisica. Tramite una risposta scritta ufficiale il NIST ammise che non avevano analizzato il crollo. Risposero per lettere alla Dr. Wood ribadendo essenzialmente quanto già affermato nella nota riportata sopra: "Come dichiarato in NCSTAR 1, il NIST ha analizzato i fattori che hanno portato all'iniziazione del crollo del torri, non i crolli stessi" (potete leggere la risposta qui Risposta del NIST al RFC). Gli stessi dipendenti del NIST stavano ammettendo che il rapporto era fraudolento. La posizione del NIST è la seguente: considerato che non hanno analizzato i crolli, non devono giustificare perché la "probabile sequenza di crolloin effetti violi le leggi della fisica. Ovvero, si prendono la solamente la responsabilità di affermare che le torri obbedirono alle leggi della fisica prima di essere distrutte, cioè finché erano in piedi! 
In conclusione, le migliaia di pagine di rapporto danno l'apparenza di analizzare in dettaglio il crollo. Inoltre, il rapporto stesso è incongruente, considerato l'obbiettivo di eseguire un'analisi dei crolli che invece non c'è stata come l'organizzazione stessa ammette. Il rapporto nel suo complesso, a cominciare dal suo titolo, è ingannevole, un raggiro. Comunque parleremo ampiamente dell'azione legale di Dr. Wood in articoli dedicati.


Dr. Wood sul rapporto del NIST. Sottotitoli in italiano. [PSY-OP in inglese = Operazione Psicologica]


Molte persone hanno ipotizzato chi possa aver commesso i crimini dell'11 settembre e come abbiano fatto. Ma senza considerare cosa sia accaduto, ipotesi di questo genere possono solamente venir classificate come teorie del complotto, un appellativo che descrive benissimo anche la versione dei 19 terroristi arabi armati di taglierino, una storia che ci hanno propinato prima di mezzogiorno l'11 settembre.

La ricerca della Dr. Wood non è speculazione, ne un'ipotesi, ne una teoria, ne una congettura, ma un'indagine forense di ciò che è accaduto al complesso del WTC l'11 settembre. Ne si occupa di chi sia stato, ne le interessa questo aspetto nella sua ricerca. Per determinare cosa sia accaduto occorre considerare la totalità delle evidenze disponibili. Chiunque dichiari di sapere chi sia stato prima di aver determinato cosa è stato fatto, sta solamente promuovendo una congettura o facendo propaganda. Affermare che "l'11 settembre è stato un lavoro interno (inside job)", a livello scientifico, è identico ad affermare che "sono stati 19 terroristi arabi malvagi armati di taglierini." Nessuna delle due affermazioni è il risultato di un'indagine scientifica ammissibile in un tribunale. Nessuna identifica quale crimine sia stato commesso, ne tanto meno come sia stato commesso.

      
Dr. Wood al Bruce Montalvo Show - Bisogna prima stabilire COSA è successo. Sottotitoli in italiano.


Dr. Wood parla del suo libro. Sottotitoli in italiano.

Capitolo 1 - Introduzione

Ho scoperto qualcosa che non ho mai saputo: Ho scoperto che il mio mondo non era il mondo reale.
- Robert F. Kennedy, 1968.

Introduzione all'introduzione
Facciamo una doverosa osservazione introduttiva non tanto al libro in se, ma piuttosto a come vengono documentate le informazioni in esso contenute e fornite su questo blog. Chiariamo che il libro della Dr. Wood cita e fornisce accuratamente la fonte di ogni fotografia, informazione e/o affermazione ufficiale o meno. Tuttavia, in questa serie di articoli risulta troppo oneroso citare tutte le fonti, che comunque si possono trovare alla fine di ogni capitolo nel libro. Verranno forniti i link solo alle fonti che riteniamo importanti per fornire un quadro completo del libro stesso.

Cominciamo. 

Nel capitolo introduttivo Dr. Wood inizia spiegando come sia venuta a conoscenza degli eventi dell'11 settembre. La dottoressa fa notare come i media trasmettevano ripetutamente e a reti praticamente unificate sempre le stesse immagini, che mostravano gli edifici che si "disfacevano come maglioni" oppure si "sbucciavano come una banana."

WTC 1 (Torre Nord) - Inizio distruzione alle 10:29 am

WTC 1 - Foto battezzata "il gorgogliatore"

WTC 1 - Distruzione finale di ciò che rimane, il core, la struttura centrale di 47 colonne e travature reticolari.

WTC 1 - Foto da altra angolazione. Notare le colonne che si disintegrano. Le colonne grigio scuro di polvere ricca di ferro che si sollevano sembrano riprodurre la forma di quando erano solide.


WTC 2 (Torre Sud) - Foto battezzata "palla di neve." Inizio distruzione ore 9:59am. L'edificio nero è Bankers Trust (Deutsche Bank Building) di 41 piani, anch'esso danneggiato. Notare come il fronte del crollo sia più o meno alla stessa altezza del Bankers Trust e che non si vedono detriti al di sotto. Circa 60-70 piani, ovvero 2/3 del WTC 2 sono svaniti. Si vede solo una palla di polvere e il rivestimento in alluminio che ricopre le colonne esterne in acciaio. Perché?  

WTC 2 - Il core che svanisce in polvere. Sulla destra il lato est del WTC 7 di 47 piani.

WTC 2 - Notare anche qui filamenti di polvere che si sollevano in verticale come fantasmi delle colonne prima solide.


La costruzione del World Trade Center - Ricordiamoci quanto erano enormi e robuste le torri.


Dr. Wood non riusciva a spiegarsi come un edificio potesse disfarsi come un maglione, e quale fosse il meccanismo che potesse causare ciò e che tutti avrebbero dovuto vedere. Certamente il tempo in cui è avvenuto non faceva senso! 


Dr. Wood - Pensieri di quel giorno e parole...Video con sottotitoli in italiano.


Dr. Wood apprese gli eventi di quel giorno dalla radio mentre lavorava da casa. Il suo primo pensiero fu di un altro scenario del tipo "War of the Worlds" ma questa volta alla TV. Nel 1938 Orson Welles narrò alla radio dell'atterraggio di alieni sulla terra, intervallando il racconto con chiari riferimenti al fatto che non fosse vero. Nonostante ciò a molti americani prese il panico e molte furono le chiamate di emergenza alla polizia. Durante la sua ricerca, Dr. Wood ha maturato la convinzione che il modo con cui le persone inizialmente vennero a conoscenza degli eventi di quel fatidico giorno avrebbe avuto una profonda influenza su di esse e se fossero più o meno portate a dubitare o a fare domande sugli avvenimenti stessi. 


Il modo in cui le persone vengono a conoscenza degli eventi dell'11 settembre le influenza profondamente. Sottotitoli in italiano.


Quando Dr. Wood vide il buco a forma di aeroplano nelle torri, il suo primo istinto fu di ridacchiare, nonostante la tragedia in atto, poiché le sembrava di vedere i cartoni animati di Wile E. Coyote che tutti conosciamo. I colleghi la guardarono come se fosse una pazza!

Normale nei cartoni animati di Wile E. Coyote.


No comment!


Il buco a forma di aereo nel WTC1. Le colonne sembrano essere tagliate/danneggiate addirittura con l'estremità dell'ala.

A. La pressione a conformarsi / omologarsi

Sentendosi emarginata, esclusa, quasi in preda al panico e dubitando di quanto il suo istinto le diceva, andò nel suo ufficio chiedendosi se fosse veramente pazza per la sua interpretazione dei fatti radicalmente diversa dai suoi colleghi universitari. Decise di testare la sua sanità attraverso un calcolo che potesse stabilire il tempo necessario alle torri per crollare. Non conoscendo i dettagli della loro costruzione non cercò di modellare le torri. Voleva solamente stimare il tempo massimo in cui ciò potesse avvenire. Tramite la semplice formula fisica che lega l'altezza al tempo di un grave in caduta libera nel vuoto, cioè in assenza di resistenza dell'aria, è arrivata al tempo di circa 9.22 secondi.

9.22 secondi le sembravano più o meno uguale ai tempi di crollo come visti in televisione Inizialmente ciò rassicurò Dr. Wood, pensando che non fosse pazza dopo tutto. Ma poi si chiese come poteva il tetto cadere ad una velocità corrispondente alla caduta libera! Il tetto doveva pur cadere attraverso qualcosa? Doveva cadere attraverso tutti gli altri piani rimanenti! Quanto tempo è necessario in questo scenario? Pensò a qualcosa tipo un effetto a valanga e battezzo questo modellino come l'esempio della palla da biliardo, che verrà discusso dettagliatamente nel Capitolo 2. L'intento è quello di calcolare un intervallo di tempo, in modo da sapere che il crollo non può essere durato meno di t₁ ne più di t₂ (t₁ < t < t₂).

Tempo minimo per toccare terra per una palla da biliardo che cade nel vuoto dal tetto delle torri.

B. E la Quantità di Moto?

Che ne è della conservazione della quantità di moto, una grandezza fisica che si esprime con il prodotto della massa per la velocità di un corpo? Abbiamo tutti visto l'enorme quantità di polvere che si levava in aria mentre le torri sembravano "svanire nel nulla." Da dove veniva quella polvere? Forse proviene dai piani che si frantumano uno sull'altro. Se fosse così però, ogni volta che un piano va in frantumi urtando quello sottostante dovrebbe "fluttuare via". Supponendo sia possibile iniziare il crollo in questo modo, non ci potrebbe certo essere una massa che accumulandosi possa schiacciare il restante edificio fino al suolo, similmente ad un battipalo. Quindi se non c'era una massa che via via si accumulava gravando sull'edificio, come ha fatto a crollare? Certamente non è crollato sotto il proprio peso, dato che semmai il peso andava via via diminuendo durante il crollo mentre l'edificio diveniva polvere. Ovvero, il carico sui supporti alla base delle torri diminuiva mentre i piani superiori diventavo polvere.

C. Il Paradosso della Resistenza

Nasce dunque un paradosso. Se un piano viene polverizzato(*) dall'impatto con il piano sottostante, quello sottostante deve essere considerato rigido in modo che possa resistere alla forza che agisce su di esso. Confrontate una macchina che si schianta su un blocco di granito rispetto ad una macchina che ne colpisce un'altra parcheggiata in folle. La prima incontrerà una resistenza molto maggiore della seconda. Di conseguenza, se questa resistenza esiste, l'edificio non può "cadere" neanche lontanamente alla velocità di caduta libera.

(*) Polverizzare significa ridurre il materiale in particelle di polvere tramite un'azione meccanica ottenuta tramite la macinazione e/o la frantumazione, oppure tramite l'energia cinetica di qualcosa che urta contro qualcos'altro. Come evidenzia la Dr. Wood e come vedremo in seguito, qui siamo di fronte ad un altro fenomeno che lei battezza in inglese come "dustification". Viene impropriamente tradotto come polverizzazione ma non deve in alcun modo evocare il concetto di macinare e/o frantumare in piccole particelle di materiale, che necessariamente implica l'uso di energia meccanica o cinetica. A prima vista sembra un'osservazione banale, ma al contrario, l'intenzione è identificare un fenomeno non noto o mai incontrato prima con un termine con non possa essere confuso con fenomeni noti, quale la polverizzazione tramite mezzi meccanici o cinetici. Durante le sue ricerche la Dr. Wood si è sforzata molte volte in questo senso ed incontreremo molti di questi termini nei prossimi capitoli del suo libro. L'idea è di creare un termine nuovo per un fenomeno nuovo, che non si possa confondere con un fenomeno noto, ma allo stesso tempo sia semplice da ricordare e non complicato come ad esempio "caratteristica-XYZ-123".     

D. I Tempi

Considerate quanto velocemente dovrebbe avvenire questa sorta di reazione a catena se tutti e 110 i piani devono essere disintegrati in circa 10 secondi. Quante volte riuscite a battere le mani in 10 secondi? Beh, più di 10 volte ma molto meno di 110! In più dovete considerare che ogni piano, a differenza delle vostre mani, dista circa 3.65 metri dal successivo ed è costituito di un sacco di materiale che dovrebbe essere distrutto in una frazione di secondo.
Supponiamo che qualcosa di inspiegabile sia veramente accaduto e che ogni piano si schianti su quello seguente, riducendolo in polvere, e abbia ancora energia sufficiente per rilasciare il piano sottostante, e così via. Questa sorta di staffetta ci impiegherebbe 97 secondi (trascurando la resistenza dell'aria) per far si che il tetto raggiunga il suolo, sempre supponendo che ci sia, in qualche maniera, abbastanza energia.

Crollo tipo "pancake" (frittella) a staffetta per ogni piano.

Ma l'edificio era danneggiato, quindi alcuni piani offriranno meno resistenza di altri. Facciamo dunque l'ipotesi che 9 piani su 10 siano mancanti o danneggiati. Questo significa che un piano può accelerare in caduta libera per 10 piani prima che si schianti su quello sottostante polverizzandosi. Supponiamo anche qui che con l'ultima riserva di energia rilasci il piano sottostante che quindi accelera per 10 piani prima di polverizzarsi sul prossimo piano sottostante. In questo scenario ci vorrebbero 31 secondi prima che il tetto si schianti al suolo, sempre trascurando la resistenza dell'aria che può solo allungare i tempi.

Crollo tipo "pancake" a staffetta ogni 10 piani.

In conclusione, l'idea di una reazione a catena di crolli per gravità è fisicamente impossibile.
Ma gli edifici sono svaniti in molto meno di 30 secondi! Si vede chiaramente in TV. Come è possibile tutto ciò?
Consideriamo il grafico seguente in cui la palla rossa (100° piano) non può iniziare il suo moto prima che la palla blu (110° piano) la colpisca e la faccia iniziare a muovere. Poi, la palla gialla non può iniziare il suo moto in caduta libera prima che la rossa la colpisca e così via. Ma supponiamo che la palla rossa sia spinta a cadere prima che la blu la raggiunga. E, analogamente, se la gialla ricevesse anch'essa questo vantaggio? E poi la palla viola, la verde, e così via una dopo l'altra in successione. Sarebbe l'unico modo di far si che l'intero edificio raggiunga il suolo in meno di 10 secondi. La resistenza offerta da ogni piano intralcia per così dire, rallentando il fronte d'onda del collasso. Dunque, se eliminassimo questa resistenza appena prima del fronte d'onda del collasso? Detta in maniera concisa, qualcosa deve distruggere l'edifico, in qualche modo, in anticipo rispetto al fronte d'onda del crollo.

Crollo tipo "pancake" in cui i piani (1 ogni 10) iniziano in anticipo rispetto al fronte d'onda del collasso.  

Siamo subito tentati a postulare come possa avvenire una cosa simile basandosi sulla conoscenza di varie possibilità o meccanismi. Ma dato che il nostro ventaglio di conoscenze non include tutte le possibilità, ostinarci a farlo sarebbe come fare un test a risposta multipla in cui non c'è nessuna risposta corretta. Per esempio, se dovessimo determinare come sono state distrutte le torri e avessimo da scegliere tra fuochi d'artificio, una fionda e le cannonate, non arriveremo mai alla risposta corretta. Non si può mai essere sicuri di avere la scelta corretta finché non abbiamo determinato cosa sia accaduto nella sua totalità. Tutto quello che sappiamo a questo punto è che le torri sono svanite più velocemente che nel caso di un crollo per gravità in caduta libera. Per saperne di più abbiamo bisogno di più prove, evidenze. Dopotutto l'evidenza è la differenza tra scienza e una teoria del complotto.
Non si può stabilire chi è il colpevole finché non determiniamo cosa è successo e poi come. Tuttavia, prima di mezzogiorno l'11 settembre ci avevano detto chi era stato, cioè ci hanno propinato una teoria del complotto e non il risultato di un' indagine scientifica. Dare la caccia ai chi sia stato, prima di determinare cosa sia accaduto e in che modo, è una maniera per garantire che la verità non vena mai a galla e rimanga nascosta per molto tempo, se non per sempre. Tutto ciò si definisce insabbiamento (cover-up in inglese).

Altri Video


Un concetto che Dr. Wood ripete regolarmente all'inizio del suo libro e nelle sue presentazioni ed interviste online è quello di cercare di non saltare a conclusioni, ma aspettare che sia l'evidenza a guidarci e mostrarci cosa sia accaduto. La tentazione è forte ed è semplicemente nella natura umana cercare di darsi delle risposte. Ma anche smettere di pensare una volta che ce ne viene fornita una! Anche questa è natura umana purtroppo ed alberga in molti di noi.

Da quel giorno la gente ha smesso di ragionare. Sottotitoli in italiano.


Ora vi lascio a Dr. Wood che ci parla dell'operazione psicologica (abbreviato in inglese PSY-OP) che ha condizionato tutta l'umanità oltre ad alcune considerazioni di quel giorno. 

11 Settembre un attacco alla coscienza umana! La più grande operazione psicologica (PSYOP) della storia. Sottotitoli in italiano.


11 Settembre - La Nuova Hiroshima! Video con sottotitoli in italiano.


Dr. Wood ricorda quel maledetto giorno. Sottotitoli in italiano.