27 ottobre 2019

Capitolo 14 - La Diffusione delle Nubi di Polvere

È il quadro che cambia con ogni nuova tecnologia e non solo l'immagine all'interno della cornice.
- Marshall McLuhan.

Viviamo in un mondo newtoniano dalla fisica einsteiniana governata dalla logica di Frankenstein.
- David Russell.

A. Introduzione


Fig.1 - Le Torri si trasformano in polvere.

Ricordiamo l'enorme volume di polvere che ha attraversato New York City l'11 settembre. Come potremmo dimenticare? Ha trasportato polvere e carta ovunque. Si diffuse e s'innalzò in un percorso che la spinse su nell'atmosfera e a sud lungo la costa orientale. La polvere coprì la zona sud di Manhattan come se ci fosse stata una tempesta di neve. Ma spesso viene trascurata la quantità di polvere che non cadde a terra ma andò in alto, forse anche nell'alta atmosfera...per mesi. Non appena l'aria cominciò a schiarirsi, era possibile constatare che era rimasto molto poco del materiale appartenente agli edifici. I giornalisti iniziarono a chiedere: "Dove sono andate a finire le Torri?"

Video sottotitolato in italiano in cui la mattina del 12 settembre il giornalista Peter Jennings si chiede dove siano andate a finire tutte le macerie (Servizio originale).


Peter Jennings e George Stephanopoulos di ABC News si chiesero dove fossero finite le Torri, notando la mancanza di macerie visibili. Il reporter della ABC Robert Krulwich descrisse il materiale solido dell'edificio come trasformato in polvere.

Reporter Robert Krulwich
La migliore ipotesi avanzata dagli ingegneri della ditta che ha costruito gli edifici è che i 1200 piedi [365 metri] di materiale mancante da ogni Torre siano semplicemente per lo più vaporizzati nella polvere piovuta su New York subito dopo il crollo. Fu così potente. Stiamo parlando di 43600 finestre, 600000 piedi quadrati di vetro [55742 metri quadrati], 200000 tonnellate di acciaio strutturale, 5 milioni di piedi quadrati di gesso [464515 metri quadrati], 6 acri di marmo, 425000 iarde cubiche di cemento [324936 metri cubi], trasformati, in buona parte, in una nube, afferma il Dottore Ambientale, Dr. Stephen Levin [del Mt. Sinai Hospital].
Dr. Stephen Levin continua quasi incredulo:
Sono rimasto stupito dal grado in cui i materiali solidi si sono stati trasformati in polvere in seguito al crollo dell'edificio! Penso che sia davvero sorprendente!
Robert Krulwich conclude il servizio mostrando una nube di polvere che si diffonde fino al ponte pedonale della Stuyvesant High School, a nord del WTC.

La Conclusione del Reporter Robert Krulwich
Ma la cosa più interessante che credono di osservare nel miscuglio, sono le particelle di acciaio che componevano le travi e gli ascensori, il marmo del pavimento della lobby e dei rivestimenti. Dunque quelli che una volta erano gli elementi architettonici più forti nelle due Torri furono polverizzati, grandi porzioni si trasformarono in nubi, come questa.
Rimane ancora questo mistero, se alcuni dei materiali più duri sono stati vaporizzati, come spiegare la presenza ovunque di carta, lettere completamente intatte, moduli commerciali, articoli di cartoleria. La carta è così fragile e combustibile, eppure in qualche modo, forse perché ne abbiamo così tanta, era ovunque.
Il servizio con sottotitoli in italiano del reporter Robert Krulwich, le dichiarazioni di Dr. Steven Levin e alcuni calcoli rilevatori (Servizio originale di Robert Krulwich). Si segnalano frammenti di acciaio contenuti nella polvere. 


In effetti, come possiamo spiegare la presenza di così tanta carta quando nelle vicinanze tutto il resto è stato trasformato in polvere? Studiando il processo che ha portato il WTC a trasformarsi in polvere rivelerà il meccanismo di distruzione. La domanda a cui rispondere - e già accennata - è "Cosa può trasformare un edificio di 110 piani in polvere a mezz'aria?"

La fotografia di fig.2 è apparsa su giornali e riviste, catturando l'orrore di quel giorno. Sì, è stato orribile e quelli di noi che hanno visto questa foto sulla prima pagina di un giornale il giorno successivo avranno probabilmente una reazione condizionata all'immagine. Questo tipo di condizionamento è nella natura umana e parte del nostro istinto di sopravvivenza. Prima riconosciamo il pericolo, prima possiamo scappare da esso. D'altra parte, mentre il disastro si spostava nel passato, divenne più facile pensare all'immagine semplicemente come una fotografia di un evento storico, che di per sé non rappresentava alcun pericolo. Comprendendo ciò, Dr. Wood riuscì a guardare oltre la reazione condizionata e osservare cosa esiste oggettivamente. Quindi, guardiamo oltre il primo piano e verso lo sfondo di questa immagine.

Vediamo un enorme muro di una nube di polvere che insegue le persone verso est su Fulton Street. La nube di polvere ha un colore uniforme e si estende dal suolo fino a tutta l'altezza dell'immagine. Sullo sfondo è visibile il WTC 7 in condizioni perfette.

Fig.2 - (11/09/2001) - Vista verso ovest lungo Fulton Street.

B. Nube di Polvere Fredda


La nube di polvere ha sorpassato le persone in fig.2. Non furono in grado di sfuggirle e, se questa nube di polvere fosse stata molto calda, avremmo visto pile di corpi bruciati disseminati per le strade. Ma non si hanno notizie di corpi bruciati dalla nube di polvere. Dopo che la nube passò, le persone uscirono dai loro nascondigli o strisciarono fuori da sotto le macchine, ed erano vivi. Erano coperti di polvere; non sono stati bruciati (vedere fig.3). Non abbiamo visto né sentito parlare di strade piene di corpi bruciati. L'erba, gli arbusti e le foglie sugli alberi sono rimasti verdi anche dopo essere stati esposti alla nube di polvere. Quindi non ci sono prove che la nube fosse calda.

In effetti, ci sono state segnalazioni che la nube di polvere, inizialmente, sembrava più fredda della temperatura ambiente [Vice Comandante dei Vigili del Fuoco Richard McCahey, pag.14-15]. Ci sono anche state segnalazioni che la polvere era altamente irritante sulla pelle e dava la sensazione di essere calda. È probabile che la polvere fosse corrosiva, ma non avrebbe potuto essere calda. Non bruciò la carta, anche se dava una sensazione di bruciore quando veniva a contatto con la pelle [Paramedico Gary Smiley, pag.12-3]. Alcuni l'hanno anche descritta come pruriginosa [EMT Immaculada Gattas, pag.12].

Fig.3 - (a) Ricoperto dalla polvere. (b) Una donna sorpresa per strada mentre la nube di polvere si diffuse. (c) Solamente polvere.

L'EMT Michael Ober non ha notato se la polvere era calda o fredda, solo che non conteneva grossi frammenti, ma "solo polvere". Né ha ricordato di aver sentito il suono dell'edificio mentre colpisce il terreno [EMT Michael Ober, pag.6]. Da come ha vissuto l'evento, era come se l'intero edificio si fosse trasformato in polvere.

Il medico Mark Heath viene travolto dalla nube di polvere proveniente dal WTC 1 senza subire conseguenze.

C. Inseguiti dalla Nube


La fig.2 mostra la diffusione della polvere in seguito alla distruzione del WTC 2. La fotografia di fig.4 è stata scattata subito dopo quella di fig.2 e da quasi la stessa posizione su Fulton Street. La nube di polvere si sta espandendo così energicamente che sembra aver "girato l'angolo" verso est, anche se non c'era nulla che ostacolasse il suo movimento verso nord. La nube di polvere si stava espandendo lateralmente lungo Fulton Street, inseguendo i pedoni mentre cercavano di sfuggirle senza riuscirci.

Le fotografie di fig.2 e fig.4 che mostrano l'inseguimento della nube sono state scattate dalla posizione approssimativa mostrata sulla mappa in fig.5. Le lettere sulla mappa corrispondono alle foto scattate da quella posizione.

Fig.4 - I pedoni scappano in seguito alla distruzione di una delle Torri del World Trade Center. Foto di Doug Kanter/AFP.


La diffusione delle nubi di polvere provenienti dalle Torri e dal WTC 7. Notare che nessuna persona si è ustionata o bruciata.


Le persone cercano riparo dalla nube di polvere. Notare anche qui che nessuno risulta ustionato o bruciato dalla stessa. Notare l'impossibilità di vedere alcunché dopo il passaggio della nube.


La nube di polvere proveniente dal WTC 2 insegue le persone per strada.


Legenda 1 -  Viste relative alla mappa di fig.5. 
H* L'immagine mostrata in fig.19 al Capitolo 15 è stata scattata da appena sulla destra dell'immagine mostrata in H.

Fig.5 - Posizioni delle persone e immagini citate in questo Capitolo.

La Fig.6 mostra la parete verticale di polvere che impatta contro gli edifici e svolta a sud su Broadway. Che il muro di polvere sia alto e verticale è molto significativo. Se l'edificio fosse effettivamente crollato schiantandosi a terra, la polvere sarebbe schizzata fuori per prima al livello del suolo. Durante il "crollo" un edificio non è una struttura rigida, ma una struttura in via di disfacimento e in caduta. Qui, tuttavia, abbiamo un muro di polvere alto almeno dieci piani e, inoltre, la nube è alla stessa distanza dalla fotocamera sia all'altezza di dieci piani che al livello della strada. In un "crollo" vero e proprio, la polvere viene generata a livello del suolo e poi si gonfia verso l'alto.


Fig.6 - (11/09/01) Un muro di povere si sposta come uno stantuffo lungo Broadway verso Pine Street.

La Fig.6 guarda a nord, lungo Broadway e attraverso Pine Street verso il sito del WTC 2. Il fenomeno di un'enorme nube di polvere non è coerente con un edificio che sia crollato a terra. Tuttavia, è coerente con un edificio di 1368 piedi [417 metri] che viene trasformato in polvere dall'alto verso il basso.

D. WTC 2


Come è iniziata la distruzione dell'edificio? Cosa è successo esattamente nei momenti in cui l'enorme muro di polvere si è creato?

La foto in fig.7 rivela diverse anomalie molto strane. La vista è verso nord, verso la facciata sud del WTC 2. Se l'immagine includesse i piani inferiori, vedremmo Bankers Trust in primo piano. Sulla facciata sud c'è una formazione estremamente strana che assomiglia a una ciambella gigante, che copre l'intera larghezza dell'edificio pari a 200 piedi [61 metri]. Il centro di questa strana formazione assomiglia a un buco nero, una regione molto scura e dall'aspetto profondo nel mezzo. Le protuberanze tubolari che fuoriescono dal centro assomigliano a vermi paffuti e hanno un aspetto grumoso.

L'angolo sud-est del WTC 2 in questo istante è disarticolato, con due pieghe (o discontinuità) nella struttura verticale dell'edificio. Alcuni piani al di sotto della cima dell'edificio, c'è una piega nella linea verticale dello stesso, come se gli ultimi piani iniziassero a inclinarsi verso sud, indipendentemente da ciò che accade sotto di loro. Non ci può essere stato alcun carico aggiuntivo improvviso su questi piani, né ci dovrebbe essere stato alcun indebolimento precedente, poiché si trovano ben al di sopra dei piani inizialmente danneggiati. Quindi perché l'edificio dovrebbe fratturarsi qui? La piega superiore (contrassegnata da "1st kink") si trova al 105° piano, mentre il danneggiamento iniziale si è verificato tra i piani 77° e 85°. Inoltre, quale motivo logico potrebbe esserci per il 105° piano e il 78° piano (dove si trova la piega inferiore contrassegnata da "2nd kink") di cedere esattamente nello stesso momento?

Fig.7 - La "ciambella esotica" del WTC 2 vista da sud. [Mush = Poltiglia; Kink = Piega]

La facciata est del WTC 2, il lato destro dell'edificio mostrato in fig.7, sembra dissolversi o trasformarsi in poltiglia. L'intera sezione superiore, circa un terzo dell'edificio, sembra inclinarsi verso est, mentre i primi piani dalla cima sembrano inclinarsi maggiormente verso sud ed est. Parti distinte della sezione superiore si stanno quindi muovendo in direzioni diverse, il che implica che l'edificio sta andando a pezzi. Cioè, la sezione superiore non fa più parte di un corpo rigido e non si sta nemmeno inclinando in blocco.
La parte superiore dell'edificio sembra incernierata al 78° piano, lungo la facciata est, appena sopra il 75° e il 76° piano, i piani meccanici [dove erano installati gli impianti meccanici, elettrici, ecc.].

Fotografo David Handschuh

David Handschuh, un fotografo che all'epoca si trovava su Liberty Street, con vista dell'angolo sud-ovest del WTC 2, raccontò che "l'intero edificio...si stava semplicemente disintegrando". Quando la Torre Sud ottenne il suo buco, inizialmente descrisse l'evento così:
E poi, questo rumore che riempì l'ambiente assomigliava a quello prodotto da una tubazione del gas ad alta pressione che si rompe. E sembrava provenire da ogni luogo, non da una direzione in particolare. E tutti si guardano intorno chiedendosi "cos'è stato?" E poi all'improvviso esplode la seconda Torre. Quello era il secondo aereo che si schiantava sulla Torre Sud.
La descrizione resa da David Handschuh sopra a partire dal minuto 2:52.

Poco dopo David Handschuh descrive l'edificio che si stava "semplicemente disintegrando".
Stavo camminando da solo e ho sentito...un altro forte rumore che ha come fatto eco al primo...Alzo gli occhi e penso OK, è un altro aereo...e l'intero edificio si stava semplicemente disintegrando. L'edificio stava iniziando a crollare. La mia reazione iniziale è stata quella di afferrare la mia macchina fotografica e di puntarla in alto...La mia reazione iniziale è stata quella di iniziare a scattare foto. Ma da qualche parte nella mia mente una voce mi diceva: "Corri, corri, corri, corri". Faccio questo lavoro da oltre 20 anni e non sono mai scappato da niente. Ma non ho dubbi che se non avessi ascoltato la voce nella mia testa che diceva "corri", se mi fossi fermato a scattare delle foto, oggi non sarei stato qui.   
La descrizione resa da David Handschuh sopra a partire dal minuto 1:18.

Fotografa Ruth Fremson

Ruth Fremson, un altro fotografo, era dalla parte opposta del WTC 2 (vicino a Church e Vesey [Streets]) con vista dell'angolo nord-est del WTC 2. Le sue parole:
Devo essere stata lì,...non potevano essere passati più di cinque minuti prima che il primo edificio iniziasse a crollare. Penso che sia stato probabilmente meno. Penso che trascorsi due o tre minuti di riprese ho sentito questo rombo, e ho pensato che fosse un terzo aereo in arrivo per colpire di nuovo il Trade Center perché sembrava il rumore di un aereo. Dunque, stavo guardando verso l'alto attraverso il mirino, aspettando che l'aereo entrasse nel campo visivo e invece ho visto l'edificio che iniziava ad andare in pezzi.
La descrizione resa da Ruth Fremson sopra a partire dal minuto 1:10.


Fig.8 - La sezione superiore del WTC 2 in ribaltamento si disintegra. (a) Il WTC 2 visto da nord-est. (b) Il WTC 2 visto da nord. 

Come detto la fig.7 mostra la sezione superiore mentre inizia a inclinarsi. La fig. 8a, scattata da nord-est, mostra molto chiaramente la facciata nord inclinata ulteriormente e incernierata approssimativamente al 78° piano. È di vitale importanza notare che ci sono circa 32 piani tra il punto di cerniera e la punta dell'angolo nord-est dell'edificio.

In fig. 8b, la porzione in ribaltamento è diminuita a molti meno piani, ma il resto dell'edificio al di sotto del 78° piano sembra essere ancora intatto. In fig.8a vediamo la sezione superiore in rotazione, e in fig.8b la porzione rotante è notevolmente diminuita, come se si stesse dissolvendo dal basso verso l'alto. In fig.8, l'angolo nord-est del 110° piano si è avvicinato all'angolo nord-est del 78° piano. I rigonfiamenti di polvere sporgono e sbocciano.

Fra la fig.8 e la fig.9, i rigonfiamenti sporgenti si sono uniti in un grande rigonfiamento che circonda l'edificio quasi come una gigantesca palla di neve. Nella fig.9, questo grande rigonfiamento si è espanso e si è spostato verso il basso di un piano o due. L'estremità superiore dell'edificio non è più visibile in nessuna delle due figure. A questo punto, sembra che i due terzi superiori dell'edificio si siano trasformati in un'enorme palla di polvere, ma il terzo inferiore dell'edificio sia ancora intatto.

Fig.9 - La nube di polvere a forma di palla di neve si forma e si espande. (a) Il WTC 2 visto da sud. (b) Il WTC 2 visto da sud.

Ancora una volta, fra le fig.10a e la fig.10b, la parte superiore della struttura si è trasformata in un muro di polvere mentre la parte inferiore dell'edificio sembra essere rimasta intatta, come mostrato anche nel disegno di fig.11.

La transizione tra le fig.11b e fig.11c sembra violare la legge della conservazione della quantità di moto per i corpi rigidi. Ciò implica che qui non abbiamo a che fare con un corpo rigido. La parte superiore dell'edificio si è trasformata in polvere. Una volta che la parte superiore inizia a ruotare, sviluppa un momento angolare [o momento della quantità di moto]. Quel momento angolare prevede che la parte superiore continui a ruotare fino a quando non si schianti a terra. Tuttavia, la fig.11c mostra che in questo caso la parte superiore non ha continuato a ruotare ma è diminuita di dimensioni.

Fig.10 - La parte superiore in ribaltamento diventa la nube di polvere a forma di palla di neve. (a) Il WTC 2 visto da sud. (b) Il WTC 2 visto da sud.

Fig.11 - Disegno della dipartita del WTC 2 vista da sud. [(d) C'è meno peso sulla parte inferiore a questo punto. (e) Cosa preme sull'edificio? I 2/3 dell'edificio non ci sono più.]

L'unico modo in cui questo fenomeno potrebbe verificarsi è se la cima in rotazione non rimanesse di fatto un corpo rigido ma bensì si scomponesse in singole particelle. Solo in questo modo le leggi della quantità di moto non sarebbero violate, dal momento che ogni singola particella può continuare a ruotare conservando dunque la propria quantità di moto. Il fatto che la cima in rotazione non abbia continuato a ribaltarsi significa semplicemente che non è caduta comportandosi come un corpo rigido. La sua disintegrazione spiega anche perché le dimensioni della palla di neve siano aumentate. Ancora una volta, in fig.10a, possiamo vedere che l'edificio si sta già trasformando in polvere quando la parte superiore del WTC 2 ha appena iniziato a inclinarsi.

Fig.12 - L'edificio appare dissolversi in polvere. Non si vedono parti solide di un edificio in caduta qui.

Fig.13 - Il WTC 2 si disintegra.

E. Dopo la Diffusione della Nube del WTC 2


La fig.14 dimostra che il WTC 5, 6 e 7 sono ancora sani. Dopo che il WTC 2 se n'è andato, qui possiamo anche costatare che Vesey Street, situata tra il complesso principale del WTC e il WTC 7, non ha detriti di rilievo ed è soltanto ricoperta di polvere. Né il WTC 5 né il WTC 6 sembrano ancora avere dei buchi dovuti a danneggiamento. Considerando la metà destra dell'immagine, se fossimo in basso a livello della strada, sarebbe piuttosto buio lì. In effetti, se ci trovassimo su Liberty Street di fronte a Bankers Trust ci chiederemmo se il sole fosse tramontato, talmente è poca la luce che sta filtrando. Neanche il tetto di Bankers Trust sta ricevendo molta luce solare. Ma cosa la sta bloccando? Non c'è nulla al di sopra di quel tetto tranne i fumi del WTC 1. Ciò ci suggerisce che la densità dei fumi emanati dal WTC 1 sia maggiore della densità della polvere dovuta al WTC 2. Se guardiamo dall'altro lato dell'East River, c'è molta luce solare nonostante la presenza di polvere dal WTC 2.

Le ombre molto brusche - guardare in mezzo al fiume Hudson - chiariscono che qualcosa sta bloccando il sole rendendo tutto più scuro rispetto a un giorno semplicemente nuvoloso. È più simile a una giornata nuvolosa durante un'eclissi totale di sole. La nube è più densa di qualsiasi nuvola "normale" e questa densità è dovuta al WTC 1. Conclusioni? I fumi del WTC 1 sono molto più densi della polvere del WTC 2 ormai scomparso.

La fotografia in fig.15 è stata scattata subito dopo che il WTC 2 ha fatto "poof" [si è volatilizzato] e la polvere si è diffusa. La polvere è arrivata fino a Warren Street, a circa un isolato dal ponte pedonale, poi si è fermata di colpo. Vedere fig.16.

Fig.14 - L'oscurità ricopre la zona sud di Manhattan. 

Ora, se doveste versare per terra della polvere proveniente da un'aspirapolvere, essa si distribuirebbe su una zona creando un mucchio più alto nel punto in cui la polvere viene versata e meno alto man mano che ci si allontana da questo punto. Si ridurrebbe con una distribuzione simile al profilo di una curva gaussiana, come mostrato in fig.16. Non ci aspetteremmo di vedere un confine netto, simile a quello di una scogliera. Eppure quel tipo di confine è proprio ciò che osserviamo con la polvere del WTC 2.
La fig.15 e la fig.17 mostrano la nube di polvere del WTC 2 che si ferma bruscamente un isolato prima del ponte pedonale.

Fig.15 - Dopo la diffusione della polvere del WTC 2. [Il ponte pedonale è al centro in basso.]

Fig.16 - Grafico che mostra il confine netto creato dalla polvere confrontato con una distribuzione gaussiana.

F. La Diffusione della Nube del WTC 1 


La Fig.17 mostra la diffusione della polvere proveniente dal WTC 1. La polvere distesa per terra di fronte alla nube proviene dal WTC 2, a dimostrazione del fatto che la precedente nube di polvere si sia arrestata a circa un isolato prima del ponte pedonale. La nube di polvere del WTC 1 si è fermata proprio all'altezza del ponte pedonale. Questa distanza ulteriore è approssimativamente uguale alla distanza che separa le due Torri del WTC. Dunque sembra che la nube di polvere proveniente da ogni Torre abbia viaggiato la stessa distanza prima di arrestarsi bruscamente.

Il WTC 2 se n'è andato alle 09:59:04 e il WTC 1 se n'è andato alle 10:28:31, una differenza di 29:27 o circa 30 minuti. Tralasciando la nube stessa, l'aria in fig.17 e in fig.18 sembra essere abbastanza limpida, priva della polvere proveniente dalla prima nube. La polvere sottile non può depositarsi al suolo in 30 minuti. Inoltre, essendoci stata solo una leggera brezza quel giorno, la polvere doveva essere stata abbastanza grossolana per depositarsi così rapidamente dall'aria. (La nube di polvere generata dalla demolizione controllata del Kingdome di Seattle si è posata a terra in meno di 20 minuti. Fonte: Seattle Times)

Fig.17 - La diffusione della polvere dal WTC 1 si avvicina alla polvere depositata del WTC 2.

Fig.18 - La polvere del WTC 1 supera Warren Street.

Fig.19 - La polvere si diffuse fino a una determinata distanza per poi salire in alto.

Ciò che sembra accadere è che le nubi di polvere si diffondano per una certa distanza per poi sollevarsi verso l'alto, come si può vedere nel video di Bob e Bri [prossimo video], che hanno filmato la diffusione della nube dal loro appartamento a Battery Park City (vedere fig.19), il grattacielo sulla sinistra. Il loro video (fig.20) mostra la nube di polvere che si avvicina, poi, poco prima di raggiungere la finestra, si solleva e non li raggiunge mai del tutto. La velocità del vento, registrata negli aeroporti di Newark, LaGuardia e JFK, era in media 9 miglia orarie [14.5 km/h] da nord-nord-ovest [Fonte: Dati Meteo].

Fig.20 - La polvere si arresta appena prima dell'appartamento di Bob e Bri, poi sale verso l'alto. (a) Bob e Bri, al minuto 20:22 circa del video. (b) Bob e Bri, al minuto 21:47 circa del video. 


Il video girato da Bob e Bri dal loro appartamento.


Negli 85 secondi trascorsi tra la fig.20a e la fig.20b, in base al video girato da Bob e Bri, la nube di polvere non tende ad avvicinarsi alla finestra ma sale come il pane che lievita rapidamente. Si può osservare la nube di polvere che sale verso l'alto anche in fig.21.

L'appartamento di Bob e Bri si trova nel primo edificio alto sulla destra. Quando la nube di polvere si diffonde e colpisce un edificio, sembra ci si attacchi. Poi quando il vento la respinge, la polvere sembra scorrere via dall'edificio. Ma nulla fluisce via dalla torre di Bob e Bri, quindi sappiamo che la polvere non l'ha mai raggiunta. E' possibile vedere la polvere che si diffonde da ogni struttura di Battery Park City tranne che da l'edificio di Bob e Bri.

Fig.21 - Vista da nord-est.

Le considerazioni fatte per quanto riguarda la conservazione del momento angolare sono vere anche per la quantità di moto lineare in casi come la diffusione della polvere. Quando la nube di polvere si diffuse lungo West Street, rallentò fino a arrestarsi nel piano orizzontale e cominciò a salire verso l'alto nel piano verticale. Mentre attraversava l'incrocio di Vesey Street, potrebbe essersi mossa a 35-40 miglia orarie [56-64 km/h]. Forse un cavallo da corsa avrebbe potuto superare la nube di polvere, ma nessun essere umano avrebbe potuto fare altrettanto. Quando la nube si diffuse lungo West Street, rallentò drasticamente e si fermò completamente prima di raggiungere il ponte pedonale. Poi salì verso l'alto. La legge di conservazione della quantità di moto ci dice che la quantità di moto di questa nube di polvere deve andare da qualche parte. In questo caso, si arrestò prima di salire, indicando che incontrò molta forza resistente da parte dell'aria.

Fig.22 - La polvere che si era diffusa verso nord ora sta fluttuando in alto mentre viene spinta verso sud dal vento.

Normalmente, è vero che la quantità di moto [ovvero lo slancio in avanti] di una nube di polvere come questa sia rallentata dalla resistenza offerta dal vento. Ma questa resistenza dipende dalla superficie delle particelle. Più fini [sottili] sono le particelle, maggiore è la superficie che possiedono [in rapporto al volume e quindi rispetto la massa]. Più superficie significa una maggiore resistenza offerta dal vento e dunque una maggiore forza di resistenza. Le particelle molto sottili, o le nanoparticelle, non riescono a percorrere molta strada prima che la resistenza del vento le rallenti. Soltanto una polvere abbastanza grossolana può possedere una quantità di moto sufficiente a percorrere una discreta distanza, poiché possiede una quantità di moto lineare sufficiente ad opporsi al vento senza subire molta resistenza dal vento stesso.

Una pietra andrà molto più lontana di un sassolino se entrambi vengono sparati da un cannone alla stessa velocità e, allo stesso modo, la distanza fino alla quale una nube si diffonde è determinata dalla dimensione delle particelle. È interessante notare che in questo caso, invece di depositarsi a terra dopo la diffusione, la nube di polvere del WTC si è sollevata come il pane in lievitazione. La polvere sollevata da un'auto che percorre una strada sterrata si posa a terra e non continua a lievitare come il pane. Sì certo, c'era un vento contrario di 5-8 miglia all'ora [8-13 km/h], ma ciò avrebbe dovuto solo rallentare la nube di polvere in direzione orizzontale. Un vento contrario non avrebbe dovuto farla salire.

G. Nubi Bicolore


Ora dobbiamo osservare qualcos'altro riguardo alla nube di polvere, ovvero la sua colorazione bicolore. Vedere dalla fig.23 alla fig.25. La colorazione contrastante la rende molto diversa da una normale nube di polvere.

Fig.23 - (11/09/01) Fumi bicolore.
Fig.24 - (11/09/01) Fumi a due tonalità alla base della sezione superiore in ribaltamento.
Fig.25 - La diffusione della polvere del WTC 1 vista dall'altro lato del Fiume Hudson. Dei fumi emergono dalle colonne della struttura centrale [il "core"] non più supportate.

H. Dispersione


Un'immagine satellitare scattata il 12/09/01 (fig.26) mostra chiaramente la nube di polvere che viene trasportata dal vento e si disperde per miglia sopra New Jersey e Staten Island. Sembrerebbe che la nube emerga dal sito del WTC rimanendo compatta fino al raggiungimento di una determinata quota, dove inizia a disperdersi. In corrispondenza di quel punto sembra esserci una piega nella scia della nube.

Fig.26 - (12/09/01) www.spaceimaging.com (Una foto ravvicinata è mostrata in fig.15b al Capitolo 7).

Come sappiamo, la demolizione controllata del Seattle Kingdome ha prodotto una nube di polvere che si è diffusa e si è posata a terra in meno di 20 minuti. Eppure, la polvere proveniente dagli edifici del WTC è salita in quota e ha continuato a salire per almeno 99 giorni [Fonte: Gli incendi a Ground Zero bruciarono per 99 giorni, fino al 19 dicembre.].

I. Conclusioni


È ora ovvio che c'è una chiara differenza tra i frammenti di cemento che si trovano in una tipica demolizione controllata e le particelle di polvere dalle dimensioni micrometriche che sono state prodotte l'11 settembre. L'enorme quantità di polvere e il comportamento insolito della stessa attestano il fatto che nessun tipo di demolizione controllata, termite o combustione di carburante per aerei fu responsabile della distruzione delle Torri del WTC.

Fig.27 - (23/09/01) Immagine NOAA ripresa da sopra il complesso del WTC.

Video sottotitolato in italiano in cui Dr. Wood illustra i concetti di questo Capitolo. Le evidenze indicano che la polvere abbia continuato a scomporsi nel tempo. La distruzione degli edifici generò polvere abbastanza grossolana che iniziò a scomporsi già durante la diffusione della polvere stessa.
Viene anche accennato il fenomeno della "schiuma" che affronteremo tra un paio di capitoli.

20 luglio 2019

Capitolo 13 - Incendi Anomali - Incendi Senza Calore, Calore Senza Incendi

Stavamo spegnendo gli incendi delle auto, o meglio ci stavamo provando, e non c'era - l'acqua non aveva alcun effetto sugli incendi delle auto in quel momento.
- Vigile del Fuoco Armando Reno.

Un errore non diventa verità a causa della sua propagazione moltiplicata, né la verità diventa errore perché nessuno la vede.
- Mohandas Gandhi.

A. Introduzione


Cominciamo ad affrontare il problema degli "incendi senza calore" considerando le due immagini qui sotto.

Fig.1 - (11/09/01) (a) Una vista verso nord, attraverso Pine Street, a due isolati a sud di Liberty Street. (b) I veicoli bruciano, ma non la carta (West Broadway).


Nei pressi del complesso del WTC, le nubi di polvere in fig.1a si spostavano troppo velocemente perché qualcuno potesse sfuggirle. Sebbene le nubi raggiunsero e superarono le persone che cercavano di fuggire dalla zona, non ci sono riscontri di pile di corpi bruciati abbandonati. Nessuno ha riferito di essere stato bruciato dalla nube di polvere. I veicoli bruciarono, ma non le persone. I segnali stradali non bruciarono e nemmeno gli alberi.

Fig.2 - Vista verso (a) sud e verso (b) nord di West Broadway.


Come abbiamo visto, la carta sparpagliata vicino ai veicoli in fiamme non bruciava. Infatti, secondo il Comandante Jerry Gombo,
C'era questa fuliggine che ti veniva addosso e poi al posto della neve sul terreno c'erano mucchi e mucchi di carta, voglio dire, un'incredibile quantità di carta. Non sto parlando di uno solo. Ogni volta che facevi un passo ce n'erano dei mucchi, erano alti qualche centimetro, più tutta la fuliggine, i detriti e cose del genere. 
[Fonte:https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110100.PDF

Fig.3 - WTC 4 visto da Church Street. Le bandiere non sono bruciate.


Nella foto di fig.3, vediamo un edificio o una pila di detriti in fiamme in prossimità di ciò che sembra essere carta, eppure la carta - la cui temperatura di accensione è relativamente bassa - non brucia. Ancora una volta, questo è un fenomeno che abbiamo già incontrato, durante l'esamina delle "auto tostate".

Diamo un'occhiata ad altre foto.

Fig.4 - (a) (11/09/01) WTC 4, visto da est. (b) (14/09/01) Bandiere e arbusti non bruciati.


Gli alberi e gli arbusti di fig.3 non mostrano alcun segno di essere stati bruciati, nonostante la presenza di molti incendi attorno a essi.

Fig.5 - (14/09/01) Arbusti non bruciati. Fotografo anonimo contattato direttamente da Dr. Wood. 


Notare in fig.6a che il rivestimento dell'edificio stesso sembra essere in fiamme e dissolversi in fumo.

Fig.6 - La Torre del WTC e il WTC 5 mostrano schemi simili. Questo angolo del WTC 5 è rivolto dall'altra parte rispetto alle Torri. (a) 11/09/01. (b) 14/09/01.


Fig.7 - Ingrandimenti delle fig.6a e fig.6b.
(a) Dalla fig.6a. (b) Schema del danneggiamento (c) Dalla fig.6b. [Notare che il rivestimento in alluminio aveva le giunture ad angolo retto.]


Consideriamo ora la chiamata di emergenza al 911 da parte di Melissa Doi. Di seguito viene riprodotta la trascrizione [quasi] per intero. I commenti di Doi sono in chiaro, quelli della centralinista del 911 in corsivo. Il grassetto viene usato per dare enfasi.

B. La Trascrizione di Melissa Doi

Doi: Beh, non c'è nessuno ancora qui, e il pavimento è completamente avvolto. Siamo sul pavimento e non riusciamo respirare.
911 Centralinista 8695: (incomprensibile)
Doi: E fa molto, molto, molto caldo. 
911 Centralinista 8695: Fa molto...le luci sono ancora accese?
Doi: Le luci sono accese, ma fa molto caldo.
911 Centralinista 8695: Signora, signora ora...
Doi: MOLTO caldo! Siamo tutti sull'altro lato di Liberty e fa molto, molto caldo.
911 Centralinista 8695: Beh le luci, riesce a spegnere le luci?
Doi: No, no le luci sono spente.
911 Centralinista 8695: Ok bene, ora state tutti calmi, state facendo un buon lavoro...
Doi: Per favore!
911 Centralinista 8695: Signora ascolti, stanno arrivando tutti, tutti sanno, tutti sanno cosa è successo, ok...ci vuole del tempo per arrivare lassù, lo sa. Devono stare molto attenti.
Doi: ...molto caldo.
911 Centralinista 8695: Capisco. Devono stare molto, molto attenti...a come si avvicinano, ok? Ora stia calma. Quante persone ci sono con lei in questo momento?
Doi: Ci sono tipo cinque persone qui con me.
911 Centralinista 8695: Tutte al 83° piano?
Doi: 83° piano.
911 Centralinista 8695: con 5 persone...(incomprensibile), avete tutti problemi a respirare?
Doi: Tutti hanno problemi a respirare, alcune persone stanno peggio...di altre.
911 Centralinista 8695: C'è qualcuno incosciente, sono tutti svegli?
Doi: Fin'ora si, ma è...
911 Centralinista 8695: Ascolti, mi ascolti, sono tutti svegli?
Doi: Fin'ora si.
911 Centralinista 8695: Coscienti? E fa molto caldo lì, ma non c'è fuoco, giusto?
Doi: Non riesco a vedere perché è troppo in alto.
911 Centralinista 8695: No, no, molto caldo, nessun fuoco per ora, e niente fumo, giusto? Niente fumo, giusto?
Doi: CERTO CHE C'E' FUMO!
911 Centralinista 8695: Signora, signora, deve stare calma.
Doi: C'è fumo! Non riesco a respirare!
911 Centralinista 8695: Ok, stia calma con me, ok? Capisco...
Doi: Penso ci sia del fuoco perché fa molto caldo.
911 Centralinista 8695: Ok, è...
Doi: Fa molto caldo, ovunque sul pavimento.
911 Centralinista 8695: Ok, so che non lo vede e tutto, ma io sono, io sono (...balbetta alcune parole...) Sto documentando tutto quello che dice, ok? E fa molto caldo, non vede il fuoco, ma vede il fumo, giusto?
Doi: Fa molto caldo, vedo...non vedo, non vedo più l'aria!
911 Centralinista 8695: Ok...
Doi: Tutto quello che vedo è fumo.
911 Centralinista 8695: Okay, cara, mi dispiace così tanto, aspetti un attimo, stia calma con me, stia calma, ascolti, ascolti, c'è stata la chiamata, sto documentando, aspetti un attimo per favore...
Doi: Sto per morire, non è vero?
911 Centralinista 8695: No, no, no, no, no, no, no, signora, dica le sue preghiere.
Doi: Sto per morire.
911 Centralinista 8695: Deve pensare positivo, perché dovete aiutarvi a vicenda a togliervi da terra.
Doi: Sto per morire.
911 Centralinista 8695: Ora guardi, stia calma, stia calma, stia calma, stia calma.
Doi: Dio ti supplico...
911 Centralinista 8695: Sta facendo un buon lavoro signora, sta facendo un buon lavoro.
Doi: No, fa così caldo, sono bollente.
911 Centralinista 8695: Ok signora, il pavimento è caldo, tutto è caldo, ci sono, ci sono tavoli lì? Vada in alto, si allontani dal fumo. Ok, so che lo sa, aspetti un secondo...
911 Centralinista 8695: (alla radio) Al 83° piano, tre persone intrappolate.
Non identificato: (alla radio) Dove?
911 Centralinista 8695: (alla radio) Su al 83° piano, sono intrappolati, fa molto caldo...è quello che sto facendo, solo per fartelo sapere.
Doi: (interruzione agitata) Aspettate! Aspettate! Sentiamo le voci! (urlando ai pompieri) EHI! AIUTO!
911 Centralinista 8695: Pronto, signora, signora?
Doi: (urlando ai pompieri) AIUUUUUTOOOO!
911 Centralinista 8695: Ok, stia calma, stia calma, signora, signora.
Doi: (urlando ai pompieri) AIUUUUUTOOOO!
911 Centralinista 8695: Stia calma, stia calma, non si muova.

Ci sono molte cose interessanti che emergono dalla registrazione audio e dalla trascrizione. Sarebbe meglio elencarle in una lista:
  1. Più e più volte Melissa Doi sottolinea quanto faccia caldo;
  2. Sottolinea che c'è un tale livello di "fumo" che riesce a malapena a "vedere l'aria"; e infine,
  3. Nonostante affermi che ci sia un calore estremo, non riesce a vedere alcun fuoco;
  4. Sebbene sottolinei quanto faccia caldo, il discorso di Melissa Doi è rapido ed emotivo, non letargico. Qualcuno che abbia fisicamente caldo (sauna, vasca idromassaggio) è letargico, non in preda al panico;
  5. Nella registrazione audio, Melissa Doi afferma che tutti hanno problemi a respirare, ma non sentiamo mai né lei né nessun altro tossire o ansimare.
Tutte queste descrizioni sono simili ai tipi di effetti che si verificano in un campo energetico, come un campo a microonde. Detto questo, possiamo ora fare alcune osservazioni aggiuntive. Se quel giorno ci fosse stato un vasto campo di microonde in funzione, ciò spiegherebbe perché così tanta carta non bruciava nelle immediate vicinanze di altri detriti in fiamme, poiché quei detriti vengono letteralmente - come il pollo sul piatto di carta nel vostro forno a microonde - cucinati dall'interno. E' possibile che il rivestimento esterno in alluminio delle Torri potrebbe essersi comportato come una specie di "griglia per forno a microonde" per confinare qualunque fosse il tipo di energia intrappolata al suo interno e accumulare un campo energetico, una sorta di onda stazionaria, che potesse - letteralmente - ridurre gli edifici in polvere. Prima di spingerci troppo oltre, ci sono altre prove da considerare.

La telefonata di Melissa Doi al numero di emergenza 911, con trascrizione in inglese sopra.


La telefonata dal 105° piano del WTC 2 di Kevin Cosgrove. Trascrizione in inglese nel video. Anche nel caso di Cosgrove, non sembra avere troppe difficoltà respiratorie dovute al fumo causato dagli incendi. E' sicuramente nel panico, dice che ha bisogno d'ossigeno ma non sta tossendo. La telefonata s'interrompe tragicamente con la distruzione dell'edificio.

C. Le Voci di Calore Elevato


L'immagine in fig.8a è stata spesso usata da coloro che contestano la storia ufficiale dell'11 settembre, affermando che dimostrerebbe il "calore elevato" presente tra le macerie del WTC.

Fig.8 - (a) Questa immagine promossa e pubblicizzata è stata interpretata erroneamente. (b) Tabella per le temperature.


Gli oggetti incandescenti emettono luce, ma non tutto ciò che emette luce è incandescente. Consideriamo una luce fluorescente. Splende abbastanza da illuminare la stanza ma non emette luce mediante il calore (come nell'incandescenza). Pertanto, una foto di qualcosa che brilla non dimostra che sia caldo. In merito alla foto, dobbiamo considerare maggiori informazioni. Quando i materiali vengono riscaldati a una determinata temperatura emettono luce di un colore specifico, come mostrato nella tabella in fig.8b. Questo vale per tutti i metalli, fusi o meno, sia all'interno che all'esterno. Il materiale sul lato destro (nella pinza idraulica) di fig.8a ha un colore che richiederebbe che la maggior parte di esso fosse tra 810°C e 1050°C. Ma dobbiamo ammettere che i sistemi idraulici vengono permanentemente danneggiati se utilizzati a temperature superiori a 82°C [Fonte: Hydraulic Equipment Reliability: Beyond Contamination Control]. Questa apparente impossibilità o contraddizione è affrontata più in dettaglio nella prossima sezione.

Fig.9 - Strano aspetto incandescente senza bruciare la carta o fondere l'alluminio. 


Il materiale sul lato sinistro della fig.8a ha un colore che richiederebbe che la maggior parte di esso fosse tra 810°C e 1050°C. Ma vediamo anche molta carta incombusta accanto al materiale dall'aspetto incandescente. Sembrerebbe anche che parte della carta stia brillando.

La versione intera delle immagini sopra è mostrata in fig.9. Un pezzo di rivestimento di alluminio vicino al centro della foto sembra brillare a un'estremità [Dr. Wood dichiara di non esserne certa nelle note a fine capitolo]. Ma l'alluminio si scioglie a 660°C, molto prima che diventi abbastanza caldo da emettere luce. Questo pezzo di rivestimento in alluminio non si è sciolto e mantiene ancora la sua forma. Il materiale incandescente al'estrema destra (il materiale che assomiglia ai "Cheetos" sul terreno) è sparpagliato e non ha molta massa. Quindi è improbabile che siano incandescenti a causa del calore. È interessante notare che dei fumi stanno emanando dal rivestimento in alluminio ma non dal materiale incandescente.

[L'autore della foto in fig.9 dovrebbe essere Alan Chin come indicato in questo sito Alan Chin, NY. La foto di fig.9 presente sul Libro di Dr. Wood proviene dallo stesso sito Pixelpress. La foto è stata inizialmente archiviata su Archive.org già il 06/01/2002. Tuttavia, esiste un'altra versione di questa foto in cui i colori sono nettamente diversi (i materiale incandescente appare meno giallo luminoso). La foto è stata scattata presumibilmente sempre da Alan Chin come si legge in questo articolo da cui è stata scaricata la foto. La prima comparsa dell'articolo, e dunque della foto su Archive.org, è del 15/03/2016. La foto, chiamiamola "più recente" è stata usata dal sito Metabunk.org per smentire il "metallo fuso." L'articolo in inglese potete leggerlo qui A "Molten Metal" 9/11 Photo - Is Just Burning Paper. Metabunk.org è il sito di un noto debunker anglosassone di nome Mick West, praticamente il clone del nostro Paolo Attivissimo. Ovviamente non possiamo avere le prove di quale sia la foto originale, ma le date presenti su Archive.org sono una forte indicazione di quale sia la foto originale (quella di fig.9) e sulle intenzioni di certi personaggi.]

Come riporta l'articolo linkato al paragrafo precedente, questa foto è stata scattata da Alan Chin all'incrocio tra Broadway e Liberty Street alle 11:00 dell'11 settembre. 


La luminanza senza riscaldamento è un fenomeno che si riscontra nella fusione fredda e nell'effetto Hutchison, che sarà esaminato in seguito [Ken Shoulders - EVOs and the Hutchison Effect]. Per quanto riguarda l'effetto Hutchison, Richard Sparks ha dichiarato:
Un fenomeno meno frequente è l'evidente riscaldamento fino ad incandescenza di campioni di ferro e acciaio aventi elevati rapporti tra lunghezza e larghezza. Questo evento non è accompagnato da riscaldamento [visibile], [evidente] annerimento o combustione di materiali combustibili a contatto con il campione per tutta la durata dell'evento di circa due minuti. La fratturazione di certe geometrie di ferro e acciaio accompagnata da un campo magnetico anomalo residuo, di natura permanente, non è rara. [Fonte: The Hutchison File, p.67]
La fotografia di fig.10a è stata spesso (e in maniera non appropriata) usata come evidenza di "metallo fuso" e "evidenza di termite". Questa immagine è stata inserita nel rapporto del NIST in cui gli autori riconoscono di aver regolato l'intensità della fotografia. Supponiamo che il colore non sia stato modificato, ma solo la luminosità.

Fig.10 - Materiale misterioso che fuoriesce dal WTC 2: (a) 9:53:51, (b) 9:57:45.


Il materiale che fuoriesce dalla finestra del 80° piano, direttamente sotto la freccia che indica la colonna 255, sembra brillare di un colore giallo-arancio. Se il materiale fosse incandescente perché caldo, dovrebbe essere a circa 1100°C. Sembra anche che stia scrosciando sopra il rivestimento di alluminio sottostante, eppure quel rivestimento di alluminio non sembra fuso. Inoltre, il flusso sembra essere enorme, proveniente da una riserva di forse centinaia di galloni [1 gallone = 3.785 litri], il tutto presumibilmente a 1100°C. Eppure, nulla ad esso adiacente sembra essere caldo, fuso o deformato.

La fotografia in fig.10b è stata scattata vicino al livello del suolo, al di sotto del punto in cui il presunto liquido fuoriesce dall'edificio a circa una sessantina di piani sopra. In questa figura, il materiale è stato disperso nell'aria eppure mantiene il suo colore. Le goccioline più piccole possiedono una superficie notevolmente maggiore [per lo scambio termico, rispetto a quelle più grandi] che viene raffreddata dall'aria, e nonostante questa dispersione, il colore sembra rimanere giallo e uniforme. Questo non è il comportamento del metallo fuso caldo. Le scintille e gli schizzi prodotti durante la saldatura si raffreddano, solitamente a partire da un bagliore luminoso, prima di cadere a terra da un'altezza di pochi piedi, cambiando colore durante il volo mentre si raffreddano. Ricordiamoci, gli oggetti caldi emettono luce, ma non tutto ciò che emette luce è caldo.

Video del metallo fuso che fuoriesce dal WTC 2.


Video in inglese tratto di una presentazione in cui Dr. Steven Jones mostra alcune foto del presunto metallo fuso come prova dell'uso della termite per demolire le Torri. In particolare, si noti la foto al minuto 1:32 in cui sembrerebbe che alcuni vigili del fuoco e soccorritori stiano scavando in prossimità di una sorgente di calore elevato. Inoltre, Dr. Jones sostiene che il materiale che fuoriesce dal WTC 2 non sia alluminio. 


Video che dimostra chiaramente che una delle foto che Dr. Steven Jones usa come evidenza di metallo fuso sia semplicemente un luce usata dagli operai per illuminare sotto le macerie. Se fosse stato metallo fuso gli operai si sarebbero certamente ustionati. Perché mai un fisico, a suo dire "in cerca della verità", debba comportarsi in maniera così approssimativa senza verificare le cosi dette prove prima di presentarle come certe rimane un mistero. Ci sono forti dubbi sulla sua buonafede. 


[Apriamo una parentesi sulla controversia sulla natura del materiale che fuoriusciva dal WTC 2, nata tra il fisico Dr. Steven Jones, uno dei proponenti della teoria della termite e co-autore dell'articolo "Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe" già discusso al Capitolo 7, e Dr. Wood. Come visto nel video sopra, Dr. Jones è convinto che quel materiale non sia alluminio ma metallo fuso poiché sostiene che "l'alluminio fuso rimane sempre di color argento (simile alla carta stagnola usata in cucina) ad ogni temperatura in condizioni diurne". 


In questo video potete sentire l'audio in inglese in cui Dr. Jones fa la dichiarazione sull'alluminio. 


Per quale motivo un fisico, che dovrebbe conoscere bene le proprietà dei materiali e il comportamento degli stessi in funzione della temperatura, farebbe tali dichiarazioni palesemente false e smentibili da semplici esperimenti? Forse per inculcare nell'opinione pubblica che c'era un calore estremo a Ground Zero che ha fuso l'acciaio e che è stato anche rilevato per settimane, come vogliono farci credere?

Seguendo questo link L'alluminio brilla, che porta a una pagina del sito di Dr. Wood, potete seguire la controversia e l'esperimento eseguito dalla dottoressa e da Michael Zebuhr, un suo studente morto assassinato, che dimostrano che l'alluminio emette luce ad una certa temperatura. Nel commentare le foto di operai mentre colano dell'alluminio fuso incandescente, che Dr. Wood aveva inviato a Dr. Jones via email insieme alle foto dell'esperimento, è stato lo stesso Dr. Jones a sollevare l'obiezione che non sia possibile stabilire il tipo di materiale fuso da una semplice foto. Ciò è davvero curioso...sembra che nel caso del materiale fuoriuscito dal WTC 2 tutto ciò non valga! Tramite questi esperimenti, Dr. Wood ha voluto dimostrare che l'alluminio può emettere luce se riscaldato a sufficienza, ma non certo dimostrare che il materiale fuoriuscito dal WTC 2 fosse alluminio. Infatti ha sempre sostenuto di non avere abbastanza elementi per stabilire quale fosse quel materiale.]     

Fig.11 - (21/09/01) Questa foto è chiamata l'immagine "Cheeto" perché l'oggetto arancione nell'angolo in basso a sinistra sembra un Cheeto. Foto attribuita a Frank Silecchia. [Esistono dubbi circa l'autenticità di questa foto. Seguendo questo link potete leggere la ricerca in 4 parti su questa fotografia e trarre le vostre conclusioni in merito: Studies of a Flasified Photo - part 1. Come l'autore dell'articolo, anche Dr. Wood ha localizzato la presunta posizione del materiale arancione. Vedere fig.31.]


Ora, tenendo presente quanto sopra, consideriamo di nuovo l'immagine in fig.11, e notiamo che l'escavatore sta ovviamente utilizzando l'azionamento idraulico. Se l'escavatore avesse scavato attorno a un cumulo di detriti roventi, il cilindro idraulico della benna sarebbe stato riscaldato fino al punto di bloccarsi molto prima che potesse sollevare qualcosa reso incandescente a causa del calore. Le tolleranze in un cilindro idraulico sono progettate per una particolare temperatura di esercizio, in maniera simile a un pistone di un motore per auto. È stato ipotizzato che dell'acqua venisse spruzzata sulle macchine per raffreddarle. Se dell'acqua venisse spruzzata su un motore per auto surriscaldato potrebbe criccare il blocco motore. Le apparecchiature idrauliche, come un motore per auto, hanno un campo di temperatura in cui sono progettate per funzionare.

Ora diamo un'occhiata più da vicino ai sistemi idraulici e alle temperature massime di esercizio consentite:
Temperature del fluido idraulico superiori a 82°C danneggiano la maggior parte delle guarnizioni e accelerano il deterioramento dell'olio. Un singolo evento di surriscaldamento di entità sufficiente può danneggiare permanentemente tutte le guarnizioni di un intero sistema idraulico, causando numerose perdite. I sottoprodotti del deterioramento termico dell'olio (particelle morbide) possono causare problemi di affidabilità come l'attrito nell'otturatore delle valvole e l'intasamento del filtro. [Fonte: Hydraulic Equipment Reliability: Beyond Contamination Control]

Tabella 1 - Correlazione tra viscosità operativa, temperatura e grado dell'olio. 


[Dunque, se l'olio idraulico supera temperature di circa 80-90°C vanno in crisi le guarnizioni dei cilindri idraulici, gli otturatori delle valvole che regolano il flusso dell'olio in pressione, i filtri dell'olio e i cuscinetti delle articolazioni delle benne. Ovviamente, l'olio potrà raggiungere tali temperature solo se la benna viene esposta ad un flusso di calore che ne aumenta la temperatura fino a 80-90°C. Immaginiamo un escavatore in esercizio continuo che scavi per ore tra le macerie dove sia presente il presunto metallo fuso. Quale sarebbe il risultato?]

Cosa significa tutto ciò?

Nel libro di David Ray Griffin, Debunking 9/11 Debunking: An Answer to Popular Mechanics and Other Defenders of the Official Conspiracy Theory, Griffin, con le seguenti dichiarazioni, cerca di convincere i suoi lettori che al sito del World Trade Center c'era del metallo fuso. [Griffin è un teologo che ha scritto molti libri sul 11 setttembre.]
Tuttavia, fu in relazione alla questione del metallo fuso che (Jim) Dwyer (NYT) manifestò pienamente la sua ignoranza dei fatti cruciali. Facendo notare che Steven Jones aveva sostenuto che "il metallo fuso trovato nelle macerie fosse la prova della presenza di esplosivi per demolizione poiché un normale incendio aereo non genera abbastanza calore," Dwyer diede l'ultima parola al direttore della Protec, una società di monitoraggio per demolizioni, che disse che "se ci fosse stato dell'acciaio fuso tra le macerie, avrebbe danneggiato permanentemente qualsiasi attrezzatura da scavo con cui entrasse in contatto". [Fonte: Debunking 9/11 Debunking, pag. 314].
Qui abbiamo un esempio estremo della tendenza di favorire argomentazioni a priori rispetto all'evidenza empirica. Come abbiamo visto nel capitolo 3, la testimonianza dell'esistenza del metallo fuso nelle macerie è così schiacciante da sciogliere completamente ogni dubbio sulla questione.  [Fonte: Debunking 9/11 Debunking, pag. 315].
Nell'articolo citato da David Ray Griffin, Jim Dwyer scrisse:
Jones inoltre sostiene che il metallo fuso trovato nelle macerie sia la prova della presenza di esplosivi per demolizione poiché un normale incendio aereo non genera abbastanza calore. Ha citato fotografie di macchine movimento terra che rimuovono detriti che sembravano rossi.
Replicando, Blanchard della Protec disse che se ci fosse stato dell'acciaio fuso tra le macerie, avrebbe danneggiato permanentemente qualsiasi attrezzatura da scavo con cui entrasse in contatto. "Come punto fondamentale, se un escavatore scavasse in una pila di acciaio fuso riscaldato a oltre 2000°F [1093°C],  perderebbe completamente la sua capacità di funzionare", scrisse Blanchard. "Come minimo, il sistema idraulico avrebbe immediatamente ceduto e le sue parti mobili si sarebbero incollate o avrebbero grippato". [Fonte: U.S. moves to debunk 'alternative theories' on Sept. 11 attacks].
Dr. Wood è d'accordo con la dicitura usata da Jim Dwyer, che descrive questa fotografia come un'immagine di macchine da costruzione che rimuovono detriti che "sembravano essere rossi". Ma una foto come questa, scattata da una fotocamera ottica, non da una termocamera, cattura il colore, non la temperatura degli oggetti nella fotografia. David Ray Griffin quindi, invece di consultare una fonte attendibile sull'idraulica delle macchine, cita informazioni di seconda mano per confutare la credibilità delle informazioni di Jim Dwyer.
In una di queste dichiarazioni, inoltre, Greg Fuchek disse, "a volte quando un lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle macerie, l'estremità della trave gocciolava di acciaio fuso". Evidentemente il mezzo di questo operaio non è stato "danneggiato permanentemente". Dwyer stava scrivendo una storia per il New York Times, a cui piace pensare di possedere i più alti standard di eccellenza. Ma a quanto pare non ha verificato se le prove supportassero Jones piuttosto che l'uomo della Protec - anche se una ricerca su Google sul "metallo fuso a Ground Zero" avrebbe prodotto oltre 300000 risultati, molti dei quali contengono testimonianze delle persone citate nel Capitolo 3, come Peter Tully, Mark Loizeaux e Leslie Robertson. [Fonte: Debunking 9/11 Debunking, pag. 315].
Una ricerca su Google sul "metallo fuso a Ground Zero" ha prodotto oltre 300000 risultati, ma non una singola fotografia di una goccia solidificata di acciaio fuso. Inoltre, da quando le questioni scientifiche vengono risolte dal numero di "risultati" prodotti da una ricerca su Google? Per quanto riguarda Peter Tully, Mark Loizeaux e Leslie Robertson, sono tutti stati pagati milioni di dollari provenienti dalle tasse degli americani. Sono forse da considerare come testimoni imparziali? 
Leslie Robertson, membro della società di ingegneria che ha progettato le Twin Towers, ha dichiarato: "Dopo 21 giorni dall'attacco, gli incendi erano ancora vivi e l'acciaio fuso scorreva ancora." [Fonte: Debunking 9/11 Debunking, pag. 181-182].
Ma dov'era questo acciaio fuso che "scorreva ancora" e in quali precise circostanze? Non ci viene fornita nessuna prova o informazioni concrete.

Anche in questo caso sembra che David Ray Griffin valuti maggiormente l'influenza di chi è sul libro paga di quanto non faccia con le prove fisiche. Questo è molto preoccupante. In base alle evidenze, la storia del metallo fuso appare essere esattamente ciò - una storia. Certamente, è una cosa molto diversa dall'abbondante evidenza documentata e osservabile del metallo incandescente. Abbiamo visto la tabella che mostra le temperature massime in cui possono operare i sistemi idraulici. Questa tabella supporta quello che ha detto il giornalista del New York Times Jim Dwyer. Ciononostante, Griffin insulta Dwyer affermando di aver "pienamente manifestato la sua ignoranza dei fatti cruciali".

I fatti cruciali, tuttavia, sono favorevoli a Dwyer - ovvero, che le temperature elevate avrebbero danneggiato permanentemente, se non distrutto l'attrezzatura idraulica. I fatti sono ben consolidati e disponibili nei manuali di ingegneria meccanica e su Internet. Inoltre, fino alla data di pubblicazione del Libro [Where did the Towers Go? 2010], nessuna prova è ancora venuta alla luce che Peter Tully, Mark Loizeaux o Leslie Robertson abbiano mai visto il metallo fuso:
Mr. Bryan: [Fonte: Risposta di Mark Loizeaux via email]
Non ho personalmente visto l'acciaio fuso al sito del World Trade Center. Mi è stato segnalato dagli appaltatori con cui lavoravamo. L'acciaio fuso fu riscontrato principalmente durante lo scavo dei detriti attorno alla Torre Sud quando dei grandi escavatori idraulici stavano scavando dei fossati da 2 a 4 metri di profondità nella pila di detriti compattati/in fiamme. Ci sono sia riprese che foto di acciaio fuso mentre viene "intinto fuori" dalle benne degli escavatori. Non sono sicuro dove potresti ottenere una copia.
Spiacente, non posso fornirle una conferma personale.
Cordialità,

Mark Loizeaux, President
CONTROLLED DEMOLITION, INC.
2737 Merryman's Mill Road
Phoenix, Maryland USA 21131
Tel: 1-410-667-6610
Fax: 1-410-667-6624
Fig.12 - (13/10/01) Un incendio non provoca ruggine istantanea e uniforme. (I fumi arancioni sono probabilmente dovuti all'impiego della fiamma ossiacetilenica per tagliare l'acciaio.) 


Inoltre, c'è un video su Youtube [non più disponibile seguendo il link fornito nel Libro] la cui trascrizione, riprodotta di seguito, rivela alcune interessanti discrepanze.
GEORGE PATAKI: Questa era la Torre Sud. Era alta 104, 106 piani, e questo è ciò che rimane. Lassù c'era la Torre Nord. Dai uno sguardo, e vedi che non c'è cemento, c'è pochissimo cemento. Tutto ciò che vedi è l'alluminio e l'acciaio.
GIORNALISTA: Cos'è successo al cemento?
GEORGE PATAKI: il cemento è stato polverizzato, e io ero lì martedì, ed era come se fossi su un pianeta sconosciuto. Tutta Lower Manhattan, non solo questo sito. C'era polvere da fiume a fiume, profonda 2-3 pollici [5-7.5 cm]. Il cemento è stato praticamente, ehm - polverizzato e...
GIORNALISTA: Come si spiega Governatore, il fumo che emerge ancora dal fuoco?
GEORGE PATAKI: C'è ancora fuoco laggiù in basso, c'è un cumulo di macerie incredibilmente profondo e la Torre si estende 5, 6 piani sottoterra che, ehm, c'è ancora fuoco sotto.

Video in inglese in cui il Governatore di New York George Pataki viene intervistato da Bill Hemmer della CNN. Fare riferimento alla trascrizione sopra per parte della traduzione in italiano.

POMPIERE: E' così sin dal primo giorno. Oh, è incredibile. Siamo a sei settimane dopo, quasi sei settimane più tardi. E mentre ci avviciniamo, al centro di tutto quanto, diventa sempre più caldo. Probabilmente è a 1500 gradi [gradi Fahrenheit, pari a 815°C]. Abbiamo visto alcune piccole finestre su quella che pensavamo fosse una zona di guerra ad un certo punto, e sembrava un forno, sai, con un fuoco ruggente all'interno. Aveva un colore rosso arancione brillante, luminoso.
Oppure, potrebbe essere che il colore arancione rossastro di cui sta parlando sia in effetti ruggine rossa?
POMPIERE: Vedi quella roba che sta tirando fuori?
PERSONA: Cos'è Comandante?
POMPIERE: Sai, sospenderemo l'erogazione dell'acqua. Vedi quella roba che sta tirando fuori in questo momento? (indicando un escavatore).
PERSONA: Si
POMPIERE: È rossa rovente. Se la innaffiamo il vapore eccessivo non permetterà all'operaio di vedere cosa sta facendo.
PERSONA: Grandioso.
[...]
POMPIERE CAPO: Vedi come continuano a fumare questi detriti? E' per via dei fuochi che stanno ancora bruciando. Otto settimane dopo abbiamo ancora fuochi ardenti. Di tanto in tanto, uno dei macchinari aprirà una piccola area scavando. L'ossigeno fluisce all'interno e si genera questo pennacchio di fumo marrone-nero. Questo perché l'incendio è stato alimentato dall'ossigeno. Quindi, voglio dire, queste robe stanno bruciando. Ad un certo punto penso che fossero a circa 2800 gradi [gradi Fahrenheit, pari a 1538°C].

Il pompiere capo, tuttavia, sembra inconsapevole del fatto che il fumo marrone non viene prodotto dal "fuoco" normalmente.
V/O [Voice over = fuori campo]: Gli incendi sotterranei, innescati dal fuoco proveniente dal combustibile per jet, hanno fumato per mesi, alimentati dal metallo fuso e dalla moquette sepolta, dai mobili per ufficio, dai pannelli di legno e dalla carta.
L'acciaio è forse considerato un combustibile? La carta è bruciata? La moquette, i mobili per ufficio, i rivestimenti in legno e la carta possono alimentare un fuoco generando abbastanza calore da fondere l'acciaio? Se lo facessero, perché non si fonde la griglia sul camino? Perché non si scioglie una comune stufa a legna?
Di seguito abbiamo la seguente dichiarazione:
DONNA CON CASCHETTO ANTINFORTUNISTICO: Gli stivali con punta d'acciaio sono una delle cose più eclatanti. Sulle macerie ci sono ancora, credo, 1100 gradi [gradi Fahrenheit, pari a 593°C]. Gli stivali dei ragazzi si squagliano nel giro di poche ore.

Pensiamo a tutto ciò per un minuto. Consideriamo gli stivali con punta d'acciaio come un forno, solo più caldi. Se mettessimo un tacchino in quei stivali verrebbe incenerito in pochi minuti. Perché i piedi all'interno di quei stivali non furono inceneriti?
POMPIERE: Scendevi di sotto e vedevi l'acciaio fuso. L'acciaio fuso che scorreva lungo le guide del canale, come se fossi in una fonderia. Come la lava in un vulcano.
[...]
V/O: Uno dei reperti più insoliti ad emergere dalle macerie è questo oggetto simile a una roccia, noto come "il meteorite".
UOMO CON IL VESTITO: C'è questo elemento fuso di - di acciaio, acciaio fuso e cemento e tutte queste cose, tutte fuse dal calore in un singolo pezzo.
UOMO CON IL BLAZER: Quasi come un pezzo di lava da Kilauea o dall'Islanda, in cui ci sono schegge molto affilate ma - ma fragili qui all'estremità.

Video in inglese che include quasi tutte le testimonianze di metallo fuso riportate sopra (anche se non in ordine) e altre ancora.


Ora, prendiamo nota che in nessun modo Dr. Wood sta affermando o suggerendo che il pompiere stesse mentendo in riguardo al "metallo fuso". D'altra parte, i ricordi non funzionano come i registratori a nastro e non c'è dubbio che i ricordi possano essere manipolati. La sindrome della falsa memoria si riferisce alla creazione di ricordi che non si basano su eventi concreti e oggettivi. Consultare le fonti seguenti per maggiori informazioni: Misinformation and Memory, The Creation of New Memories. Consideriamo le seguenti affermazioni:
Soggettivamente, a cosa assomigliano i ricordi di informazioni false? Un tentativo di esplorare questo problema ha confrontato la memoria di un cartello stradale "dare precedenza" che era stato effettivamente visto in un incidente stradale simulato, con la memoria di altri soggetti che non avevano visto il segnale ma che gli era stato suggerito (Schooler et al., 1986). Le descrizioni verbali delle memorie "irreali" erano più lunghe, contenevano più hedges verbali (penso di aver visto...), più riferimenti a operazioni cognitive (Dopo aver visto il segnale la risposta che diedi fu più un'impressione immediata...) e meno dettagli sensoriali. Quindi, statisticamente, un gruppo di ricordi reali potrebbe essere diverso da un gruppo di ricordi irreali. Naturalmente, molte delle descrizioni di memoria irreali contenevano hedges verbali e dettagli sensoriali, rendendo estremamente difficile prendere un singolo resoconto di memoria e classificarlo in modo affidabile come reale o irreale...
Un approccio diverso alla natura dei ricordi di informazioni false è il lavoro di Saragozza e Lane (1994) che hanno posto la domanda: le persone confondono i suggerimenti fuorvianti con i loro "veri ricordi" dell'evento vissuto? Si sono posti questa domanda a causa della reale possibilità che i soggetti potessero riportare informazioni false perché credevano che fossero vere, anche se non avevano ricordi specifici di averle viste. Dopo numerosi esperimenti in cui ai soggetti sono state poste domande molto specifiche sui loro ricordi riguardo la fonte delle informazioni suggerite che stavano accettando, i ricercatori hanno concluso che i soggetti indotti in errore a volte ricordano di aver visto cose che gli erano state semplicemente suggerite. Hanno fatto riferimento al fenomeno come "all'effetto della fonte errata". Ma hanno anche notato che l'entità dell'effetto può variare e hanno sottolineato che le errate attribuzioni della fonte non sono inevitabili in seguito all'esposizione a informazioni errate...
Considerati nell'insieme questi studi mostrano il potere di questa forte forma di suggestione. Ha portato molti soggetti a credere o persino ricordare in dettaglio eventi che non sono accaduti, che sono stati completamente costruiti con l'aiuto di familiari, e che sarebbero stati traumatici se fossero realmente accaduti...
L'informazione falsa può indurre le persone a credere erroneamente di aver visto dettagli che sono stati loro solo suggeriti. L'informazione falsa può persino condurre le persone ad avere ricordi falsi molto ricchi. Una volta accettati, le persone possono esprimere questi falsi ricordi con sicurezza e dettagli.
[Fonte: Planting misinformation in the human mind: A 30-year investigation of the malleability of memory]
Tendiamo ad adeguarci (anche se inconsciamente) a ciò che pensiamo che dovremmo ricordare. Questo è ciò che permette all'uomo di riprendersi da lesioni cerebrali o infarti, facendo propri i ricordi di chi ci circonda. Inoltre, se le persone non sono sicure dei propri ricordi e percezioni, spesso le rafforzano con i pensieri di coloro che sono vicini (anche se inconsciamente). Questo è il motivo per cui chiediamo dei consigli. E' altrettanto vero nelle situazioni di stress elevato e di emergenza. Se qualcuno per la strada urla freneticamente, "TUTTI A TERRA", la maggioranza delle persone seguirebbe immediatamente l'indicazione, specialmente se pensano che anche tutti gli altri si stanno buttando a terra. Se, come membri di un gruppo, la nostra memoria non è perfetta o la nostra percezione di un evento non è perfetta, possiamo adattarci - ma questo significa anche che possiamo essere ingannati proprio perchè siamo membri di quel gruppo.

Ora considerate che potremmo avere a che fare con la più imponente operazione psicologica [psyop] di tutti i tempi. I creatori di questa psyop sanno come funziona la psiche umana. Sanno che in seguito a un evento enorme e traumatico come l'11 settembre, gli umani avranno bisogno di informazioni supplementari e si porranno domande. E, come spesso si dice, "le prime impressioni rimangono". Non appena riceveranno una risposta, ci si aggrapperanno e non vorranno più voltarsi indietro. Dopotutto, guardare indietro potrebbe voler dire rivivere i momenti più orribili nella vita di una persona. Quante persone vorrebbero farlo? Inoltre, guardare indietro contraddirebbe la nostra naturale tendenza ad adattarsi al nostro ambiente. Quindi, le prime risposte fornite alle persone tendono a essere ripetute ciecamente, auto-rafforzandosi. Probabilmente ciò assomiglia al lavaggio del cervello, anche se è importante ricordare che questo schema di comportamento sembra essere un aspetto tipico della natura umana - che secondo Dr. Wood ha qualcosa a che fare con il motivo per cui questa psyop a livello mondiale ha funzionato così bene.

Dopotutto, nei video notiziari del 12 settembre 2001 (discussi all'inizio del Capitolo 14), i giornalisti dell'ABC Peter Jennings, George Stephanopoulos e Robert Krulwich hanno chiesto in sostanza: "Dove sono finite le Torri?" Perché questi giornalisti hanno smesso di porsi questa domanda poco dopo? E perché pure tutti noi abbiamo smesso di porci questa domanda (almeno ad alta voce)?

Torniamo alla evidenze termiche. Consideriamo le immagini termiche di Ground Zero mostrate in fig.13. Ci hanno detto che un'immagine è stata scattata il 16 settembre 2001 e la seconda pochi giorni dopo, il 23 settembre.

Fig.13 - (16-23/09/01) Ciò che hanno definito come punti caldi sono visibili come zone arancioni e gialle. Dozzine di punti caldi sono visibili il 16 settembre, ma la maggior parte di essi si era raffreddato o gli incendi erano stati spenti al 23 settembre. https://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/thermal.r09.html


Se questi punti caldi a Ground Zero fossero "reali", i soccorritori esposti a 400-800 gradi Celsius sarebbero stati immediatamente cotti, carbonizzati ed essiccati. Un tacchino cuoce a 177 gradi centigradi. Com'è possibile camminare su un forno a 800 gradi Celsius e vivere per più di un secondo o due?

Tabella 2 - (16/09/01) Dati termici dei punti caldi.


Fig.14 - Punti caldi sott'acqua senza alcuna ebollizione? (a) Posizione di alcuni punti caldi il 16/09/01 (b) West Street l'11/09, allagata in seguito alla rottura di una conduttura principale dell'acqua.


La foto in fig.15 è stata scattata nella posizione "F" come mostrato in fig.14a. Sembra che ci sia una pozza d'acqua sul fondo della fossa con i detriti, e le persone che l'attraversano non sono certamente arrostite. Non ci possono assolutamente essere 800°F [427°C] in questa posizione.

Fig.15 - (18/09/01) Seminterrato del WTC 2 due giorno dopo l'immagine termografica ripresa il 16 settembre 2001.


D. Esplosioni di Vapore


Fig.16 - (18/07/07) Vapore espulso da una tubazione guasta a New York City. Foto di USA Today.


La fig.16 è parimente importante, poiché se ci fosse stato del metallo fuso l'11 settembre, ci sarebbe stata un'esplosione di vapore con la presenza di tutta quell'acqua. Eppure, come si vede di seguito, non solo c'è dell'acqua, e poco vapore, ma soprattutto molta gente viva che cammina nel bel mezzo di tutto ciò.

Fig.17 - (11/09/01) (a) Ecco la "sponda" sud in seguito alla rottura di una conduttura principale dell'acqua. Si noti ciò che ha le sembianze di "vapore" lungo la "sponda settentrionale", che non può essere dovuto all'"acqua calda" [che evapora] poiché ci sono persone vive che guadano lungo la sponda. (b) La persona che sta guadando attraverso l'acqua non sembra un pollo bollito.


Fig.18 - (11/09/01) Guadando attraverso il "lago" sopra il punto caldo segnalato. (a) La wheatchex che si estende verso l'alto nella parte superiore dell'immagine sembra essere la stessa che si trova all'estrema destra in fig.17a. (b) Questa foto è stata scattata nella stessa zona della fig.18a ma guardando verso sinistra e mostra quanto lontano si estenda l'acqua.


Di nuovo, nelle immagini mostrate in fig.19, se ci fosse veramente del metallo fuso presente negli "incendi furiosi" sotto le macerie, allora, dove sarebbero le "esplosioni di vapore" derivanti dall'acqua spruzzata? Allo stesso modo, se ci fosse del metallo fuso nei seminterrati, ci si aspetterebbe più "vapore" in caso di pioggia che con il bel tempo. Ma non fu così, come mostrato in fig.19. La maggioranza di noi sa di non gettare acqua su un incendio in cui brucia grasso o olio. Perchè no? Se l'acqua viene gettata su dell'olio bollente, l'acqua si riscalda immediatamente diventando vapore, espandendosi circa 1600 volte in volume e provocando un'esplosione. Dobbiamo chiederci perché mai ci siano scienziati e ingegneri che affermano che c'era del "metallo fuso al WTC per settimane", dichiarando che il metallo fuso sia anche la prova di una "classica demolizione controllata."

La questione è perfettamente chiara. Se ci fossero davvero temperature abbastanza alte da produrre metallo fuso "per settimane", soprattutto se venisse aggiunta dell'acqua, sarebbe stato letale per chiunque si fosse trovato vicino a tali zone, figuriamoci se posizionati direttamente su di esse. Eppure, questo è esattamente ciò che vediamo.

Fig.19 - (a) 15/09/01 Clima asciutto. Si noti la comparsa di "vapore." (b) 20/09/01 Clima piovoso. "Vapore" assente. 


Di sicuro, qualunque cosa fosse questo calore, non era un calore ordinario. Per avere più evidenze del perché non può essere stato "ordinario", diamo un'occhiata alla testimonianza di Renae O'Carroll, un tecnico medico di emergenza, che, insieme al collega Eddie Rodriguez, arrivò sulla scena circa 11 minuti prima che il WTC 2 facesse "poof". È importante notare che i due avevano attraversato il Manhattan Bridge.


EMT Renae O'Carroll

Ci siamo diretti giù per Atlantic Avenue verso il Manhattan Bridge, e il calore era così intenso, così intenso che potevi sentirlo mentre eri sul ponte. Voglio dire, così intenso che si poteva percepire il calore. Le auto stavano arrivando da questa parte, e noi stavamo andando in quella direzione. 
Ci hanno incaricati di andare all'incrocio tra Church and Vesey. Stavamo andando verso quella zona. Le macchine stanno procedendo in questa direzione. La gente sta urlando e correndo, e ci stiamo girigendo nella direzione opposta, nel caos, nella tana del lupo. Ancora oggi non riesco a credere di aver avuto il coraggio di farlo. 
Siamo arrivati laggiù e lo spettacolo era semplicemente orrendo. Non ho mai visto nulla di simile prima in vita mia. Avevo paura, ma sapevo di avere un lavoro da fare. Si sapeva che c'erano persone lì dentro. [Fonte: https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110116.PDF]

Ora, attenzione alla distanza tra il Manhattan Bridge, dove O'Carroll ha notato per la prima volta ciò che percepiva come "calore così intenso, così intenso che potevi sentirlo mentre eri sul ponte", e il World Trader Center, dove dovrebbe essere la sorgente effettiva di calore.

Fig.20 - Percorso descritto da Renae O'Carroll.


Fig.21 - Distanza tra il WTC e il Manhattan Bridge.


Continua O'Carroll
Era buio pesto...
Era praticamente buio. Non mi era mai capitato nulla del - credevo di morire. L'unica cosa che riuscivo a vedere erano palle di fuoco, solo palle di fuoco. A un certo punto pensavo di essere a fuoco perché erano talmente vicine a me. Percepivo il calore. Mi sono detta, wow, sto andando a fuoco. Questo è ciò che si prova ad essere in fiamme. Non so cosa si prova ad essere in fiamme. Ho pensato che ciò fosse quanto che si prova ad essere in fiamme.
Che cos'è che ha visto l'EMT O'Carroll? Se effettivamente fossero delle palle di fuoco, la carta nelle strade si sarebbe infiammata e gli alberi sarebbero bruciati. Ma non ci sono evidenze di alberi bruciati a Lower Manhattan quel giorno. Dr. Wood ha visionato migliaia di fotografie della zona l'11 settembre 2001 e dei giorni successivi, eppure ancora deve vedere una fotografia che mostri un albero bruciato. (Ricordiamo le immagini di "auto tostate" già discusse in precedenza con la carta incombusta e gli alberi incolumi nelle immediate vicinanze.)

Fig.22 - Gli alberi verdi pieni di foglie sono rimasti incolumi su West Broadway.


Paramedico Robert Ruiz

Consideriamo ora le dichiarazioni del paramedico Robert Ruiz. Ruiz era in strada direttamente di fronte al WTC 2 quando ha fatto poof. Non riuscendo a entrare in nessuno degli edifici da dove si trovava, si accovacciò all'ingresso di un edificio.
Ma il problema principale lì è che non riuscivo a respirare. Il fumo era davvero molto caldo e non riuscivo a prendere fiato. Così ho finito per togliermi la camicia e avvolgermela intorno alla faccia, cercando di prendere un po' d'aria, ma non riuscivo.
Quello che ricordo è, oddio, morirò qui e - chi proteggerà la mia famiglia. Mi chiedevo come ci si sente a essere morti. Questo è quello che ricordo mentre ero bloccato in quell'angolo. Mi dicevo, sono pronto. Non ero così calmo come sono adesso, ma ricordo di aver pensato a ciò mentre ero lì.
Le uniche parole che ricordo di aver detto sono, oh mio Dio, oh mio Dio, ripetutamente, e cercavo di rimuovere la recinzione per poter entrare, ma non c'era modo. Non c'era modo di aprire la porta. Era chiusa a chiave. Ero intrappolato lì. Perciò stavo solo aspettando il grande impatto che mi avrebbe dato il colpo di grazia. 
Miracolosamente l'edificio smise di crollare. Il rumore è completamente cessato. Ma il fumo continuava ad arrivare. Avevo grosse difficoltà a respirare. La camicia che avevo avvolto intorno al viso non mi aiutava affatto, perché era satura anche di tutta quella polvere. 
Sto dicendo a me stesso, oh mio Dio, cosa faccio? Rimango qui? Provo a correre via? Ma poi ho pensato che se avessi provato a sfuggire da quel piccolo angolo sarei stato colpito dal resto del materiale volante. Ero intrappolato lì.
Come se la situazione non fosse già abbastanza critica, l'auto parcheggiata proprio in quell'angolo prende fuoco. Non intendo un piccolo fuoco, ma l'intera auto. Non chiedermi come. Tutta l'auto ha preso fuoco. Potresti pensare solo una parte del blocco motore o solo la parte del propulsore. Ma l'auto intera va semplicemente a fuoco.
[...]
Ora, grazie al fuoco della macchina - perché era così grande, potevo vedere adesso. Prima di allora non riuscivo a vedere nulla. Letteralmente, come usano dire le persone, non riuscivi a vederti la mano davanti agli occhi. Adesso con l'auto in fiamme, riuscivo a vedere a qualche metro davanti a me. 
Sono uscito agevolmente dal portone e ho camminato un po'. Ho notato che c'erano anche delle finestre, ma le finestre avevano le inferriate. Tutta la roba che è caduta ha staccato le inferriate dell'edificio. Quindi le finestre non c'erano più, le inferriate non c'erano. 
Tutto quello che dovevo fare era rompere un po' il vetro rimasto, e ho finito per saltare dentro l'edificio, perché non si poteva camminare per strada. Mi trovavo proprio lungo il confine, tipo. È davvero difficile da descrivere. Era tipo una montagna di roba. 
Stavo camminando proprio accanto all'edificio, e ho finito per entrarci dentro. Non c'era l'inferriata. Ho cercato di ricordare dove fossero le inferriate, e non le ho viste affatto. Quell'angolo era completamente pieno di finestre con inferriate. [Fonte: https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110333.PDF]

È significativo che Ruiz dica che si aspettava che l'edificio crollasse, tuttavia, "miracolosamente", così non è stato. Ciò che l'ha colpito sono stati gli incendi spontanei alle auto e la mancanza delle inferriate alle finestre che gli avevano impedito di entrare per trovare un rifugio sicuro da ciò che egli credeva fosse un edificio che gli crollava addosso.
Diamo uno sguardo alla fig.23 che mostra degli operai a Ground Zero.

Fig.23 - (a) Vapore? Se fosse rovente come stare su una griglia, queste persone sarebbero diventate qualcosa che assomiglia più ad un sandwich al formaggio grigliato. La fiamma ossiacetilenica, con la tubazione flessibile collegata al serbatoio pressurizzato e distesa sulle macerie senza esplodere, è evidenza che contraddice la presenza di calore elevato nell'ambiente. (b) (21/09/01) Una tubazione per fiamma ossiacetilenica distesa sul terreno. (Tubazione evidenziata per metterla in risalto).


Come già rilevato, se questi fumi fossero vapore dagli "incendi" che imperversavano più sotto a causa del metallo fuso, allora, innanzitutto, vedremmo un'esplosione di vapore e non ciò che sembrano essere "fumi" non ustionanti di qualche tipo che si diffondono. In secondo luogo e in ambo i casi, sia nel caso di un'esplosione di vapore o nel semplice caso di operai in mezzo al vapore, sarebbero stati letteralmente cotti e gli escavatori idraulici sarebbero stati inutilizzabili.

Fig.24 - (a) 11/10/01 Se ciò fosse vapore, questi operai sarebbero stati cotti come molluschi al vapore. (b) 13/10/01 Se questa "pila" fosse a 1100°F [593°C], gli escavatori sarebbero stati irrimediabilmente danneggiati ancor prima che gli operatori avessero avuto il tempo di raggiungere il centro.


Le tubazioni della fiamma ossiacetilenica sono visibili distese lungo il sito nelle fig.25 e fig.23, indicando l'assenza di calore pericoloso. Il piazzale del WTC [WTC plaza] era ricoperto con blocchi di cemento prima dell'11/09, e la foto seguente del 13/09/01 lo mostra ricoperto di terra. Un "crollo" non fa sì che un edificio si trasformi in terra e neanche il fuoco è in grado di fare ciò.

Fig.25 - (13/09/01) (a) Il WTC plaza ricoperto di terra. (b) Tubazioni per fiamma ossiacetilenica distese sul terreno. (Tubazioni evidenziate per metterle in risalto).


Ci è stato detto che gli incendi hanno bruciato per 99 giorni e che i fuochi bruciarono nel sottosuolo. Ma i fuochi bruciano sott'acqua o sotto la terra bagnata? La terra è stata trasportata con dei camion e annaffiata, eppure si vedono ancora dei fumi emergere dalla terra satura mostrata in fig.26.

Paramedico Joel Daniel Pierce

Il paramedico Joel Daniel Pierce descrive una scena che, nelle sue stesse parole, assomigliava all'Inferno di Dante, eppure non fu arrostito:
Ricordo che a un certo punto ero di nuovo lì, credo mi trovassi vicino - di fronte a Engine 10/Ladder 10 - no. Ero di fronte a Liberty Plaza e mi dissero che avevano bisogno di morfina laggiù. Hanno trovato qualcuno dentro e dovevano amputargli le gambe e hanno bisogno di morfina. Mi hanno visto e chiesto se fossi un medico? Rispondo di sì. Hai la morfina? Si. Il tizio che era con me, disse tu verrai con me e mi afferrò fisicamente. Dissero tu verrai con noi. Dissero tu verrai con noi, abbiamo bisogno di te ora, abbiamo bisogno dei tuoi farmaci.
A quel punto mi sono ritrovato sulla pila e non so se - mi sembrava di avere le allucinazioni perché guardandomi intorno, ero ben addentro e sopra in cima a quel mucchio, faceva caldo e stavo guardando in basso tutti questi buchi. Un passo falso e sono morto. Se fossi caduto in quel buco, sarei morto punto e basta, perché potevo vedere le fiamme sottostanti, si vedeva il rossore. Sapevo che se ci fossi caduto, sarebbe stato come le fosse ardenti dell'inferno. Era come l'Inferno di Dante, credo si possa chiamare così. Ero nei resti della Torre Sud, tra la Torre Sud e vicino all'hotel, ed era qualcosa, solamente stare lì, fino in fondo. Non so quanto mi fossi addentrato. Dev'essere stato un buon 200 piedi [61 metri] mentre andavo su e giù per queste pile di detriti. Poi mi hanno chiamato e ho saputo che sono riusciti a liberare le gambe del ragazzo, e questo mi ha reso felice. Sono uscito di lì. Mi sono arrampicato per tornare indietro, ho dato una mano a disporre le manichette perché avevano bisogno di molte manichette antincendio. Dunque ho fatto parte della linea di manichette con molti altri pompieri e tutti i soccorritori.
Fig.26 - (28/10/01) (a) Il "seminterrato" del WTC 1. Dove sono gli incendi? (b) Perché i fumi fuoriescono dalla terra bagnata?


Vice Comandante Robert Browne (Appena dopo la Formazione del Buco sul WTC 2)
E ho fatto rapporto al posto di comando in quel momento.
D. Dov'era il posto di comando?
A. Il posto di comando si trovava su West Street, praticamente quasi tra la Torre 1 e la Torre 2, sul lato ovest della strada vicino al Winter Garden. È lì dove io - quando sono entrato nel posto di comando, il Comandate Gombo e il Comandante Kowalczyk - e il Comandante Kowalczyk sembrava si fosse appena accostato, perché si stava appena mettendo il giubotto.
Ho fatto rapporto e ho chiesto loro di cosa avevano bisogno da me, quale incarico avevano per me, e mi hanno detto che volevano che andassi a Liberty e West Street e dirigessi l'operazione all'angolo tra Liberty e West Street.
Perciò ho afferrato il mio aiutante, Jason, e abbiamo iniziato a tornare verso Liberty e West Street. Stavamo tornando indietro. Avevamo appena lasciato il posto di comando. C'erano molti detriti che si staccavano dall'edificio, e mi sono voltato verso Jason e gli ho detto, "Assicurati di aver stretto il sottogola del caschetto, non limitarti a poggiarlo sulla testa. Assicurati di averlo fissato alla testa," e con ciò un grande frammento di detriti stava venendo giù, svolazzando fuori dall'edificio. Ricordo che guardavo in alto, perché temevo che saremmo stati colpiti da qualcosa, e doveva essere quasi delle dimensioni di una Volkswagen, una lamina di metallo quasi delle dimensioni di una Volkswagen, ed era - era bruciata. Era rossa incandescente, ed è atterrata sulla strada di fronte a noi, circa a 20 piedi [6 metri] da noi.
Fig.27 - (a) Posizione F sulla mappa di fig.39. Fotografia scattata guardando verso sud, vicino all'angolo tra West e Vesey Street, che mostra il percorso del Vice Comandante Robert Browne con la sovrapposizione  di un oggetto incandescente. (b) Posizione G sulla mappa di fig.39. Fotografia scattata guardando verso nord-est vicino all'angolo tra West e Liberty Street, dove stava dirigendosi Robert Browne prima del "crollo" del WTC 2.


Consideriamo ora in maniera approfondita la testimonianza dell'EMT Patricia Ondrovic, che era lì proprio mentre il WTC 2 ha fatto "poof".

EMT Patricia Ondrovic
Ho visto un capitano della polizia che conoscevo che veniva verso di me. Sembrava assolutamente terrorizzato, tremava, era pallido, sudava. L'ho guardato, ho chiesto cosa c'è che non va? Ha detto, c'è un altro aereo diretto verso di noi, e hanno appena fatto saltare in aria il Pentagono. Ho detto, un altro aereo? Di cosa stai parlando? Non avevo capito che degli aerei avessero colpito, pensavo che avessero solo fatto esplodere delle bombe. Quando sono arrivata sul posto, non mi ero resa conto che degli aerei avessero colpito. Ho detto, cosa intendi con un altro aereo? Ha detto che due aerei avevano colpito il World Trade Center. Così sto pensando a un piccolo Cessna. Come fa un piccolo Cessna a creare tutti questi danni? Ha detto no, dei 757. Ho detto, aerei grandi? Vedi, ero lì da circa 25 minuti prima di sapere che degli aerei si erano schiantati. C'hanno appena ordinato di rimanere in attesa. Non sapevamo in cosa consistesse l'attesa. Voglio dire, chi pensa a qualcosa del genere? Pensi che l'abbiano colpito di nuovo. Quindi ho detto, cosa vuoi dire che ce n'è un altro diretto in questa direzione? Ha detto, è alla TV, c'è una TV la dentro e hanno detto che il Pentagono è stato colpito. Poi siamo andati tutti fuori perché la radio della polizia stava comunicando che c'era un altro aereo diretto in questa direzione, siamo andati tutti fuori e abbiamo iniziato a guardare in alto nel cielo. Poi il capitano dell'EMS ha detto a tutti di afferrare la propria attrezzatura, andare al proprio mezzo e non allontanarsi dal proprio veicolo. Io e il mio compagno afferrammo la nostra barella, andammo a metterla nel retro del nostro mezzo, e in quel momento, credo fosse l'atrio dell'edificio dietro di noi che esplose. 
Tutti cominciarono a correre, non l'ho più rivisto quel giorno. Lui è stato scaraventato da una parte, io dall'altra. Ho iniziato a correre verso la West Side Highway, e c'era un altro edificio all'angolo, immagino fosse un edificio federale, perché c'erano tutti in uniformi verdi e grigie con i cappelli Smokey the Bear, i poliziotti lì dentro. Ho corso verso l'atrio perché all'improvviso non vedevo più nulla. C'era fumo, c'erano detriti, tutto svolazzava in giro. Ho corso dentro l'atrio perché non avevo idea di cosa fosse successo e la polizia che si trovava lì diceva a tutti uscite, uscite, uscite. Dove te ne puoi andare? Le cose stanno esplodendo. Così sono corsa fuori e ho ricominciato a correre verso ovest. A quel punto, c'era una macchina all'angolo, credo che ero qui a quel punto, sulla West Side Highway.
D: West Side Highway e Vesey?
R: E Vesey, si. Ero ancora su Vesey, perché l'edificio che mi è esploso addosso era su Vesey, era sull'angolo vicino alla West Side Highway. Perché so che stavo correndo verso ovest, non ho corso in quella direzione. Grazie a Dio, sarei morta se fossi scappata dall'altra parte. Ma corsi verso la West Side Highway e continuai a correre su Vesey. Mentre stavo correndo su Vesey, la prima macchina che mi è esplosa addosso fu all'angolo tra Vesey e la West Side Highway. Ciò ha appiccato il fuoco al mio giaccone, ai miei capelli e i miei piedi. Ho continuato a correre. Ho delle novità per te, quei giacconi dovrebbero essere chiamati giacconi infiammabili, poiché quest'affare è andato in fiamme. Mi hanno tagliato cinque centimetri di capelli in meno di due minuti, il mio giaccone era completamente avvolto [dalle fiamme], e quello era l'unico modo in cui riuscivo a vedere dove stavo correndo a quel punto, perché c'era un bagliore generato dal mio giaccone.

EMT Patricia Ondrovic Continua
Ci sono centinaia di poliziotti che corrono verso lassù, e mi sono ritrovata ad attraversare questo parco, e non riuscivo più a vedere dove stavo correndo. Ho continuato a correre verso nord.
D: Attraverso North Park?
R: Immagino che sia North Park. È un grande spazio verde ed erboso, e non c'è niente lì. Mentre stavo correndo verso lì, due o tre auto mi sono esplose addosso. Non erano vicine a nessun edificio in quel punto, erano solamente parcheggiate in strada. I ragazzi addetti al traffico non avevano ancora avuto la possibilità di rimorchiare alcunché, perché tutto si è svolto durante la prima ora, credo, in cui è successa questa cosa. Perciò c'erano ancora le macchine parcheggiate sulla strada e la cosa era completamente slegata da ciò. Tre macchine mi sono esplose addosso, e del materiale veniva lanciato. Sono ritornata a casa piena di contusioni quel giorno. Grazie a Dio erano solo contusioni. Sono corsa dentro al parco insieme a un sacco di altre persone, e delle cose stavano ancora esplodendo, non penso di essermi guardata indietro, ma non si vedeva nulla, tutto era completamente nero. Stavo correndo e cadevo sulla gente, perché le persone strisciavano per terra poiché non riuscivano più a vedere. Ho continuato a correre verso nord. Sentivo l'odore dell'acqua, quindi ho continuato a correre verso l'acqua, perché sapevo che il mio giaccone era in fiamme, e mi sono detta, bene se vedo una barca sull'acqua, ci salto sopra e la porto nel Jersey, perché nessuno vuole far saltare in aria il Jersey. Mentre corro le cose stanno ancora esplodendo dietro di me. Potevo sentire le cose che esplodevano. Potevo sentire il rimbombo, la strada sotto di me si muoveva come se fossi in un terremoto. Sono stata in uno di quelli, quindi so cosa si prova. Sembrava un terremoto.

Ora diamo un'occhiata alla seguente mappa che traccia il percorso della Ondrovic.

Fig.28 - Il percorso di Patricia Ondrovic. [E' mostrato anche il punto in cui Robert Ruiz si accosta ad un edificio mentre il WTC viene distrutto.]


La Testimonianza della Ondrovic Continua

Non c'era nessun posto sicuro dove andare. Mentre correvo verso nord in questo parco, ricominciavo a vedere un po' e continuavo a guardare al cielo. Poiché il capitano stava dicendo che c'era un altro aereo diretto nella nostra direzione, stavo cercando l'altro aereo. Ho visto qualcosa nel cielo, era un aereo, ma molto lontano. Sembrava che fosse sopra il Jersey o qualcosa del genere, ma poi non c'era più. Ho visto una piccola palla di fuoco, e non c'era più. Ho visto altri due aerei. Uno arrivò da una direzione, e l'altro arrivò da un'altra direzione, e c'era un aereo in mezzo molto più lontano. Poi l'aereo nel mezzo è semplicemente scomparso in una piccola palla di fuoco. Sembrava fosse della dimensione di una pallina da golf dal mio punto di vista. E gli altri due aerei virarono in direzioni opposte. Ho continuato a correre verso nord. 
Circa quindici isolati più tardi, non avevo idea che quella fosse solamente la prima torre che venne giù. Non avevo idea in quel momento che quello fosse quanto era accaduto, e che gli altri edifici erano stati colpiti, naturalmente, da quell'edificio che cadeva. Ho trovato un'altra ambulanza, credo fosse 08 Adam, perché erano Valdivia e Jose Perez. Joseph Valdivia era il mio partner durante il tour 3 e quando finalmente li raggiunsi, dissi loro cosa stava succedendo. Ho detto loro qualunque cosa facciate, non tornate indietro in quella direzione perché hanno appena fatto esplodere il triage. Pensai che avessero fatto saltare in aria il nostro settore di triage, perché è lì che si trovava il posto di comando e tutto il resto. Quello era l'unico posto davanti al quale dovevo passare, tutti quelli che c'erano erano spariti. Perché un paio di agenti di polizia, che sono mancati, sono ragazzi che ho conosciuto, ed è lì che stavano. Il paramedico della Cabrini era lì. Stavo parlando con lui 20 minuti prima che tutto esplodesse. Non so dove sia corso, non so se sia corso verso la direzione sbagliata, perché so che io ho corso nella direzione giusta. Se fossi corso nella direzione opposta, saresti morto. Appena sono arrivata a 15, 20 isolati di distanza, ora mi trovavo sulla West Side Highway perché sono uscita da questo parco e ho trovato l'altra ambulanza. Ho visto il mio ex-compagno, gli ho detto di montare dentro quest'affare e portarla a Westchester. Gli ho detto di andarsene dalla città, di trasportare quante più persone possibili. Ho detto, la roba sta ancora esplodendo laggiù. Qualunque cosa tu faccia, non andare in quella direzione, dirigiti verso nord.

In base alla testimonianza di Patricia Ondrovic, la domanda sorge spontanea: come possono degli aerei, del carburante in fiamme, o anche la termite o le demolizioni controllate riuscire a dar fuoco ai vestiti e i capelli della Ondrovic quando si trova evidentemente al livello del suolo e a diversi isolati dalle Torri?

[Esiste un'altra intervista non giurata/ufficiale di Patricia Ondrovic da parte di Killtown: http://killtown.blogspot.com/2006/02/911-rescuer-saw-explosions-inside-wtc.html]

Ancora una volta, in tal senso, dobbiamo considerare altri incendi anomali di veicoli.

Fig.29 - (11/09/01) (a) Una monovolume viene consumata dalle fiamme. Il fuoco infuria all'interno del veicolo contenuto dai finestrini rimanenti. Il fuoco appare più intenso sull'anteriore dove si trova il motore. (b) Immagine evidenziata per mostrare il furgoncino di fronte con il fuoco sul lato destro.


Si noti la polvere che ricopre la carta. La farina viene spesso usata per soffocare gli incendi in cucina causati dal grasso, quindi perché la pesante coltre di polvere che ricopriva tutta la zona sud di Manhattan non ha soffocato tali incendi? E allo stesso tempo, perché la carta non brucia?

Fig.30 - Vista dalla posizione C della mappa di fig.39. Trinity Church, Evan Fairbanks (subito dopo l'impatto al WTC 2 (5:59)).


Il Comandante Louis Garcia ha avuto difficoltà a spiegare la causa di questi insoliti fuochi d'auto. Egli ipotizza che le macchine siano state colpite da detriti in caduta. I detriti in caduta avrebbero colpito la parte esterna della macchina, per prima cosa. Il veicolo mostrato in fig.29 (a e b) non sembra avere un foro a indicare dove i detriti potrebbero essere caduti all'interno dello stesso. Non solo, ma il furgoncino di fronte ha il fuoco sulla parte laterale del veicolo, un luogo insolito in cui si possa sviluppare un incendio. In parole povere, non c'è alcuna evidenza di grandi detriti in fiamme che abbiano colpito questi veicoli.


Comandante Louis Garcia
D: Può descrivere quello che ha visto mentre guardava lungo West Street?
R: Lungo West Street, beh, quello che ho visto era due edifici più giù, del fumo proveniente da due edifici. Le macchine che erano nel parcheggio, c'era un incendio nel parcheggio di fronte al negozio di bagels in cui mi trovavo. Era come un grande parcheggio aperto, vuoto, con le macchine all'interno. C'è stato un incendio che è iniziato lì e si stava diffondendo ad altre macchine e una volta ogni tanto c'erano delle esplosioni lì e l'incendio, in realtà, dopo un po' di tempo, è diventato piuttosto grande perché c'erano più macchine. Diverse macchine erano a fuoco contemporaneamente. Quindi alcuni detriti in fiamme provenienti dall'edificio devono essere atterrati lì e devono aver dato il via ai fuochi alle macchine. Quindi si è sviluppato questo fumo nero proveniente da queste auto che stavano bruciando a cui nessuno ha prestato attenzione. Abbiamo tutti detto, e allora?; lasciamole bruciare fino alla fine. E si udivano pure ciò che pensavo fossero degli spari.
Ci furono bruciature anomale e altri danni non solo alle auto ma anche alle persone. Prima che il WTC 2 fosse "colpito", il vigile del fuoco James Curran fece le seguenti dichiarazioni:

Vigile del Fuoco James Curran
Siamo tutti saltati sul mezzo, preparato l'attrezzatura, e ci siamo diretti là. Abbiamo puntato dritto. Tutte le macchine erano accostate sui lati e le persone guardavano l'edificio. Siamo andati, credo che siamo andati giù lungo Lispenard verso la West Side Highway. Abbiamo fatto una conversione a U e non riuscivano ad accostarci di più. Abbiamo cercato di entrare nella corsia dei taxi, ma c'erano persone a terra bruciate sulla West Side Highway che dovevi letteralmente investirle per avvicinarti ulteriormente. Quindi siamo usciti dal mezzo e siamo entrati nell'atrio. Engine 7 si è accostato proprio dietro di noi e Ladder 1 era dietro di loro credo.
Entrammo attraverso le porte girevoli. C'era un mini atrio. C'era come una foschia marrone e fumo nell'atrio. Molte delle lastre di marmo si erano incrinate e stavano cadendo dai muri. C'erano due persone in questo piccolo comparto dell'atrio. Un ragazzo era molto bruciato, praticamente carbonizzato, e il suo giubetto era l'unica cosa rimastagli addosso. L'ho spento con l'estintore e poi c'era una donna alla nostra destra che era viva ma stava urlando che non riusciva a respirare. Quindi le ho dato una botta con l'estintore e l'ho raffreddata.
D: Da dove venivano queste persone?
R: Non so se fossero nell'ascensore o cosa, ma erano le uniche due persone che ho visto nell'atrio e erano proprio sull'ingresso. Come ho detto, lei era ancora fumante quando siamo arrivati ​​lì. L'altro ragazzo era morto e lei stava urlando che non riusciva a respirare.
Dopo aver usato, credo, circa mezzo estintore su di lei, abbiamo attraversato l'atrio. Tutte le file d'ascensori erano tipo esplosi all'infuori ad angoli di 70 gradi, angoli di 60 gradi, ed è pieno di macerie e incendi isolati nell'atrio.
D: Come è potuto accadere?
R: Credo che hanno detto che il carburante sia andato fino in fondo alla tromba dell'ascensore e quando finalmente ha colpito il suolo, ha fatto saltare in aria tutti gli ascensori. 

Se questa è la "spiegazione", allora deve essere stato lo stesso carburante per aerei che è caduto giù dalle trombe degli ascensori che è anche riuscito a farsi strada fino alla FDR Drive dove ha incendiato e bruciato il frontale delle auto senza bruciare il posteriore, squagliato le maniglie delle porte senza toccare i rivestimenti interni, bruciato gli interni delle ambulanze lasciando intatta la vernice all'esterno, e così via. Inoltre, si noti bene che è lo stesso carburante per aerei che a quanto pare ha carbonizzato un uomo eppure, secondo Curran, ha lasciato il suo giubetto più o meno intatto. D'altra canto, esiste un meccanismo che può spiegare tutti questi esempi di danni e bruciature anomali. È familiare a tutti coloro che abbiamo usato un forno a microonde per cucinare del cibo - ovvero l'energia diretta.

Fig.31 - L'ubicazione del "Cheeto." (a) 03/10/01; (b) 21/09/01.

E. Il Terriccio Fumante


Dei fumi dovuti a un processo sconosciuto sono emersi dai resti del WTC per settimane e mesi e persino anni dopo l'11/9, come sarà discusso nel Capitolo 16. Gli sversamenti di sostanze tossiche vengono spesso ripulite con terra, torba e/o argilla.

Fig.32 - I fumi continuavano ad affiorare dal terreno saturo d'acqua. (a) 03/10/01; (b) 28/10/01.


Il "fumo" convenzionale non continua ad affiorare per mesi dal terreno saturo.

Fig.33 - (31/10/01) Il terriccio veniva mantenuto saturo d'acqua, eppure continuava a fumare. Una vista verso l'esterno dall'edificio Century 21 (in alto nella fig.29 del Capitolo 9) viene mostrata nel Capitolo 17.


Fig.34 - I detriti del WTC 7 non sono neanche arrivati dall'altra parte della strada, eppure si è trasformato in terriccio?
(a) 13/09/01; (b) 20/09/01.


Fig.35 - Il trasformatore #7 (o #5) della Con Edison sotto al cumulo di macerie del WTC 7. (a) Metà ottobre 2001; (b) 20/09/01.


Fig.36 - Durante le prime settimane delle operazioni di "pulizia" sembra che la quantità di terriccio sia aumentata. (a) 11/09/01; (b) 16/09/01, 5 giorni dopo; (c) 05/10/01, 24 giorni dopo.


Fig.37 - Il terriccio è stato trasportato al sito e via dal sito per mesi e persino anni dagli autocarri. (a) 27/09/01, il terriccio viene trasportato al sito. (b) 13/10/01, il terriccio viene trasportato via dal sito.


Fig.38 - Ingrandimenti delle immagini in fig.37. (a) 27/09/01; (b) 13/10/01.


In questo video con sottotitoli in italiano Dr. Wood spiega le evidenze di questa sezione E.



Video che mostra la lunga fila di camion ribaltabili vuoti già dalle 17:30 dell'11/09. Dove andavano? Non sembra possibile che andassero tutti al WTC poiché erano già in corso le operazioni di salvataggio e non era certo possibile rimuovere i detriti senza mettere in pericolo gli eventuali superstiti. In tutti i video che abbiamo avuto modo di vedere, si nota solamente qualche camion a Ground Zero, magari impegnato a rimuovere i detriti dalle strade per far passare i mezzi di soccorso e l'attrezzatura pesante. E' solo un'ipotesi: andavano forse a caricare del terriccio?


Altro video che mostra molti altri camion e altri mezzi sulle strade di New York.


Le dichiarazioni del sindaco Rudy Giuliani rese la mattina del 12/09 iniziano circa al minuto 1:00. Afferma che sono stati "mossi verso fuori città" più 120 camion ribaltabili durante la notte. 


Foto del North Bridge del 14/09/01 non presente sul Libro e commentata nel video sopra da Dr. Wood. Da dove arriva tutto quel terriccio?


Fotogramma estratto da un video in cui un Comandante dei Vigili del fuoco afferma: "Dovete darci tempo. Devi convincere questi ragazzi a smettere di coprire i detriti, seppellendoci di terra." 


Fotogramma estratto da un video sulla discarica di Fresh Kills a Staten Island dove sono stati portati i detriti per essere setacciati ed esaminati. Sembra che oltre ai detriti venisse scaricata una grande quantità di terriccio.

F. West Street e Liberty Street


Consideriamo i commenti del vigile del fuoco Richard Carletti.

Vigile del Fuoco Richard Carletti
A quel punto ci siamo fermati per un secondo e abbiamo sentito degli impatti, che immagino fossero i "jumpers" che colpivano il marciapiede. Alla nostra destra, c'era un parcheggio proprio su West e Liberty. C'erano circa sette macchine in fiamme.
[Fonte: https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110419.PDF]
La mappa seguente mostra la posizione in cui Carletti vide le macchine in fiamme. Ancora una volta, il carburante (o la termite, o gli esplosivi, o le mini-atomiche) dimostra una notevole capacità di saltare in vari luoghi attorno a Ground Zero provocando danni notevoli. Ancora una volta, tuttavia, tali regioni o "zone" danneggiate sono spiegabili come regioni in cui l'interferenza dell'energia diretta potrebbe essere stata, o sarebbe stata, creata. 

Anche il Vice Comandante dei vigili del fuoco Richard McCahey testimonia la natura anomala degli "incendi" quel giorno. È significativo il fatto che, a differenza della Ondrovic, la cui testimonianza è stata esaminata in precedenza, e di O'Carroll, che ha riferito della sensazione di calore molto elevato persino dal Manhattan Bridge, McCahey, che si trovava al complesso del WTC stesso, ha registrato qualcosa di completamente diverso.


Vice Comandante dei Vigili del Fuoco Richard McCahey
A quel punto, ho iniziato a rendermi conto che la mia bocca si stava riempiendo con tipo una palla di sabbia. All'improvviso mi sono reso conto quando qualcuno l'ha detto, ora sto iniziando a prestare attenzione a ciò che mi circonda. Ho notato che non c'era calore, si poteva respirare. Della roba ti entrava in bocca ma era come dell'aria fresca quando la respiravi, così mi sono detto che forse aveva ragione. Non si riusciva a vedere, era sabbioso.
[Fonte: https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110191.PDF]
Legenda 1 -  Legenda delle viste per la mappa di fig.39.


Fig.39 - Posizioni per le foto degli incendi anomali.


Cosa abbiamo finora? Secondo una persona sul posto, abbiamo un uomo "bruciato fino a essere carbonizzato" ma con il giubbetto più o meno intatto, un'altra persona che afferma decisamente che non c'era "nessun calore", e tuttavia un altro, sul Manhattan Bridge, che riferisce di percepire del calore elevato a mezzo miglio di distanza dal complesso del WTC. 

Evidentemente, il carburante per aerei, gli esplosivi delle demolizioni controllate, le mini-nucleari e la termite non spiegano queste anomalie e differenze. Ma tali aspetti come le zone a basso ed elevato calore, così come i danni di tipo anomalo che abbiamo visto, subiti sia dai veicoli che dalle persone - questi fenomeni sono commisurati all'interferenza di energia diretta.


Vigile del Fuoco Patrick Connolly
le auto stavano - le auto con i pneumatici e le auto stavano scoppiando e stavano appena iniziando ad accendersi spontaneamente e c'era quasi zero visibilità a questo punto. Era meglio però di quanto non fosse immediatamente dopo il crollo. E poi abbiamo camminato per due isolati. Abbiamo camminato, c'era un chiosco di hot dog lì. Abbiamo rotto la finestra del chiosco di hot-dog, preso delle bottiglie d'acqua e ci siamo lavati gli occhi perché ci bruciavano.
[Fonte: https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110453.PDF]
Notiamo come Connolly non menzioni la presenza di detriti in caduta o il fuoco che colpisca le auto. Stavano semplicemente "iniziando ad accendersi spontaneamente". Un esempio di ciò è mostrato sotto in fig.40. Connolly descrive di aver camminare attraverso questo incrocio mentre le macchine "stavano scoppiando e stavano appena iniziando ad accendersi spontaneamente..."

Fig.40 - Vista dalla posizione E sulla mappa di fig.39 (posizione B in fig.26 del Capitolo 11). Questo è un fotogramma preso da un video girato vicino all'angolo tra West Broadway e Barclay Street che mostra un certo numero di veicoli in fiamme, uno degli incroci che Patrick Connolly ha attraversato.


Video da cui è stato preso il fotogramma della fig.40. Notare come i vigili del fuoco camminano tranquilli in mezzo alle auto in fiamme senza timore che queste esplodano.


Armando Reno, un altro vigile del fuoco, fa la seguente osservazione.

Vigile del Fuoco Armando Reno
Stavo lavorando vicino al ponte sud [South Bridge, accanto al WTC 3 e al WTC 2]. C'erano numerosi incendi di auto lì. Mi trovavo vicino al ponte sud e l'autista dell'Engine 1 era con me. C'erano due tratte di una linea da 2-1/2 pollici dispiegate dall'idrante sul lato sud di Liberty Street. Stavamo spegnendo gli incendi delle auto, o meglio ci stavamo provando, e non c'era - l'acqua non aveva alcun effetto sugli incendi delle auto in quel momento. Ho incominciato a pensare di prendere la schiuma dal mezzo, e ho notato anche che c'erano numerosi cadaveri su Cedar Street, e stavo pensando di prendere l'attrezzatura EMS dal mezzo, infilarmi i guanti e iniziare a raccogliere i cadaveri e metterli nei sacchi. Beh, frammenti di cadaveri.
[Fonte: https://static01.nyt.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110448.PDF]
L'acqua che non riesce a spegnere questi incendi d'auto è un forte indicatore che non erano incendi ordinari. Sono il risultato di un altro tipo di campo di energia, con effetti che possono essere guidati, ovvero l'energia diretta.

Fig.41 - Posizioni A e B, fig.39. (a) 8:50, posizione A. Il parcheggio tra West e Liberty Street, guardando verso est su Liberty Street. (b) 8:51, posizione B. Liberty Street, di fronte al Bankers Trust (Deutsche Bank Building).


Video che mostra gli incendi alle auto nel parcheggio a ridosso del WTC 3/WTC 2 (posizione A e B sulla mappa). Notare anche i fumi che emergono dalla base del WTC 2. Non ci sono detriti visibili che possano spiegare come le auto abbiano preso fuoco. Il video è stato ripreso prima della distruzione del WTC 2 ma dopo l'impatto del secondo "aereo".


Video dello stesso parcheggio ripreso da posizione diametralmente opposta al precedente in cui si vedono altre auto in fiamme. Notare la chiesa greco-ortodossa andata distrutta e l'accesso al South Bridge dal parcheggio. Cosa può aver innescato gli incendi a queste auto?


Consideriamo le immagini di fig.41, scattate vicino all'angolo tra Liberty Street e Church Street (che diventa Trinity Street a sud di questo incrocio). L'alluminio fonde a 660°C e la lega di alluminio fonde a temperature più basse. Il rivestimento del WTC era realizzato in lega di alluminio. Non solo il rivestimento non è fuso, ma la carta nell'area circostante non sta bruciando.

Fig.42 - (a) Globo al plasma. (b) 11/09/01, posizione D sulla mappa di fig.39. Nelle vicinanze di Church e Liberty Street. [Notare il cestino dei rifiuti in plastica e la ghiacciaia intatti.]

G. Conclusioni 


Per concludere, abbiamo diverse anomalie che i modelli standard - siano essi la storia ufficiale del carburante per aerei che brucia o le altre teorie sulle demolizioni controllate tramite termite o anche le mini-nucleari - non riescano a spiegare o giustificare. Corpi che bruciano fino a carbonizzarsi in cui i giubotti dei proprietari rimangono pressoché intatti, le auto con il frontale bruciato ma non il posteriore, le maniglie delle porte che si disintegrano ma i rivestimenti interni no, gli interni dei veicoli che bruciano ma la vernice esterna rimane intatta, i veicoli che bruciano vicino a grandi quantità di carta sfusa che non sta bruciando - tutti questi fenomeni sono più conformi con una forza di qualche tipo che "cucina" le cose dall'interno verso l'esterno. Tutti questi fenomeni sono coerenti con l'uso di una tecnologia energetica diretta, esotica e molto sofisticata.

Fig.43 - Gli oggetti incandescenti emettono luce, ma non tutto ciò che emette luce è incandescente.


In questo video con sottotitoli in italiano Dr. Wood riassume un po' tutto il capitolo.