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9 settembre 2018

Capitolo 5 - La Vasca da Bagno - "The Bathtub"

Stiamo parlando del fatto che la maggior parte delle persone vedono ciò che si aspettano di vedere, ciò che vogliono vedere, ciò che è stato loro detto di vedere, ciò che la saggezza convenzionale dice loro di vedere, non ciò che è dritto davanti a loro in condizioni perfette.
- Vincent Bugliosi.

Le Torri del World Trade Center (WTC) non sono "crollate" l'11 settembre 2001. Non hanno avuto sufficiente tempo per poter crollare poiché sono state distrutte più velocemente di quanto fisicamente possibile con un crollo dovuto alla gravità. Come abbiamo visto nel Capitolo 2, le evidenze mostrano che le Torri sono state ridotte in particelle di polvere a mezz'aria. Questo fatto di per sé esclude una Demolizione Controllata Convenzionale, dove un edificio viene fatto schiantare al suolo dopo aver eliminato i suoi supporti. 

Dr. Wood iniziò il suo viaggio di analisi delle evidenze fisiche effettive prendendo in esame la cosi detta "vasca da bagno" ("bathtub", in inglese), il soprannome dato alle mura di contenimento che proteggevano le fondazioni del WTC dall'acqua e che si estendevano fino a 70 piedi (circa 21 metri) al di sotto del livello del mare. Se le Torri fossero effettivamente crollate, o se delle bombe convenzionali avessero fatto saltare gli edifici, ci sarebbe stato un enorme quantità di materiale che si sarebbe schiantato sulla vasca del WTC e sulle fondazioni. Se gli edifici fossero stati distrutti da un crollo per gravità, le fondazioni sarebbero state certamente distrutte o quantomeno danneggiate seriamente da un intero edificio di 110 piani che si schiantava su di esse. 

A. Che cos'è la Vasca da Bagno

Fig.1 - Non ci furono danni significativi alla vasca. La foto è stata scattata guardando verso ovest dal centro della pianta del WTC 1.


Il WTC fu costruito direttamente sul basamento roccioso e protetto da questa "vasca da bagno" che si estendeva sottoterra fino allo strato di roccia stesso, 7 piani sotto la superficie stradale di lower Manhattan. Queste mura tenevano lontane le acque del fiume Hudson dalle fondazioni delle Torri ma anche del WTC 3 e 6. In molti dopo l'11 settembre si preoccuparono se il muro avesse continuato a fare il suo lavoro di prevenire allagamenti, ma, "Con gran sollievo per gli ingegneri, non ci sono evidenze che le mura di contegno attorno al basamento e profonde 70 piedi siano danneggiate o che vi siano delle fessurazioni, anche se il collasso delle Torri lascia una sezione pericolosamente priva di sostegno." (Articolo NY Times).
Nel documentario della SPIKE TV sugli operai a Ground Zero, qualcuno notò, "Lo sai, è sorprendente, che non hanno causato più di tanti danni...se fossero cadute di lato ti immagini i danni a Lower Manhattan?".

L'11 settembre la vasca da bagno non riportò danni significativi nonostante due torri alte un quarto di miglio ciascuna vi siano presumibilmente crollate sopra. Come ha potuto la vasca resistere ad un milione di tonnellate di materiale che si schiantavano su di essa? Anche se il materiale non colpisse le mura della vasca direttamente, i notevoli impatti sismici sul basamento roccioso avrebbero danneggiato le mura, gli angoli delle mura e le gallerie sottostanti il WTC che portano sotto il fiume Hudson - danni provocati da movimenti sismici simili a quelli provocati da un terremoto. La vasca non era stata progettata per resistere ad un tale impatto colossale poiché New York non si trova in una zona sismica attiva. Nessuna struttura della vasca avrebbe potuto resistere agli urti provocati da 500.000 tonnellate di materiale da un quarto di miglio di altezza e per ben due volte. La struttura intatta sembra contraddire la Versione Ufficiale di un crollo per gravità in cui praticamente tutto il peso delle Torri si sarebbe abbattuto sulla vasca.

B. Progetto e Scopo

Fig.2 - Le fondazioni sotto il livello del mare.


Fig.3 - La costruzione del WTC 1 iniziò prima del WTC 2. Del WTC 7 si vede solo dove verrà costruito (spazio trapezoidale in alto a destra).   


La fig.3 fornisce una vista della zona, da 60 a 70 piedi sotto il livello del mare, protetta dalla vasca da bagno che fungeva da diga, e facendo si che le Torri potessero essere costruite praticamente dentro al fiume Hudson.

Fig.4 - Le mura di contegno garantivano una vasca stagna.


Fig.5 - La linea ferroviaria PATH passa sotto al WTC 2. Una breccia nelle mura permetterebbe all'acqua di entrare nella vasca.


Le fig.5 e 7 mostrano le linee ferroviarie del PATH (Port Authority Trans Hudson) che collegava New York a New Jersey, viaggiando sotto l'Hudson fino sul fondo della vasca del WTC. Il fondo della vasca è fatto di basamento roccioso, e le Torri, le linee ferroviarie e le gallerie erano tutte ancorate nel basamento roccioso. Se scosso violentemente, le fessure che si creerebbero nelle gallerie permetterebbero all'acqua di penetrare nella vasca.

Fig.6 - Sezione rappresentativa che mostra l'installazione di tiranti (tie-backs, inglese) durante la costruzione.  


In fig.6, l'imponenza della vasca suggerisce quanto la sua robustezza fosse importante per il WTC. Ad esempio, i tiranti furono inseriti per 30-35 piedi nel basamento roccioso. Notare la parte terminale dei numerosi tiranti che emergono dal muro ovest della vasca in fig.1. La fig.7 sotto raffigura la mappa del WTC che mostra dove entrano ed escono le linee ferroviarie del PATH sotto l'Hudson. Le mura della vasca sono in colore rosso mentre le linee del PATH in blu.

Fig.7 - La zona della Vasca da Bagno - "Bathtub" o "Slurry Wall". Le mura in rosso. In blu le linee PATH. 


Le fig.7 e 8 mostrano due vasche da bagno sotto al complesso del WTC, le Torri costruite dentro alla vasca profonda mentre gli edifici 4 e 5 costruiti quasi esclusivamente nella fondazione meno profonda. Notare come il WTC 7 non fu costruito sopra nessuna delle due fondazioni. La fig.9 mostra una sezione dei piani seminterrati. Il treno PATH viaggia sotto il WTC 2, la stazione è parallela al muro est, e la metro, su un livello superiore, correva sul lato est del muro di mezzeria.

Fig.8 - Fondazione profonda in blu. In marrone la fondazione meno profonda.


Fig.9 - Sezione del complesso WTC, in vista il WTC 2, il WTC 3 e i 7 piani seminterrati. Notare il centro commerciale (shopping mall, in inglese) al piano terra a destra sotto il WTC 4 e sopra alle linee del PATH e della metro.


La fig.10 mostra il complesso del PATH ad agosto 2006, con le mura ovest in basso nella foto. Notiamo quanto sia esteso il PATH entro la vasca, mentre il fatto che le linee ferroviarie e le piattaforme siano rimaste nelle posizioni originali suggerisce che i danni sotterranei subiti dal PATH non furono devastanti.

Fig.10 - Ground Zero ad agosto 2006. In rosso è segnata la posizione del WTC 1 e del WTC 2. Si notano in alto a sinistra il nuovo WTC 7 già ricostruito, al centro il Terminal del PATH, le gallerie della metro e le mura della vasca. La linea a tratti blu individua la sezione della fig.9.


Fig.11 - 15 marzo 2002. La vasca è quasi completamente ripulita. La vasca profonda è in primo piano mentre quella meno profonda è in alto. Alcuni danni superficiali alla sommità della vasca sono visibili in primo piano (lungo il muro est, in alto a destra), adiacenti a dove spiccava il WTC 4, un edificio di 9 piani.


Dr. Wood spiega la Vasca del WTC e commenta le dichiarazioni del NIST riportate al punto 5 più sotto.

C. Preoccupazione per la Vasca

Poco dopo l'11/9, la BBC pubblicò un articolo in cui descriveva come gli abitanti di New York fossero preoccupati dell'integrità strutturale della vasca considerato il crollo delle Torri su di essa secondo la storia ufficiale.

1. New York a rischio allagamento, Mercoledì, 19 settembre 2001, 19:43 GMT. (Articolo)

Gli abitanti di NY provando a superare le ingenti perdite di vite umane e la devastazione di Manhatttan potrebbero trovarsi ad affrontare un'altra calamità - l'allagamento.
Gli ingegneri avvertono che le mura della scatola in cemento gigante, profonda 20 metri, che agiva da fondazione per il World Trade Center, sono a rischio crollo.
Questo permetterebbe all'Hudson, che scorre da un lato dell'isola, di fluire nel sito, e da li in tutta la rete metropolitana di New York.
Tuttavia secondo Time Magazine quasi 9 mesi più tardi, quando la vasca fu ripulita, non subì cedimenti:

2. La Battaglia per Ground Zero, di Richard Lacayo, Domenica, 19 maggio 2002

Anche se non suona mai bene dire che il sito è pulito, la pulizia del World Trade Center è stata completata. Ciò che era definito "la Pila" (the Pile), una montagna irregolare d'acciaio annodato e cemento, è ormai un buco, un ordinata cavità rettangolare di 16 acri grigio-marrone.

D. Evidenza di Pochi Danni

La vasca profonda subì quindi solo danni minimi. Non ci fu alcun danno funzionale; il solo danno causato alla vasca dalla distruzione del WTC fu superficiale, come attesta il seguente articolo del New York Times.

1. Sotto le Torri, Rovina e Resilienza (Articolo)

Dopo quasi 3 settimane di esplorazione, gli ingegneri hanno completato la prima perizia dei 16 acri dei 7 piani seminterrati sottostanti il World Trade Center complex trovando diversi schemi di distruzione. Alcune zona non sono altro che macerie; altre sembrano senza danni alcuni. Con gran sollievo per gli ingegneri, non ci sono evidenza che le mura di contegno profonde 70 piedi siano danneggiato o si sia creata una breccia, anche se il crollo delle Torri ha lasciato una sezione pericolosamente senza sostegno.
Il lavoro nel sottosuolo è entrato in un "periodo calmo" di riflessione e pianificazione mentre gli ingegneri pensano a come rimuovere le macerie dai seminterrati senza danneggiare le mura di contegno, note come la "vasca", con il compito di mantenere le acque del fiume Hudson fuori dal sito. [enfasi aggiunta]
Per evitare che le mura si danneggiassero o subissero spostamenti, gli scavi nel seminterrato dovranno procedere per fasi, piano per piano, Mr. Tamaro dichiarò, con l'installazioni di questi tiranti lungo il lato sud e ovest della vasca dove i piani dei seminterrati non forniscono più sufficiente sostegno. La stima dei tempi va dai 4 mesi ad un anno, in funzione di chi sta parlando nella stanza - una misura dell'incertezza attorno al processo.
Poco dopo l'inizio dei lavori, si scoprì che le macchine movimento terra stavano danneggiando le zone attorno alla vasca, e nuove regole furono stabilite. Emerge una domanda importante dunque: Come è possibile che le macchine movimento terra possano arrecare più danni alla vasca che la distruzione ed il presunto crollo di due edifici da 500.000 tonnellate l'uno che vi poggiavano sopra?

Tuttavia, un altro articolo evidenzia la questione con maggior rilievo. L'articolo viene riportato per intero in modo da dare al problema il suo pieno impatto:

2. La Vasca del World Trade Center: dalla Genesi all'Armageddon

Preludio
Nel 1993, i terroristi hanno fatto esplodere una bomba nel seminterrato del WTC adiacente ad una colonna della Torre Nord (WTC 1) causando danni ai piani che sostenevano le mura. Fortunatamente, le mura non vennero danneggiate ne ci furono perdite. L'ispezione visiva delle mura nella primavera del 2001 rivelò che le mura erano in buono stato.
Armageddon
L'11 settembre 2001, ancora una volta i terroristi colpirono il World Trade Center complex, questa volta provocando il crollo e la distruzione della maggioranza delle strutture in superficie ed il crollo parziale delle strutture sotterranee. I limiti della vasca e le condizioni delle strutture sotterranee non furono immediatamente evidenti in seguito agli attacchi.
Risposta Iniziale 
Immediatamente dopo i crolli, il Dipartimento di Progettazione e Costruzione di New York incaricò una squadra di ingegneri di assistere i Vigili del Fuoco nella ricerca dei superstiti. Un gruppo di ingegneri, sotto la direzione di Thornston-Tomasetti Engineers (TTE), si concentrarono sull'ispezione degli edifici adiacenti mentre un altro forniva consulenza sulle strutture sotterranee del WTC complex, del Word Financial Center, sui treni PATH, e sulle gallerie della metropolitana di New Tork.

Mentre i mezzi pesanti (es.: gru da 1000 tonnellate) cominciavano ad arrivare, era ormai evidente che delle regole dovevano essere stabilite per l'uso sicuro dei mezzi al di fuori dei confini dei sotterranei, dei servizi principali, delle scale di accesso al PATH e le rampe, nelle strade, e sulle piattaforme strutturali sopra all'acqua. L'uso dei mezzi pesanti in prossimità delle mura di ritegno o sulla struttura dei seminterrati stessi potrebbe causare il crollo delle mura o di qualunque struttura sotterranea rimasta. Il crollo delle mura di ritegno significherebbe un'inondazione del vicino fiume Hudson. [enfasi aggiunta]

Come primo passo, la Mueser Rutledge Consulting Engineers (MRCE) preprarò dei schemi che mostravano l'ubicazione delle strutture seminterrate al di fuori delle mura di contegno che non potevano essere attraversate dai mezzi pesanti. Le posizioni di quattro tubazioni per acqua da 6-piedi di diametro furono inoltre identificate. La Port Authority chiuse le valvole a due linee di approvvigionamento d'acqua subito dopo il fatto. Le altre due linee di mandata dell'acqua potrebbero retro-alimentare l'acqua del fiume nei seminterrati durante le piene e quindi dovettero essere sigillate al più presto. Gli schemi furono messi a disposizione dei Vigili del Fuoco e degli appaltatori per servirsene durante il piazzamento dei mezzi ed attrezzature di soccorso, costruzione e demolizione. Weidlinger Associates successivamente preparò dei disegni di dettaglio dei servizi per gli appaltatori.
Le Gallerie del PATH 
In concomitanza con le operazioni di salvataggio, gli ingegneri della Port Authority stavano investigando le condizioni delle gallerie del PATH a Jersey City, New Jersey, dove la Exchange Place Station, situata 5 piedi più in basso della stazione del PATH, era servita da pozzetto di raccolta dell'acqua antincendio, dell'acqua di fiume, e dell'acqua proveniente dalla rottura delle tubazioni principali che scaricavano nella vasca. L'ispezione rilevò che l'acqua nelle gallerie tra New York e New jersey aveva completamente riempito la galleria nord ad un livello pari al minimo del fiume. Le pompe furono immediatamente messe al lavoro per evitare l'inondazione della Exchange Place Station. Vennero pompati fino a 3000 galloni al minuto dalla galleria nord per un periodo di 12 ore ogni giorno. Gli esami dell'acqua non riuscirono a determinarne la sorgente; tuttavia, si pensava che la maggioranza proveniva dalla grande quantità d'acqua che fu versata sulle macerie per estinguere i fuochi continui. Entro pochi giorni, un tappo di cemento a bassa resistenza lungo 16 piedi fu collocato in ogni galleria per sigillarla nel caso le mura della vasca subissero delle fessure finendo per inondare le gallerie stesse. I tappi erano progettati per resistere ad una pressione pari a 80 piedi di colonna d'acqua (circa 2,5 bar) e saranno rimossi quando le mura di contegno saranno un sicurezza. La Port Authority sta attualmente effettuando i preparativi per rimuovere i tappi in preparazione per il ripristino delle gallerie. [enfasi aggiunta]. 
(10/10/01) Danni su Liberty Street causati dalle macchine movimento terra.


Durante le operazioni di ripulitura, terra e macerie furono usate per costruire una rampa tra la parte est e quella ovest della vasca, permettendo alle pesanti macchine movimento terra di manovrare da una parte all'altra. Dopo più di 6 mesi dall'inizio dei lavori, la rampa fu rimossa e si scoprì nuovamente che questa zona della vasca era stata danneggiata. Quindi, ancora una volta: come è possibile che le macchine movimento terra possano arrecare più danni a questa struttura che il crollo di due edifici da 500.000 tonnellate l'uno che vi poggiavano sopra?
L'intera questione è stata evidenziata da un altro articolo ancora:

3. Gli Operai si Affrettano a Riparare l'Enorme Buco nella Vasca del WTC (21/03/2002)

Quando un'enorme buca fu scavata a Lower Manhattan per costruire le fondazioni per il World Trade Center più di 30 anni fa, gli operai costruirono le mura per impedire alle vicine acque del fiume Hudson di penetrare attraverso la terra. La fossa profonda 7 piani è ora quasi tutto ciò che rimane del World Trade Center dopo mesi di rimozione delle macerie.
Gli ingegneri sostengono che non c'è pericolo imminente che le mura possano crollare o che la fossa si riempia d'acqua.
I treni del PATH ripresero servizio a novembre 2003, solo 2 anni dopo l'11 settembre. L'acqua è visibile in fig.13, per esempio, ma non c'è stata alcuna inondazione da parte del fiume Hudson. L'acqua proveniva dalle manichette antincendio e dalla acqua piovana e doveva andare da qualche parte.

Fig. 12 - Prima dell'11 Settembre 2001.


La fig.12 mostra un treno PATH nella vasca profonda prima dell'11 settembre; la fig.13 dopo l'11 settembre mostra dei danni strutturali di poco conto alla banchina del treno, probabilmente dovuti all'acqua; e la fig.14 mostra la banchina e le carrozze nuove, che hanno una certa somiglianza con quelle precedenti.

Fig.13 - Poco dopo l'11 settembre. Il treno non è stato schiacciato.


Fig.14 - 23/11/2003.


Una galleria del PATH al di fuori della vasca non presenta alcun danno strutturale (fig.15) ed una carrozza intatta del PATH viene sollevata dalla vasca (fig.16), non mostrando alcun segno di schiacciamento.

Fig.15 - Galleria del PATH asciutta e senza danni strutturali evidenti.


Fig.16 - 22/02/2002. Le carrozze non sono state schiacciate.


La fig.17 del New York Times mostra lo schema dei danni presunti alle zone seminterrate entro la vasca. Sembra strano che lo stato al centro delle piattaforme del PATH fu "non ispezionato o indeterminato." Perché?  La fig.17, per esempio, non mostra alcuni danni strutturali in quella sezione della piattaforma, ma solamente danni dovuti all'acqua. Risulta difficile essere totalmente confidenti che lo schema sia un'accurata ricostruzione dei danni alla vasca. La cosa interessante è che le mura di contegno sul lato ovest, o del Hudson, di ogni Torre sono prive di danni, secondo il New York Times. Inoltre, le entrate delle gallerie del PATH, rigidamente collegate alla vasca e al basamento roccioso, sono "intatte o per lo più intatte." Solamente tre delle sette carrozze del PATH furono danneggiate. Mentre il New York Times utilizza il termine "schiacciate", non sembra plausibile che 3 carrozze possano essere totalmente schiacciate mentre 4 rimangano intatte (vedere fig.17)!

Fig.17 - Livello 6 seminterrato: 4 di 7 carrozze del PATH sotto al WTC non furono danneggiate (Link).

Legenda: Crollato o pesanti danni / Intatto o per lo più intatto / non ispezionata o indeterminato.

Al di fuori delle mura est della vasca profonda ed anche all'interno della vasca meno profonda, sorprendentemente anche la metropolitana non ebbe ripercussioni rilevanti: "Considerando la devastazione vicino al Trade Center, ed il fatto che in alcuni punti le gallerie si trovavano solo a 5 piedi sotto al manto stradale, il crollo completo delle gallerie non fu così esteso come alcuni ingegneri avevano temuto.

Fig.18 - Il negozio della Warner Brothers nel centro commerciale sotto al WTC, visto dal negozio Strawberry.


La fig.18 mostra il negozio della Warner Brothers nel centro commerciale del WTC, come si vedeva dallo Strawberry prima dell'11 settembre. Una foto scattata in direzione opposta (una foto dello Strawberry scattata dal Warner Bros) è mostrata in fig.19 e scattata appena dopo l'11 settembre.


Fig.19 - I resti del negozio Strawberry visto dal Warner Bros


La fig.20 mostra il contenuto del negozio della Warner Bros. nel centro commerciale che si trovava nell'atrio. L'atrio si trova nel primo livello seminterrato. I personaggi della Warner Bros. recuperati da questo negozio sono mostrati in fig.21. Notare che Roadrunner non ha un graffio nonostante sia sopravvissuto alla distruzione del WTC 2 soprastante. Eppure, come mostrato nella sezione di fig.9, il centro commerciale risulta il primo piano ad essere impattato. La fig.22 mostra la situazione al di sopra di questa zona (WTC 4) e la fig.24 illustra la situazione nel centro commerciale appena sotto WTC 4.

Fig.20 - Il contenuto del negozio dopo l'11 settembre.


Fig.21 - Foghorn Leghorn, Bugs Bunny e Roadrunner.


Fig.22 - La parte principale di WTC 4 non c'è più. E' rimasta solo l'ala est, circa un quarto dell'edificio.


Fig.23 - I soccorritori nel Centro Commerciale del WTC, sotto WTC 4, vicino al negozio Strawberry.

  
Fig.24 - Il negozio "Innovations Luggage" (a sinistra) nel Centro Commerciale del WTC sotto al WTC 4.

4. Tirando l'Edificio 6


Durante i lavori al sito del WTC, le parti rimanenti del WTC 6 dovevano essere demolite. Gli ingegneri non hanno usato esplosivi nel timore di danneggiare le mura della vasca, come discusso nello special della PBS, America Rebuilds. Piuttosto, gli operai attaccarono dei cavi alla struttura rimanente facendola dondolare avanti e indietro finché non ha ceduto.
Operaio: Oh, ci prepariamo a tirare l'edificio 6.
Luis Mendex, Dipartimento di Progettazione e Costruzione.
Dobbiamo essere molto cauti su come demolire l'edificio 6. Eravamo preoccupati che l'edificio 6 venisse giù danneggiando le mura di contegno. Volevamo quindi che quell'edificio cadesse in una certa zona.
Il video sotto mostra i cavi agganciati ai resti del WTC 6 mentre vengono tirati dalle ruspe in modo da scuoterlo.
Operaio: Abbiamo i cavi agganciati in 4 punti diversi. Tireremo l'edificio in direzione nord. Non si vede ogni giorno abbattere un edificio di 8 piani con dei cavi.
E un altro operaio o il narratore guardando l'evento:
C'è una certa eccitazione nell'aria nell'abbattere l'ultima struttura del World Trade Center.
Erano tutti preoccupati di danneggiare la vasca se avessero abbattuto i resti di un edificio di 8 piani con dei candelotti di dinamite, ma il presunto crollo per gravità di due edifici di 110 piani non era nulla di cui preoccuparsi?

Il WTC 6 viene demolito tramite dei cavi. Viene spiegata la preoccupazione nell'effettuare l'operazione per paura di danneggiare la vasca di contenimento. Si può ascoltare parte del discorso in inglese riportato sopra.

5. NIST: Nessun Danno Significativo


Il Comitato Consultivo della National Construction Safety Team (NCST) si incontrò via teleconferenza giovedì 14 dicembre 2006, dalle 9:00 alle 11:00, per discutere dei loro progressi sulle indagini relative al crollo del WTC 7. Invitarono il pubblico a seguire l'incontro tramite live webcast. Permisero anche al pubblico di chiamare per fare domande, un invito che richiedeva accordi precedenti siccome i tempi stretti permettevano solo 6 domande di 5 minuti ciascuna. Fortunatamente, Jerry Leaphart, l'avvocato di Dr.Wood, seppe di questo meeting abbastanza in anticipo da rientrare nei tempi. Ci furono solo due chiamate, e Leaphart ne aveva effettuata una.

Durante questa teleconferenza, il Comitato Consultivo della NCST discusse delle possibili cause dei fuochi nel WTC 7. Alla Commissione fu chiesto se il "crollo" delle Torri potesse aver rotto una tubazione che distribuiva il combustibile dal WTC complex al WTC 7.
Dr. Shyam Sunder fece la seguente dichiarazione circa i segnali sismici del WTC 1 e del WTC 2:
La forza dei segnali dovuta al crollo delle Torri non era di una grandezza sismicamente rilevante dal punto di vista della progettazione sismica o della progettazione o cedimento di un componente strutturale o vorrei dire di un sistema di tubazioni che potrebbe essere usato in una struttura, quindi ah non c'era nulla che ci facesse riflettere nel senso che fosse un evento sismico rilevante tale da rompere la tubazione.
In fin dei conti, la fig.1 rivela tutto molto eloquentemente, ed in maniera totalmente contraddittoria alle versioni ufficiali del "crollo" delle Torri, poiché qui la vasca non mostra alcun segno di danni significativi.
In breve, l'evidenza stessa della "vasca" è una potente testimonianza che la storia ufficiale delle Torri che vengono giù con un crollo di tipo "pancake" schiantandosi sulla vasca, è quella che è - una storia che non quadra con le evidenze. Questo significa, logicamente, che anche il modello della demolizione controllata non può essere veritiero.    

6 giugno 2018

Capitolo 2 - L'Esempio della Palla da Biliardo

Abbiamo costruito una civiltà in cui gli elementi più cruciali dipendono profondamente dalla scienza e dalla tecnologia. Abbiamo anche organizzato le cose in modo che quasi nessuno capisca la scienza e la tecnologia. Questa è una ricetta per il disastro. Potremmo cavarcela per un po', ma prima o poi questa miscela combustibile di ignoranza e potere ci esploderà in faccia.
- Carl Sagan

Quando le persone credono che le fai pensare, ti ameranno, ma quando le fai davvero pensare, ti odieranno.
- Don Marquis

A. Introduzione

Immediatamente dopo gli eventi dell'11 settembre 2001, il governo degli Stati Uniti proclamò con certezza che gli aggressori furono 19 kamikaze arabi sotto la guida di Osama bin Laden. Rapidamente seguirono delle dichiarazioni "autorevoli", tramite NOVA ed alcuni accademici, su ciò che aveva fatto crollare le Torri del WTC. Questo precoce consenso pubblico delle "autorità" fu che gli edifici non erano stati in grado di resistere all'orrendo assalto dovuto agli impatti degli aerei ed al calore degli incendi successivi.

Da quel momento, sono sorte domande sulla veridicità della Teoria Ufficiale riguardo agli eventi dell'11/9. Un settore di particolare interesse è stato il "crollo" della Torri del WTC. Le Torri potrebbero davvero essere state abbattute in conseguenza degli apparenti attacchi aerei contro di esse?

B. Il Valore della Semplicità

L’obbiettivo dell’esempio della palla di biliardo, introdotto nel primo capitolo e discusso nel secondo capitolo, è stabilire se la Versione Ufficiale sia degna di credibilità e meriti dunque di essere considerata veritiera. Nel fare ciò, occorre ricordare che la dimostrazione non deve essere necessariamente complicata. Cosa possiamo dimostrare attraverso l’uso di modelli semplici di situazioni complicate? Supponiamo che vi dica che ho corso fino al negozio (distante 10 miglia) e poi alla banca (altre 5 miglia), poi al cinodromo (7 miglia in più), poi a casa di un amico (altre 21 miglia) e poi a casa…tutto in 2 minuti. Per smentire la mia storia potreste ragionare che il record mondiale della corsa del miglio è 3 minuti e 43 secondi, cioè sotto 4 minuti. Di conseguenza non appare possibile correre 40 miglia sotto i 2 minuti.

Non dobbiamo dimostrare esattamente in quanto tempo avrei dovuto correre quella distanza. Ne dobbiamo dimostrare quanto tempo in più ci avrei messo se mi fossi fermato a piazzare una scommessa al cinodromo. Per confutare la mia versione, occorre provare che il racconto che è stato fornito non è fisicamente possibile.

Consideriamo ora se i tempi di crollo che sono stati forniti siano possibili quando li valutiamo entro i limiti della versione ufficiale.

C. Tempo Trascorso: Quanto Tempo hanno Impiegato le Torri a Scomparire?

Tre fonti hanno fornito dati e/o opinioni sui tempi di crollo delle torri del WTC:
  1. La Versione Ufficiale, come fornita nel 9/11 Commission Report (www.911commission.gov/report/911Report_Ch1.htm)
  2. I dati sismici associati al terreno che tremava durante i crolli, registrati dai sismografi del Columbia University’s Seismology Group (usato dal NIST nel loro rapporto: pag.37 (ovvero pag.87 di 289 del pdf) https://ws680.nist.gov/publication/get_pdf.cfm?pub_id=909017)
  3. Ricercatori indipendenti che hanno tentato di misurare i tempi di crollo attraverso diversi metodi usando analisi video.
Secondo il 9/11 Commission Report, "alle 9:58:59 la Torre Sud (WTC 2) è crollata su se stessa in 10 secondi, creando una feroce tempesta di vento e un’enorme nube di detriti."

L’August Fact Sheet (Answers to Frequently Asked Questions, domanda 6: https://www.nist.gov/pba/national-institute-standards-and-technology-nist-federal-building-and-fire-safety-investigation) del NIST afferma che il “NIST ha stimato che i primi pannelli esteriori abbiano colpito il terreno in circa 11 secondi per WTC 1 e circa 9 secondi per WTC 2 dopo l’inizio dei crolli. I tempi sono basati sui (1) tempi misurati nei video e i (2) segnali sismici registrati a Palisades, NewYork, che furono calibrati tenendo conto dei tempi di trasmissione delle onde da Lower Manhattan (NCSTAR 1-5a).” 

Attribuiremo dunque ai tempi di crollo il valore di 10 secondi per la Versione Ufficiale
Il Columbia University’s Seismology Group ha registrato eventi sismici della durata di 10 secondi e 8 secondi rispettivamente per WTC 2 e per WTC 1.

Informazioni basate sui dati sismici raccolti a Palisades New York: http://www.ldeo.columbia.edu/LCSN/Eq/20010911_WTC/fact_sheet.htm e 

Siccome l'esatta natura di cosa abbia provocato il crollo delle torri è ignota al momento, risulta difficile attribuire un significato chiaro alle evidenze sismiche. Tuttavia, per i nostri scopi interpretiamo tale evidenza come un suggerimento che il tempo dei crolli sia vicino a quello di caduta libera.

Come indicato poc'anzi, la terza fonte di dati/opinioni riguardo i tempi dei crolli proviene dai ricercatori indipendenti ed è basata sull'esamina dei video disponibili. Qui abbiamo una gamma di tempi che va da circa 9 secondi fino a 15 secondi o addirittura 18 secondi (anche se i tempi più lunghi si basano su ragionamenti dubbi). Il problema di determinare i tempi in base ai video è che la fase finale dei crolli è oscurata dalle enormi nubi di polveri prodotte dai crolli. In più, c'è la questione se i video riflettano o meno il tempo effettivo in maniera fedele, potendo essere affetti da sottili distorsioni come la velocità di avanzamento del nastro di registrazione. Dalle evidenze disponibili, assumiamo che il tempo di crollo sia nell'intervallo tra i 9 secondi e i 15 secondi. 

Tuttavia, il nostro scopo è stabilire se la Versione Ufficiale sia credibile. Per questo motivo adotteremo ipoteticamente il valore pubblicato nel 9/11 Commission Report, pari a 10 secondi, come tempo di crollo.
Prima di procedere nell'analisi chiediamoci se questo lasso di tempo ci sembri un tempo ragionevole per giustificare un collasso completo, dovuto alla sola gravità, di edifici alti 1/4 di miglio.

A questo punto la Dr. Wood riprede il modellino, visto nel capitolo 1, della palla da biliardo che cade in caduta libera nel vuoto dal tetto del WTC 1 da un altezza di 1368 piedi, pari a circa a 417 metri. Come dimostrato nel Capitolo 1 il tempo impiegato è di 9.22 secondi.

D. Caso 1: Caduta Libera dal Tetto del WTC 1

Usando una palla da biliardo come dispositivo di cronometraggio, consideriamo il tempo minimo che impiegherebbe la palla da biliardo blu per colpire il suolo, una caduta di oltre 1/4 di miglio (vedi fig.1). Faremo partire il cronometro all'istante in cui la palla viene fatta cadere dal tetto del WTC 1 e supponiamo che la caduta avvenga nel vuoto, senza alcuna resistenza dell'aria. (Notare che le grandi sezioni di edificio avranno un rapporto superficie-massa molto basso, quindi anche nel loro caso la resistenza dell'aria può essere trascurata.)

Fig.1 - Tempo minimo affinché la palla blu in caduta libera dal tetto del WTC 1 colpisca il suolo in assenza di resistenza dell'aria (in punto di contatto con il terreno è mostrato in rosso).


La palla blu accelererà dal momento in cui viene lasciata cadere dal tetto del WTC 1. Nel vuoto, colpirebbe il suolo 417 metri più in basso dopo 9.22 secondi, mostrato dalla curva blu in fig.1. Impiegherebbe più tempo se considerassimo la resistenza dell'aria, ma per semplicità, la stiamo trascurando.

E. La "Teoria Pancake"

Secondo questa teoria parte integrate della Versione Ufficiale, le torri caddero con un effetto di tipo "pancake", per causa dalla sola forza di gravità, in 10 secondi.

Secondo la teoria pancake, un piano cede cadendo su quello sottostante, causando il cedimento del secondo, che a sua volta cade sul piano sottostante e cosi via. La teoria implica che questo schema si ripeta fino al suolo. Anche se il "collasso" iniziale cominciasse al 80° piano, dove l'edifico fu danneggiato, i 30 piani sovrastanti dovrebbero comunque subire l'effetto pancake per far si che l'intero edificio si distrugga fino al suolo. Non c'è alcuna evidenza di 30 piani rimasti intatti. Se accettassimo la Versione Ufficiale, dovremmo presumere che anche gli ultimi 30 piani subirono l'effetto pancake, anche se ignoriamo il meccanismo che possa averlo indotto.

F. L'Evidenza Visiva

Sia per WTC 1 che per WTC 2, non solo non c'è traccia di alcun blocco di piani rimasto intatto, non c'è praticamente evidenza alcuna di nessun tipo di accumulo di piani uno sopra l'altro. Piuttosto, le evidenze sia video che fotografiche mostrano la polverizzazione dei piani durante l'evento. Non possiamo certo concludere che i piani si accatastarono l'uno sull'altro come frittelle (pancake appunto). Vedere fig.2 e fig.3.

Fig.2 - Modello A - Versione Ufficiale: I piani rimangono praticamente intatti e si accatastano l'uno sull'altro come pancake.


Fig.3 - Modello B: I piani esplodono come un vulcano in eruzione.


Fig.4 - Il blocco sopra inizia a disintegrarsi prima che la zona danneggiata cominci a muoversi verso il basso.

Non è pensabile ipotizzare che i piani si siano impilato uno sopra l'altro come frittelle.
Sforzandoci di dare credito alla Versione Ufficiale, useremo un approccio conservativo. Assumiamo che un piano in caduta libera avvii la caduta di quello sottostante e nel contempo si polverizzi. In altre parole, quando un piano impatta un altro piano, la piccola quantità di energia cinetica del piano in caduta viene consumata per (a) polverizzare il piano in caduta e per (b) liberare il piano seguente. In realtà, l'energia cinetica non risulta sufficiente a fare entrambe le cose. Solamente per poter eseguire il calcolo del tempo di "crollo" ipotizziamo che ve ne fosse abbastanza. Dopotutto, milioni di persone credono di aver visto gli edifici crollare.

Nelle fig.2 e fig.3 sopra sono rappresentati due modelli, rispettivamente il modello A "pancake" ed il modello B, che rappresenta la disintegrazione dei piani durante i "crolli", cioè i piani si disintegrano dall'alto verso il basso. La domanda a cui occorre rispondere è la seguente: quale dei due modelli meglio descrive le foto sotto? Ancora, la domanda è "Dove sono finite le Torri?" 

Fig.5 - WTC 2 - Non c'è praticamente alcun detrito in caduta libera al di sotto del fronte d'onda del crollo.


Fig.6 - Strato uniforme di polvere su Fulton Street dopo il "crollo." Non credo si senta un gran tonfo quando questa parte dell'edificio colpisce il suolo.


Queste foto mostrano evidenze di polverizzazione(*) e non di un "effetto pancake". La foto seguente di un collasso indotto da un terremoto in Pakistan mostra come ci sarebbero dovuti essere molte più macerie e molta meno polvere a Ground Zero se la Versione Ufficiale del collasso gravitazionale fosse vera.

(*) Polverizzare significa ridurre il materiale in particelle di polvere tramite un'azione meccanica ottenuta tramite la macinazione e/o la frantumazione, oppure tramite l'energia cinetica di qualcosa che urta contro qualcos'altro. Come evidenzia la Dr. Wood e come vedremo in seguito, qui siamo di fronte ad un altro fenomeno che lei battezza in inglese come "dustification". Viene impropriamente tradotto come polverizzazione ma non deve in alcun modo evocare il concetto di macinare e/o frantumare in piccole particelle di materiale, che necessariamente implica l'uso di energia meccanica o cinetica. A prima vista sembra un'osservazione banale, ma al contrario, l'intenzione è identificare un fenomeno non noto o mai incontrato prima con un termine con non possa essere confuso con fenomeni noti, quale la polverizzazione tramite mezzi meccanici o cinetici. Durante le sue ricerche la Dr. Wood si è sforzata molte volte in questo senso ed incontreremo molti di questi termini nei prossimi capitoli del suo libro. L'idea è di creare un termine nuovo per un fenomeno nuovo, che non si possa confondere con un fenomeno noto, ma allo stesso tempo sia semplice da ricordare e non complicato come ad esempio "caratteristica-XYZ-123".

Fig.7 - Margalla Towers , Pakistan 2005 - L'effetto pancake è evidente.

Il punto di questi esempi è che l'energia cinetica non può essere consumata in compiti diametralmente opposti. Cioè, non può essere spesa per "polverizzare" ed al tempo stesso per produrre "l'effetto pancake".  
Dunque, se ci fosse energia cinetica sufficiente per la polverizzazione, si verificherebbe la polverizzazione oppure l'effetto pancake, ma non entrambe. L'energia può essere spesa una volta sola. Se l'energia potenziale viene spesa per polverizzare un piano verso l'alto e verso l'esterno, non può essere spesa di nuovo per accelerare l'edificio verso il basso. Per far si che si verifichi l'effetto pancake, è necessaria una forza sufficiente verso il basso per poter innescare il cedimento del piano seguente.
Ma se l'edificio al di sopra di quel piano è stato polverizzato, allora non ci può essere alcuna forza verso il basso. Come si vede nelle foto seguenti, gran parte del materiale è stato espulso verso l'alto e verso all'esterno. Ogni particella di materiale polverizzato sopra la pianta dell'edificio rimane sospesa in aria e non può contribuire a imprimere al piano seguente una forza verso il basso. Polverizzandosi, inoltre, le minuscole particelle hanno un elevato rapporto superficie-massa, offrendo un'elevata resistenza all'aria che diviene significativa. Ognuno di voi ricorderà che la polvere impiegò giorni per posarsi al suolo - non ore o minuti.

Fig.8 - Dr. Wood: La mia integrità intellettuale m'impedisce di definirlo un "crollo".

 
Fig.9 - WTC 1 si trasforma in polvere scontrandosi con niente altro che aria.


Anche se il meccanismo responsabile ad innescare l'effetto pancake di ogni piano sembra essere assente, prendiamo comunque in considerazione il lasso di tempo che ci aspetteremo per il crollo. Riferiamoci ai grafici già mostrati nel Capitolo 1 espandendo l'esempio della palla da biliardo.
Per illustrare i tempi di questo effetto domino, useremo una sequenza di palle da biliardo in caduta, dove ogni palla da biliardo agisce come innesco della caduta della seguente palla nella sequenza. E' equivalente ad assumere che la polverizzazione sia istantanea e non rallenti quindi il processo. Notare che le palle sono usate solamente come cronometri e sono identiche le une alle altre tranne che per il colore. Non rappresentano nessuna collisione in realtà.

G. Caso 2: Crollo Progressivo a Intervalli di 10 Piani

Fig.10 - Tempo minimo per il crollo se 9 piani su 10 sono stati demoliti prima del crollo stesso.


Per tener conto della zona danneggiata dell'edificio, simuliamo che i piani crollino ogni 10 piani, come se qualcosa avesse distrutto 9 piani ogni 10 per l'intera altezza dell'edificio. Con un approccio conservativo stiamo presupponendo che non ci sia resistenza tra piani successivi. Riferiamoci al grafico della figura sopra. Abbiamo già visto la dinamica di questa ipotesi al Capitolo 1. Aggiungiamo qui che il tempo necessario affinché un piano qualsiasi impatti quello sottostante è pari a 2.8 secondi. Questo modello approssima la teoria del "crollo pancake" assumendo che ogni piano parte del processo pancake non offra resistenza alcuna. Con questa teoria, nessun piano al di sotto del processo pancake più iniziare a muoversi finché il crollo progressivo non abbia raggiunto quel determinato livello. Per esempio, non c'è ragione che il 20° piano collassi improvvisamente prima che possa essere danneggiato.

Con questo modello sono necessari un minimo di 30.6 secondi affinché il tetto si schianti a terra. Naturalmente ci vorrebbe più tempo se considerassimo la resistenza dell'aria. E ci vorrebbe ancora di più se tenessimo conto della resistenza alla polverizzazione offerta dalla struttura, dato che in realtà le colonne di ogni livello assorbirebbero molta dell'energia dei piani in caduta. Il tempo così calcolato va a favore delle Versione Ufficiale più di quanto si meriterebbe.

H. Caso 3: Crollo Progressivo a Intervalli di un Piano

In maniera simile al caso 2, consideriamo ora un crollo progressivo piano dopo piano.

Fig.11 - Tempo totale minimo per il crollo se ogni piano crollasse come un domino.


Il grafico mostra che se ogni piano subisse l'effetto pancake - in linea con il modello ufficiale del "crollo" - allora il tempo necessario per il crollo dell'edificio sarebbe di circa 100 secondi, e non circa i 10 secondi che tutti noi abbiamo visto con i nostri occhi e che corrispondono quasi al tempo di caduta libera.

I. Caso 4: Crollo Progressivo a Velocità Prossime alla Caduta Libera

Ora consideriamo lo stesso modello in cui avviene lo stesso fenomeno, di nuovo un piano ogni 10 piani, ma questa volta con "un po' d'aiuto." Consideriamo il grafico sotto in fig.12 già proposto al Capitolo 1.

Fig.12 - Tempo totale di crollo pari a 9.22 secondi con i piani (1 ogni 10) che iniziano a muoversi  in anticipo rispetto al fronte d'onda del crollo (le palle si passano il "testimone" 2.4 secondi prima che arrivi il "testimone-palla".


Supponiamo di voler far crollare l'intero edificio nello stesso tempo in cui una palla da biliardo in caduta libera dal tetto del WTC 1, nel vuoto, impiegherebbe a raggiungere terra (cioè, 9.22 secondi). Ora, se l'intero edificio deve essere al suolo in 9.22 secondi, ogni piano immediatamente sottostante a quelli che stanno subendo il "pancaking" deve iniziare a muoversi prima che l'energia pressante-discendente del "crollo progressivo" possa raggiungerlo. Per illustrare ciò, useremo ancora il modello delle palle di biliardo. Se la palla rossa (abbandonata dal 100° piano) deve toccare terra allo stesso tempo della palla blu (lasciata dal 110° piano), la palla rossa dove essere rilasciata 0.429 secondi dopo il rilascio di quella blu. Ma la palla blu impiega 2.8 secondi dopo il suo rilascio a raggiungere il 100° piano in caduta libera. Di conseguenza, la palla rossa deve iniziare il suo moto circa 2.4 secondi prima che la palla blu raggiunga la rossa ed inneschi il suo moto. Cioè, ognuno di questi piani necessiterà di 2.4 secondi di vantaggio. Ma come può un piano superiore essere distrutto dall'impatto con quello inferiore se quest'ultimo si è già tolto di mezzo?

Ciononostante, per far si che l'intero edificio crolli in circa 10 secondi, ogni piano inferiore dovrebbe iniziare il suo moto prima che un piano superiore possa raggiungerlo - e riuscirci con la sola forza di gravità.

E' questo ciò che tutti abbiamo visto il giorno che gli edifici all'improvviso svanirono? Crediamo sia molto chiaro dai video: l'onda del crollo, progredendo lungo l'edifico, si muove più rapidamente della caduta libera. E' indiscutibile che un tale risultato sia raggiungibile con qualcosa simile a una sequenza controllata di demolizioni. Come abbiamo visto, l'intero edificio si stava trasformando essenzialmente in polvere. Prendiamo un piano relativamente basso a caso, diciamo il 40°, per esempio. Il 40° piano deve iniziare il suo moto prima che qualunque dei piani superiori lo raggiunga in caduta libera. Ma perché dovrebbe iniziare a muoversi? Non c'erano fiamme ad indebolire la struttura a quel livello. Anzi, semmai c'era un carico sempre minore sul 40° piano man mano che i piani superiori si tramutavano in polvere.


Video con sottotitoli in italiano in cui Dr. Wood spiega l'esempio della palla da biliardo.


Fig.13 - WTC 1 - Sbuffi ed espulsioni orizzontali di materiale ben al di sotto del fronte d'onda del crollo.


In fig.5 notate che WTC 2 è meno della sua altezza originale e praticamente nessun detrito è in caduta in anticipo rispetto all'onda di demolizione. Se ora consideriamo i dati sismici che saranno discussi al Capitolo 6, sorge una domanda pertinente ed importante:

Perché la terra ha tremato per soli 8 secondi mentre WTC 1 "scomparve"?
Risposta: La parte di edificio mostrata in fig.6 (polvere e carta) non fa un tonfo quando colpisce il suolo.

La parte superiore dell'edificio ha sicuramente impiegato molto più tempo a raggiungere il suolo sotto forma di polvere di quanto ne avrebbe impiegato se fossero stati pezzi di grandi dimensioni. Sappiamo che i fogli di carta hanno un elevato rapporto superficie-massa e dunque tende a rimanere in aria per molto tempo. Ecco perché la usiamo per fare aerei di carta per i bambini. Sempre in fig.6 l'acuto osservatore avrà notato che molta della carta è ricoperta da polvere, indicando che la polvere arrivò a terra dopo la carta. Notiamo anche le tracce di pneumatici sulla polvere, ma non tante, quindi la foto sarà stata scattata poco dopo che una (o entrambe) le torri sono state distrutte. Sembra anche che le persone siano uscite dai propri nascondigli per fare fotografie. Se ci fosse stato un forte vento avrebbe soffiato via la carta prima che la polvere si potesse posare su di essa. Come risulta, la carte si posò più rapidamente e il fatto che molta carta sia ricoperta dalla polvere ci fa comprendere le proprietà relative di quella polvere, cioè possedere un'elevata resistenza aerodinamica. Nonostante in quella fatidica giornata il cielo era terzo nell'area di New York, quella specie di foschia opaca e cupa che si vede in lontananza si spiega solamente con la presenza di polveri sospese in aria in seguito ai "collassi."

Durante una demolizione controllata convenzionale, i supporti degli edifici vengono fatti saltare e l'edificio si rompe in pezzi quando si schianta al suolo. In una demolizione controllata convenzionale la gravità manda in pezzi l'edificio. Qui sembra che l'unico ruolo funzionale della gravità sia stato quello di attirare verso terra la polvere sospesa in aria.

Fig.14 - Vista da sopra il duomo del WFC 2 (World Financial Center) mostra i danni al WTC 6 al centro della foto. Alla sinistra la pila di macerie del WTC 7 (47 piani) alta non più di 5 piani. Alla destra del WTC 6 si vede la parete nord del WTC 1, che si appoggia al WTC 6, un edificio di 8 piani. Dove sono i restanti 102 piani della parete nord? Non sono caduti ne sul WTC 6 ne sul WTC 7 poiché non si vede alcun rivestimento in alluminio che ricopriva i moduli prefabbricati in acciaio (detti "wheatchex" perché ricordano la forma di  una marca di cereali americani). Poco rimane del "core" del WTC 1 e dov'è il resto? L'acciaio che si scorge a terra ricopre a mala pena il terreno. Se non si intravedono "wheatchex" accatastati sopra il WTC 6 come ha potuto il WTC 6 essere scavato da cima a fondo ed in maniera verticale?


Ora consideriamo la realtà dei fatti con l'aiuto di alcune domande:
  1. Qual'è la probabilità che tutte le strutture di supporto di un dato piano cedano esattamente allo stesso istante?
  2. Se tutte le strutture di sostegno di un dato piano non hanno ceduto al medesimo istante, quella porzione di edificio si inclinerebbe ribaltandosi da un lato oppure cadrebbe perfettamente in verticale entro la sua pianta?
  3. Qual'è la probabilità che le strutture di sostegno di ogni piano cedano allo stesso istante e che questi cedimenti strutturali progrediscano da piano a piano con perfetta simmetria? 

J. Conclusioni

Abbiamo visto che se il movimento di ogni piano deve ricominciare ad ogni piano, il tempo totale del crollo deve essere maggiore di 10 secondi. Dal momento che l'edificio si è disintegrato da sopra verso sotto, è difficile credere che ci sia stata molta quantità di moto da trasferire, ammesso che ve ne fosse. Dobbiamo anche tenere in conto l'energia necessaria a polverizzare ciascun piano mentre avviene il "pancake". In seguito alla polverizzazione, il rapporto superficie-massa del materiale di cui è composto ogni piano aumenta enormemente e la resistenza al moto diviene significativa. Come può questo materiale polverizzato contribuire alla quantità di moto mentre "galleggia" in aria e fluttua giù ad una velocità molto più lenta rispetto ai piani durante il "crollo". 
Le spiegazioni fornite dal 9/11 Commission Report e dal National Institute of Standards and Technology (NIST) non sono fisicamente possibili.

Fig.15 - Questa foto è stata scattata l'11 settembre poiché il WTC 7 è ancora in piedi. Si vede il WTC 6 sulla sinistra e al centro ciò che rimane del "core" del WTC 1.


Fig.16 - La stessa foro sempre con evidenziati il WTC 6 e le macerie del "core" del WTC 1.


Fig.17 - Questa foto è stata caricata nell'archivio FEMA (Federal Emergency Management Agency) il 13 settembre che è anche la prima data utile di caricamento di qualunque altra foto, per esempio quella sopra di fig.16 scattata l'11 settembre. Da altre foto effettivamente scattate il 13 settembre si notano più persone e mezzi pesanti presenti. Probabilmente anche questa foto è dell'11 settembre. Notare l'ambulanza senza un graffio nonostante fosse parcheggiata davanti al WTC 1. E' impolverata e ha la portiera leggermente danneggiata. 


Fig.18 - Stessa foto della fig.17 con visibili i resti della scala B, ricavata nel "core" del WTC 1. Il "core" rimane ancora in piedi per circa 10 secondi dopo il crollo del WTC 1. Alla sua base, nella scala B, sono sopravvissute 14 persone. 


Fig.19 - Stessa foto che mostra le pareti nord e sud del WTC 1. 


A questo punto del libro, in una serie di appendici, Dr. Wood illustra le equazioni del moto di un corpo soggetto a gravità e mostra matematicamente come non ci possa essere polverizzazione se deve conservarsi la quantità di moto. Inoltre, dimostra matematicamente come sia necessario introdurre l'esistenza di un'energia aggiuntiva se deve conservarsi l'energia durante gli urti, come deve necessariamente essere. Potete approfondire qui The Billiard Ball Example dove troverete anche altre considerazioni oltre che dei quiz che vi consiglio di fare.

Riportiamo soltanto le seguenti due foto che trovate in una delle appendici. Chi ha visto funzionare il pendolo di Newton avrà notato che quando facciamo urtare una o più sfere d'acciaio con quelle ferme accade che quelle precedentemente in moto si fermano mentre alle sfere ferme viene impressa la stessa velocità delle sfere che prima erano in moto (trascurando l'energia che si dissipa nell'urto e il fatto che l'urto non è perfettamente elastico). Le sfere in moto hanno trasferito tutta la loro quantità di moto alle sfere immobili e si fermeranno come conseguenza dell'urto anche se le sfere precedentemente immobili non offrono resistenza (è chiaro che se le vincoliamo offriranno molta resistenza e le sfere impattanti rimbalzeranno indietro). Praticamente, le sfere si scambiano la velocità proprio come accade nel gioco del biliardo quando una palla viene colpita perfettamente al centro e senza effetto (anche qui trascuriamo la differenza di massa che esiste tra la palla bianca e le restanti palle del biliardo). Se tuttavia la sfera d'acciaio si polverizza nell'urto non ci sarà massa rimasta per trasferire la quantità di moto alle palle ferme. Questo esempio vuole essere un'analogia con l'effetto pancake, in cui la quantità di moto non può accumularsi mentre procede il "crollo". 


Fig.20 - Conservazione della quantità di moto in assenza di polverizzazione e resistenza strutturale.


Video alta definizione 720p al rallentatore che mostra il WTC 1 mentre si trasforma in polvere. Notare come i grandi pezzi di acciaio strutturale si stanno trasformando in polvere a differenza dei pezzi più piccoli di rivestimento in alluminio. Si noti come dietro ai pezzi di acciaio segua una scia di polvere. Al minuto 0:30 è chiaramente visibile in corrispondenza dell'angolo dell'edificio al centro dell'immagine una trave quasi orizzontale parte di una struttura di acciaio. Seguitela e vedrete che verso 0:45 si è praticamente trasformata in polvere e dunque non si schianterà a terra.


La polverizzazione del WTC 1.


Telegiornale del 12 settembre 2001 alle 12:00 circa in cui il giornalista Peter Jennings chiede: "Dove sono tutte le macerie?"


Dr. Wood alla conferenza in Olanda nel 2012 - Dove sono andare a finire le Torri? Ancora dal telegiornale del 12 settembre, i sopravvissuti della scala B, la ricerca dei superstiti nei seminterrati pressoché intatti, il sindaco Rudi Giuliani che in conferenza stampa dichiara che sono già stati rimossi 120 camion di detriti la prima notte e infine osservazioni sull'edificio 7 (WTC 7). 


Dr. Judy Wood: le Torri non sono crollate né sono bruciate, ma sono state quasi totalmente ridotte in polvere a mezz'aria prima di toccare il suolo. Dove sono andate a finire le Torri?


Le Torri in polvere.


I numeri delle Torri in Polvere.


Confronto tra altri incendi avvenuti in grattacieli a Dubai e Madrid e quelli del WTC.