Ci sono alcuni rapporti, ad esempio, che riferiscono che alcuni paesi hanno cercato di creare qualcosa di simile al virus Ebola e che sarebbe un fenomeno molto pericoloso, per non dire altro...Altri si stanno impegnando anche nell'eco-terrorismo in base al quale possono alterare il clima, scatenare terremoti, attivare vulcani da remoto attraverso l'uso di onde elettromagnetiche. - William S. Cohen.
Penso sia corretto affermare che non si sia mai verificato un incidente la cui causa si possa chiaramente ricondurre all'interferenza elettromagnetica.
- Granger Morgan.
In realtà non è difficile: il segreto è saper come fare.
- Edward Leedskalnin.
Una canna da pesca elettromagnetica.
- Robert Clark.
A. Introduzione
Sappiamo che esiste un legame tra elettricità e magnetismo. Da bambina, Dr. Wood ricorda di aver creato un magnete avvolgendo una bobina di filo attorno a un chiodo e collegando le estremità ad una batteria da 9 volt. Poi, tramite il fenomeno opposto, Dr. Wood apprese anche che attraverso l'induzione elettromagnetica un magnete può generare una tensione. Non solo tutti sappiamo che l'elettricità e il magnetismo sono correlati, ma sappiamo che possono interagire. Dopo aver concettualizzato e studiato le somiglianze tra un uragano e una bobina di Tesla, Dr. Wood si interrogò sull'effetto che un grande uragano potrebbe avere sul campo magnetico terrestre.
I dati utilizzati da Dr. Wood sono stati registrati dal Geographical Institute Magnetometer Array (GIMA) dell'Università dell'Alaska, un'istituzione che gestisce diversi siti con magnetometri situati in località dell'Alaska e del Canada occidentale. Sei stazioni furono attive e registrarono dati durante il periodo intorno all'11 settembre 2001. Di seguito viene mostrato un esempio di un tracciato delle loro registrazioni.
I valori misurati dai magnetometri provenienti dalle sei diverse stazioni di ricerca nel nord dell'Alaska rivelano variazioni anomale nel campo magnetico terrestre nei momenti esatti in cui gli eventi chiave si stavano svolgendo a New York City l'11/9. La fig.1 mostra le deviazioni dai valori medi su un periodo di quattro giorni.
Immediatamente prima del primo evento, al WTC 1, le letture dei magnetometri iniziarono a fluttuare dalla media. Tali fluttuazioni aumentarono e, in concomitanza con ogni evento distruttivo da quel momento in poi [formazione del buco al WTC 2, distruzione del WTC 2, del WTC 1 e del WTC 7], i valori si spostarono drasticamente verso l'alto o il basso. In tutti i casi, le fluttuazioni delle letture dei magnetometri furono significativamente diverse dalla norma, specialmente per quanto riguarda le tempistiche [ossia, le coincidenze temporali].
Sebbene i dati sembrino chiaramente correlati agli eventi del giorno, l'importanza di queste fluttuazioni non è stata ancora completamente portata alla luce e senza dubbio merita ulteriori ricerche. Di per sé, le fluttuazioni nelle letture dei magnetometri non sono insolite. Tuttavia le tempistiche, l'ampiezza e il rapporto tra queste fluttuazioni sono insolite. In effetti, le tempistiche di queste fluttuazioni anomale sono decisamente sconcertanti.
In fig.2 viene mostrata una panoramica dettagliata della durata di 14 ore che circonda gli eventi dell'11/9.
Circa venti minuti prima che sul WTC 1 si formò il buco, le letture del magnetometro iniziarono a divergere dai loro valori medi. Come mostrato nella legenda degli eventi della fig.2, la linea blu verticale corrisponde esattamente al momento in cui sulla Torre Nord si formò il buco. Il prossimo evento, alle 9:03, mostrato in rosso, corrisponde all'istante in cui sulla Torre Sud si formò il buco. In seguito alle 9:59 AM, la Torre Sud venne distrutta nel momento indicato dalla linea arancione. Il WTC 1 venne distrutto al momento indicato dalla linea azzurra. Più tardi quella giornata, alle 5:21 PM, il WTC 7 fu distrutto nell'istante indicato dalla linea verde.
L'osservatore attento avrà notato che circa venti minuti prima che sulla Torre Nord si formò il buco, i grafici mostrano un andamento in diminuzione prima di invertirsi bruscamente verso l'alto. Continuano a crescere fino alle 9:03 AM. Dopodiché si livellano quando sulla Torre Sud si formò il buco. (La latitudine e la longitudine di ciascuna stazione di registrazione è riportata in tabella 1).
Tutti e sei i tracciati dei magnetometri diminuirono e poi invertirono la direzione proprio nel momento in cui sul WTC 1 si formò buco. I dati disponibili dei magnetometri sono stati registrati ogni 60 secondi. Pertanto, non è possibile determinare se i valori si invertono nel momento esatto dell'evento al WTC. Inoltre, l'ora esatta in cui è stato colpito il WTC 1 non risulta ben definita. Gli orari riportati da tre fonti governative distinte sono leggermente diversi. Il Lamont-Doherty Earth Observatory ha riferito le 8:46:26 AM [Fonte: Fact Sheet], il National Institute of Standards and Technology (NIST) ha riferito le 8:46:30 AM [Fonte: NCSTAR1 pag.87 di 302 del pdf] e la 9/11 Commission le 8:46:40 AM [Fonte: 9/11 Commission Report].
I dati dei magnetometri provenienti dalle sei postazioni in Alaska (fig.4) sono riportati in fig.6 nelle tre componenti: intensità orizzontale (H), declinazione geomagnetica (D) e componente verticale (Z). I grafici coprono un periodo di 14 ore.
In tutti i tracciati dei magnetometri qui mostrati, la griglia verticale è in nano-Tesla e la scala orizzontale rappresenta la "eastern daylight-savings time" (EDT). Nella legenda di ciascun grafico viene fornito il valore medio (in nano-Tesla) che è stato sottratto da ciascun set di dati. Questo valore è il valore medio di ciascuna componente, per ogni stazione. La deviazione magnetica (componente D) visualizzata per ciascun set [di dati] è stata calcolata con il valore medio fornito dal GIMA. La componente H (deviazioni verso il basso) indica che il campo locale ha subito una flessione verso sud. Le flessioni della componente D sono deviazioni magnetiche verso ovest poiché la testa del magnetometro viene orientata con le coordinate magnetiche, non quelle geografiche. La componente Z è la componente verticale del campo magnetico.
Gli elementi del campo magnetico
X - Componente (nel piano orizzontale) diretta verso il Nord geografico
Y - Componente (nel piano orizzontale) diretta verso l’Est geografico
Z - Componente Verticale (positiva se è diretta verso l’interno della Terra)
H - Componente Orizzontale Totale (o Intensità Orizzontale Totale)
F - Intensità Totale del campo
D - Declinazione Magnetica (ovvero, l'angolo tra il nord magnetico e il nord geografico)
I - Inclinazione Magnetica
Nel tempo intercorso tra la distruzione del WTC 1 e del WTC 2, i valori, specialmente in direzione verticale (Z), in fig.6c, hanno iniziato a "vagare lontano da casa" [ad allontanarsi notevolmente dalla media]. Il preciso momento in cui il WTC 1 ha fatto "puff" sembrava coincidere con l'avvio di un evento geomagnetico significativo, che si è placato gradualmente quasi nello stesso momento in cui il WTC 7 ha fatto "puff". Successivamente, tutti e sei i valori sembravano risuonare insieme alla stessa frequenza (un tipo di risonanza magnetica), ma con ampiezze leggermente diverse. Questo comportamento dei valori elettromagnetici risulta più evidente in fig.6a.
Nel periodo intercorso tra la distruzione del WTC 1 e del WTC 7, si stavano verificando alcuni strani eventi magnetici. In fig.6b si può vedere che la declinazione (D) stava variando in un ampio intervallo. La declinazione geomagnetica è l'angolo tra il nord magnetico e il nord geografico. In altre parole, se ci trovassimo in una di quelle stazioni geomagnetiche con una bussola, avremmo visto l'ago oscillare selvaggiamente.
Molti di noi ricordano di aver tenuto in mano una bussola per la prima volta e di aver sperimentato con essa. Tenendo la bussola e spostandola, il quadrante vacillerà e non si manterrà fisso. Tuttavia, se posiamo la bussola su una roccia, possiamo aspettarci di vedere l'ago rallentare rapidamente e mantenere una direzione stabile. I dati in fig.6b indicano che se avessimo avuto una bussola posizionata su una roccia a Kaktovik l'11/9, l'ago non sarebbe rimasto puntato nella stessa direzione.
[Naturalmente i magnetometri dell'Università dell'Alaska non furono gli unici strumenti che registrarono il campo magnetico terrestre quel giorno. Per esempio, sul sito dell'International Monitor for Auroral Geomagnetic Effects (IMAGE), organizzazione costituita da 41 stazioni magnetometriche gestite da 8 istituti di ricerca in Finlandia, Germania, Norvegia, Polonia, Russia e Svezia, è possible consultare i grafici delle 3 componenti X, Y, e Z del campo magnetico terrestre, oltre a scaricare i dati grezzi in vari formati. Scegliendo le 5 stazioni magnetometriche più vicine al nord magnetico, è possibile visionare i grafici per le 3 componenti X, Y e Z dalle 10:00 AM alle 24:00 PM UTC (stesso arco temporale delle fig.6) l'11/9 e confrontarli qualitativamente con le fig.6, considerando che la scala delle ordinate è diversa e le componenti del campo non sono le stesse (H, D, Z e non X, Y, Z). E' facile costatare che anche queste stazioni magnetometriche in Islanda hanno registrato delle anomalie notevoli e simili a quelle registrate dai magnetometri in Alaska.]
La declinazione geomagnetica è l'angolo tra il nord magnetico e il nord geografico. Con riferimento alle fig.6, il tracciato dati verde di Kaktovik mostra le fluttuazioni più drastiche tra le sei stazioni di registrazione, mentre il tracciato arancione relativo all'Arctic Village mostra fluttuazioni quasi della stessa ampiezza. La sensibilità di queste stazioni sembra essere correlata alla loro vicinanza al polo nord magnetico. Kaktovik è il più vicino al polo nord magnetico e l'Arctic Village è secondo per vicinanza. CIGO e Poker Flat si trovano più lontani dal polo nord magnetico e mostrano le escursioni meno significative nei dati.
Prendiamo in considerazione un magnete a barra. Le linee di campo di un magnete a barra sono più vicine tra loro ai poli, quindi è lì che potrebbe esserci una maggiore sensibilità ai disturbi del campo magnetico. Kaktovik è a 11.2° N, 32.8° O rispetto al nord magnetico. New York City è a 40.6° N, 36.8° E rispetto al nord magnetico. I punti rossi nella fig.8 indicano dove si troverebbe ciascun luogo, se si pensasse alla Terra come a un magnete a barra, con Kaktovik più vicina ad un polo del magnete a barra rispetto a quanto non lo sia New York.
Nel 1820, Hans Christian Oersted, uno scienziato danese, scoprì un legame tra elettricità e magnetismo quando riscontrò accidentalmente che un ago magnetizzato di una bussola si riallineava se posto nelle vicinanze di un filo che trasporta corrente. Cioè, Oersted scoprì che i campi elettrici e i campi magnetici interagiscono.
Gli schemi di fig.9 mostrano come punterebbe un ago di una bussola se fosse posizionato in varie posizioni su un piano perpendicolare a un conduttore che trasporta elettroni.
La Terra è circondata da un campo magnetico che è stato disturbato l'11/9 proprio nel momento in cui si sono verificati gli eventi distruttivi nella città di New York. Gli effetti di campo non derivano necessariamente da una sorgente puntuale ma invece sono direzionali. Sappiamo che l'Uragano Erin creò effetti di campo vicino a New York City, poiché tutti e tre gli aeroporti locali hanno segnalato dei tuoni.
Il capitolo precedente ha trattato gli effetti di campo. Nel presente capitolo vengono esaminati i dati dei magnetometri, e sappiamo chiaramente che gli effetti di campo e il magnetismo possono interagire. Ciò ci porta a porci delle domande sulle condizioni meteorologiche nella zona di New York al momento delle catastrofi. Tali domande riguardano la pressione dell'aria (a livello del mare), il punto di rugiada [temperatura alla quale condenserebbe il vapore acqueo presente nell'aria con una data temperatura e pressione] e l'umidità relativa. Tali parametri sono mostrati in fig.12a nella stessa scala temporale dei dati dei magnetometri di fig.12b.
I dati utilizzati da Dr. Wood sono stati registrati dal Geographical Institute Magnetometer Array (GIMA) dell'Università dell'Alaska, un'istituzione che gestisce diversi siti con magnetometri situati in località dell'Alaska e del Canada occidentale. Sei stazioni furono attive e registrarono dati durante il periodo intorno all'11 settembre 2001. Di seguito viene mostrato un esempio di un tracciato delle loro registrazioni.
I valori misurati dai magnetometri provenienti dalle sei diverse stazioni di ricerca nel nord dell'Alaska rivelano variazioni anomale nel campo magnetico terrestre nei momenti esatti in cui gli eventi chiave si stavano svolgendo a New York City l'11/9. La fig.1 mostra le deviazioni dai valori medi su un periodo di quattro giorni.
Fig.1 - Fluttuazioni del campo magnetico terrestre nella direzione del nord magnetico,
(Componente Orizzontale (H) delle 6 stazioni: direzione Nord/Sud) dalle 8 PM del 08/09/01 alle 8 PM del 12/09/01 (4 giorni). [Fonte dati: Data Chart for 2001. Oggi, i dati in vari formati si possono reperire qui University of Alaska Archivio mentre è anche possibile visualizzare i grafici delle varie stazioni per le tre componenti del campo magnetico H, D, e Z, visibili anche nelle immagini che seguiranno.
Le linee verticali colorate corrispondondono ai 5 eventi principali: blu scura: buco al WTC 1; rossa: buco al WTC 2; rosa: distruzione WTC 2; azzurra: distruzione WTC 1; verde: distruzione WTC 7].
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Immediatamente prima del primo evento, al WTC 1, le letture dei magnetometri iniziarono a fluttuare dalla media. Tali fluttuazioni aumentarono e, in concomitanza con ogni evento distruttivo da quel momento in poi [formazione del buco al WTC 2, distruzione del WTC 2, del WTC 1 e del WTC 7], i valori si spostarono drasticamente verso l'alto o il basso. In tutti i casi, le fluttuazioni delle letture dei magnetometri furono significativamente diverse dalla norma, specialmente per quanto riguarda le tempistiche [ossia, le coincidenze temporali].
Sebbene i dati sembrino chiaramente correlati agli eventi del giorno, l'importanza di queste fluttuazioni non è stata ancora completamente portata alla luce e senza dubbio merita ulteriori ricerche. Di per sé, le fluttuazioni nelle letture dei magnetometri non sono insolite. Tuttavia le tempistiche, l'ampiezza e il rapporto tra queste fluttuazioni sono insolite. In effetti, le tempistiche di queste fluttuazioni anomale sono decisamente sconcertanti.
In fig.2 viene mostrata una panoramica dettagliata della durata di 14 ore che circonda gli eventi dell'11/9.
Circa venti minuti prima che sul WTC 1 si formò il buco, le letture del magnetometro iniziarono a divergere dai loro valori medi. Come mostrato nella legenda degli eventi della fig.2, la linea blu verticale corrisponde esattamente al momento in cui sulla Torre Nord si formò il buco. Il prossimo evento, alle 9:03, mostrato in rosso, corrisponde all'istante in cui sulla Torre Sud si formò il buco. In seguito alle 9:59 AM, la Torre Sud venne distrutta nel momento indicato dalla linea arancione. Il WTC 1 venne distrutto al momento indicato dalla linea azzurra. Più tardi quella giornata, alle 5:21 PM, il WTC 7 fu distrutto nell'istante indicato dalla linea verde.
L'osservatore attento avrà notato che circa venti minuti prima che sulla Torre Nord si formò il buco, i grafici mostrano un andamento in diminuzione prima di invertirsi bruscamente verso l'alto. Continuano a crescere fino alle 9:03 AM. Dopodiché si livellano quando sulla Torre Sud si formò il buco. (La latitudine e la longitudine di ciascuna stazione di registrazione è riportata in tabella 1).
Tabella 1 - L'orario di ciascun evento. [Gli orari ufficiali provengono dal Lamont-Doherty Earth Observatory Fact Sheet, dal National Institute of Standards and Technology (NIST) NCSTAR1 pag.87 e 88 di 302 del pdf] e dal 9/11 Commission Report. I dati sismici e relative durate provengono dal Lamont-Doherty Earth Observatory]. |
Fig.3 - Posizioni delle stazioni di registrazione. |
Tutti e sei i tracciati dei magnetometri diminuirono e poi invertirono la direzione proprio nel momento in cui sul WTC 1 si formò buco. I dati disponibili dei magnetometri sono stati registrati ogni 60 secondi. Pertanto, non è possibile determinare se i valori si invertono nel momento esatto dell'evento al WTC. Inoltre, l'ora esatta in cui è stato colpito il WTC 1 non risulta ben definita. Gli orari riportati da tre fonti governative distinte sono leggermente diversi. Il Lamont-Doherty Earth Observatory ha riferito le 8:46:26 AM [Fonte: Fact Sheet], il National Institute of Standards and Technology (NIST) ha riferito le 8:46:30 AM [Fonte: NCSTAR1 pag.87 di 302 del pdf] e la 9/11 Commission le 8:46:40 AM [Fonte: 9/11 Commission Report].
Andrew Johnson: il campo magnetico terrestre è impazzito quel giorno. Video con sottotitoli in italiano.
I dati dei magnetometri provenienti dalle sei postazioni in Alaska (fig.4) sono riportati in fig.6 nelle tre componenti: intensità orizzontale (H), declinazione geomagnetica (D) e componente verticale (Z). I grafici coprono un periodo di 14 ore.
In tutti i tracciati dei magnetometri qui mostrati, la griglia verticale è in nano-Tesla e la scala orizzontale rappresenta la "eastern daylight-savings time" (EDT). Nella legenda di ciascun grafico viene fornito il valore medio (in nano-Tesla) che è stato sottratto da ciascun set di dati. Questo valore è il valore medio di ciascuna componente, per ogni stazione. La deviazione magnetica (componente D) visualizzata per ciascun set [di dati] è stata calcolata con il valore medio fornito dal GIMA. La componente H (deviazioni verso il basso) indica che il campo locale ha subito una flessione verso sud. Le flessioni della componente D sono deviazioni magnetiche verso ovest poiché la testa del magnetometro viene orientata con le coordinate magnetiche, non quelle geografiche. La componente Z è la componente verticale del campo magnetico.
Fig.5 - Elementi del campo magnetico. |
Gli elementi del campo magnetico
X - Componente (nel piano orizzontale) diretta verso il Nord geografico
Y - Componente (nel piano orizzontale) diretta verso l’Est geografico
Z - Componente Verticale (positiva se è diretta verso l’interno della Terra)
H - Componente Orizzontale Totale (o Intensità Orizzontale Totale)
F - Intensità Totale del campo
D - Declinazione Magnetica (ovvero, l'angolo tra il nord magnetico e il nord geografico)
I - Inclinazione Magnetica
Nel tempo intercorso tra la distruzione del WTC 1 e del WTC 2, i valori, specialmente in direzione verticale (Z), in fig.6c, hanno iniziato a "vagare lontano da casa" [ad allontanarsi notevolmente dalla media]. Il preciso momento in cui il WTC 1 ha fatto "puff" sembrava coincidere con l'avvio di un evento geomagnetico significativo, che si è placato gradualmente quasi nello stesso momento in cui il WTC 7 ha fatto "puff". Successivamente, tutti e sei i valori sembravano risuonare insieme alla stessa frequenza (un tipo di risonanza magnetica), ma con ampiezze leggermente diverse. Questo comportamento dei valori elettromagnetici risulta più evidente in fig.6a.
Nel periodo intercorso tra la distruzione del WTC 1 e del WTC 7, si stavano verificando alcuni strani eventi magnetici. In fig.6b si può vedere che la declinazione (D) stava variando in un ampio intervallo. La declinazione geomagnetica è l'angolo tra il nord magnetico e il nord geografico. In altre parole, se ci trovassimo in una di quelle stazioni geomagnetiche con una bussola, avremmo visto l'ago oscillare selvaggiamente.
Molti di noi ricordano di aver tenuto in mano una bussola per la prima volta e di aver sperimentato con essa. Tenendo la bussola e spostandola, il quadrante vacillerà e non si manterrà fisso. Tuttavia, se posiamo la bussola su una roccia, possiamo aspettarci di vedere l'ago rallentare rapidamente e mantenere una direzione stabile. I dati in fig.6b indicano che se avessimo avuto una bussola posizionata su una roccia a Kaktovik l'11/9, l'ago non sarebbe rimasto puntato nella stessa direzione.
[Naturalmente i magnetometri dell'Università dell'Alaska non furono gli unici strumenti che registrarono il campo magnetico terrestre quel giorno. Per esempio, sul sito dell'International Monitor for Auroral Geomagnetic Effects (IMAGE), organizzazione costituita da 41 stazioni magnetometriche gestite da 8 istituti di ricerca in Finlandia, Germania, Norvegia, Polonia, Russia e Svezia, è possible consultare i grafici delle 3 componenti X, Y, e Z del campo magnetico terrestre, oltre a scaricare i dati grezzi in vari formati. Scegliendo le 5 stazioni magnetometriche più vicine al nord magnetico, è possibile visionare i grafici per le 3 componenti X, Y e Z dalle 10:00 AM alle 24:00 PM UTC (stesso arco temporale delle fig.6) l'11/9 e confrontarli qualitativamente con le fig.6, considerando che la scala delle ordinate è diversa e le componenti del campo non sono le stesse (H, D, Z e non X, Y, Z). E' facile costatare che anche queste stazioni magnetometriche in Islanda hanno registrato delle anomalie notevoli e simili a quelle registrate dai magnetometri in Alaska.]
Le 5 stazioni magnetometriche in Islanda e dintorni utilizzate per i grafici seguenti. Immagine non presente sul Libro, |
La declinazione geomagnetica è l'angolo tra il nord magnetico e il nord geografico. Con riferimento alle fig.6, il tracciato dati verde di Kaktovik mostra le fluttuazioni più drastiche tra le sei stazioni di registrazione, mentre il tracciato arancione relativo all'Arctic Village mostra fluttuazioni quasi della stessa ampiezza. La sensibilità di queste stazioni sembra essere correlata alla loro vicinanza al polo nord magnetico. Kaktovik è il più vicino al polo nord magnetico e l'Arctic Village è secondo per vicinanza. CIGO e Poker Flat si trovano più lontani dal polo nord magnetico e mostrano le escursioni meno significative nei dati.
Fig.7 - Il campo magnetico terrestre. |
Tabella 2 - Posizione geografica dei magnetometri, del nord magnetico e di New York. |
Prendiamo in considerazione un magnete a barra. Le linee di campo di un magnete a barra sono più vicine tra loro ai poli, quindi è lì che potrebbe esserci una maggiore sensibilità ai disturbi del campo magnetico. Kaktovik è a 11.2° N, 32.8° O rispetto al nord magnetico. New York City è a 40.6° N, 36.8° E rispetto al nord magnetico. I punti rossi nella fig.8 indicano dove si troverebbe ciascun luogo, se si pensasse alla Terra come a un magnete a barra, con Kaktovik più vicina ad un polo del magnete a barra rispetto a quanto non lo sia New York.
Fig.8 - La Terra è come un magnete a barra. |
Fig.9 - Poli magnetici. |
Nel 1820, Hans Christian Oersted, uno scienziato danese, scoprì un legame tra elettricità e magnetismo quando riscontrò accidentalmente che un ago magnetizzato di una bussola si riallineava se posto nelle vicinanze di un filo che trasporta corrente. Cioè, Oersted scoprì che i campi elettrici e i campi magnetici interagiscono.
Gli schemi di fig.9 mostrano come punterebbe un ago di una bussola se fosse posizionato in varie posizioni su un piano perpendicolare a un conduttore che trasporta elettroni.
La Terra è circondata da un campo magnetico che è stato disturbato l'11/9 proprio nel momento in cui si sono verificati gli eventi distruttivi nella città di New York. Gli effetti di campo non derivano necessariamente da una sorgente puntuale ma invece sono direzionali. Sappiamo che l'Uragano Erin creò effetti di campo vicino a New York City, poiché tutti e tre gli aeroporti locali hanno segnalato dei tuoni.
Il capitolo precedente ha trattato gli effetti di campo. Nel presente capitolo vengono esaminati i dati dei magnetometri, e sappiamo chiaramente che gli effetti di campo e il magnetismo possono interagire. Ciò ci porta a porci delle domande sulle condizioni meteorologiche nella zona di New York al momento delle catastrofi. Tali domande riguardano la pressione dell'aria (a livello del mare), il punto di rugiada [temperatura alla quale condenserebbe il vapore acqueo presente nell'aria con una data temperatura e pressione] e l'umidità relativa. Tali parametri sono mostrati in fig.12a nella stessa scala temporale dei dati dei magnetometri di fig.12b.
Fig.11 - Tracciato dell'Uragano Erin con latitudine e longitudine in coordinate cartesiane. [Fonte dati: Tropical Cyclone Report Uragano Erin]. |
B. Cambiamenti Atmosferici
Come osservato nel capitolo precedente, ci si aspettava che un fronte freddo proveniente da ovest facesse svoltare l'uragano Erin verso nord, sebbene la tempistica di tale svolta non fosse nota. Come avvenne, il fronte freddo arrivò a New York City la mattina dell'11 settembre. La Fig.12 mostra la pressione dell'aria a livello del mare, il punto di rugiada e l'umidità relativa registrate all'aeroporto JFK per oltre trentasei ore a partire dalle 8:00 AM l'11/09/01.
Durante una giornata tipica, possiamo aspettarci che la temperatura aumenti durante le ore diurne e diminuisca durante le ore notturne, con fluttuazioni. Se il contenuto di umidità nell'aria rimane costante quando la temperatura aumenta, l'umidità relativa diminuisce, poiché l'aria più calda può trattenere più umidità.
Stranamente, tuttavia, poco prima delle 7:00 AM dell'11/9, l'umidità relativa (rosa) iniziò improvvisamente un declino lineare che si concluse alle 11:30 AM. Di rado si assiste ad un cambiamento nel tempo lineare, con inizio e fine improvvisi, ma questa volta c'è stato. L'umidità relativa (rosa) passò dal 80% al 40%, in modo lineare, con una pendenza verso il basso di circa il 9% (umidità relativa) all'ora. Il punto di rugiada (blu scuro) rimase abbastanza costante fino alle 8:00 PM dell'10/9, quando iniziò un graduale andamento in diminuzione per 24 ore, scendendo da 73°F [23°C] a 53°F [12°C].
La mattina dell'11/9, nello stesso frangente in cui l'umidità relativa diminuiva linearmente, il punto di rugiada diminuiva da 58°F [14°C] a 52°F [11°C], indicando che una massa d'aria più fresca e asciutta si era spostata nella zona. I fronti freddi sono generalmente associati a sistemi ad alta pressione. La fig.12 mostra la pressione dell'aria a livello del mare (blu chiaro) che aumenta per circa 12 ore con la pressione massima alle 10:00 AM dell'11/9, esattamente il momento in cui il WTC 2 ha fatto "puff". Quindi, come indicato dai dati atmosferici, il fronte freddo ad alta pressione proveniente da ovest arrivò all'aeroporto JFK da ovest proprio mentre l'Uragano Erin arrivò da est.
Come discusso nel capitolo precedente, Tom Sater, il meteorologo della FOX5, ha raccontato ai telespettatori del fronte freddo ad alta pressione che si stava spostando in zona. Ha sottolineato la forza di questo sistema meteorologico affermando: "Questo è un vero fronte freddo, gente", mentre delineava il fronte sulla cartina meteorologica (vedere la fig.4 del Capitolo 18). Ha anche riferito ai telespettatori che l'umidità era scesa al 73% dal 88% registrato all'inizio di quella mattina. Cioè, entro le 8:33 - 8:34 AM, orario in cui il bollettino meteorologico della FOX5 andò in onda nell'area di Washington, DC, l'umidità era scesa più o meno della stessa quantità all'aeroporto JFK. (Ipotizzando lo stesso tasso di decrescita, il calo dal 88% al 73% avrebbe richiesto circa un'ora e 40 minuti.)
Dunque secondo tutte le indicazioni, il fronte freddo ad alta pressione si era effettivamente spostato nella zona proprio mentre l'Uragano Erin ci arrivò. Da un esame attento della fig.12, possiamo costatare che la pressione atmosferica all'aeroporto JFK era in costante aumento - per un periodo di quindici o sedici ore - raggiungendo il suo picco quasi esattamente alle 10:00 AM dell'11/9. E precisamente in quel momento, sorprendentemente, iniziò una brusca e immediata svolta verso il basso. Se soltanto un sistema ad alta pressione fosse transitato attraverso la zona, la pressione atmosferica sarebbe rimasta elevata per un lungo periodo di tempo. Ma in questo caso, immediatamente dopo le 10:00 AM, la pressione iniziò a diminuire ancora più velocemente di quanto non fosse aumentata in precedenza, di fatto scendendo in sole sei ore della stessa quantità che nelle sedici ore precedenti era aumentata. Un declino così drastico rivela la presenza di un potente sistema di bassa pressione nelle vicinanze. In termini meteorologici, suggerisce una specie di "duello fino alla morte" tra l'immensa regione di alta pressione estesa a livello continentale proveniente da ovest da una parte e, dall'altra, l'Uragano Erin, una regione estremamente vicina e di bassissima pressione appena più ad est.
Durante una giornata tipica, possiamo aspettarci che la temperatura aumenti durante le ore diurne e diminuisca durante le ore notturne, con fluttuazioni. Se il contenuto di umidità nell'aria rimane costante quando la temperatura aumenta, l'umidità relativa diminuisce, poiché l'aria più calda può trattenere più umidità.
Stranamente, tuttavia, poco prima delle 7:00 AM dell'11/9, l'umidità relativa (rosa) iniziò improvvisamente un declino lineare che si concluse alle 11:30 AM. Di rado si assiste ad un cambiamento nel tempo lineare, con inizio e fine improvvisi, ma questa volta c'è stato. L'umidità relativa (rosa) passò dal 80% al 40%, in modo lineare, con una pendenza verso il basso di circa il 9% (umidità relativa) all'ora. Il punto di rugiada (blu scuro) rimase abbastanza costante fino alle 8:00 PM dell'10/9, quando iniziò un graduale andamento in diminuzione per 24 ore, scendendo da 73°F [23°C] a 53°F [12°C].
Fig.12 - (a) Pressione dell'aria a livello del mare, Punto di Rugiada, Umidità Relativa, dalle 8:00 AM del 10/09/01 alle 8:00 PM del 11/09/01 (36 ore), Aeroporto JFK [Fonte: Dati JFK]; (b) Fluttuazioni del campo magnetico terrestre nella direzione del nord magnetico (Componente H: Nord/Sud), dalle 8:00 AM del 10/09/01 alle 8:00 PM del 11/09/01 (36 ore). [Linea verticale blu scura: buco al WTC 1; rossa: buco al WTC 2; rosa: distruzione WTC 2; azzurra: distruzione WTC 1; verde: distruzione WTC 7]. |
Come discusso nel capitolo precedente, Tom Sater, il meteorologo della FOX5, ha raccontato ai telespettatori del fronte freddo ad alta pressione che si stava spostando in zona. Ha sottolineato la forza di questo sistema meteorologico affermando: "Questo è un vero fronte freddo, gente", mentre delineava il fronte sulla cartina meteorologica (vedere la fig.4 del Capitolo 18). Ha anche riferito ai telespettatori che l'umidità era scesa al 73% dal 88% registrato all'inizio di quella mattina. Cioè, entro le 8:33 - 8:34 AM, orario in cui il bollettino meteorologico della FOX5 andò in onda nell'area di Washington, DC, l'umidità era scesa più o meno della stessa quantità all'aeroporto JFK. (Ipotizzando lo stesso tasso di decrescita, il calo dal 88% al 73% avrebbe richiesto circa un'ora e 40 minuti.)
Dunque secondo tutte le indicazioni, il fronte freddo ad alta pressione si era effettivamente spostato nella zona proprio mentre l'Uragano Erin ci arrivò. Da un esame attento della fig.12, possiamo costatare che la pressione atmosferica all'aeroporto JFK era in costante aumento - per un periodo di quindici o sedici ore - raggiungendo il suo picco quasi esattamente alle 10:00 AM dell'11/9. E precisamente in quel momento, sorprendentemente, iniziò una brusca e immediata svolta verso il basso. Se soltanto un sistema ad alta pressione fosse transitato attraverso la zona, la pressione atmosferica sarebbe rimasta elevata per un lungo periodo di tempo. Ma in questo caso, immediatamente dopo le 10:00 AM, la pressione iniziò a diminuire ancora più velocemente di quanto non fosse aumentata in precedenza, di fatto scendendo in sole sei ore della stessa quantità che nelle sedici ore precedenti era aumentata. Un declino così drastico rivela la presenza di un potente sistema di bassa pressione nelle vicinanze. In termini meteorologici, suggerisce una specie di "duello fino alla morte" tra l'immensa regione di alta pressione estesa a livello continentale proveniente da ovest da una parte e, dall'altra, l'Uragano Erin, una regione estremamente vicina e di bassissima pressione appena più ad est.
Dr. Wood esamina i 5 eventi principali del 11/09 in relazione ai dati del campo magnetico terrestre. Sottotitoli in italiano.
C. Meteo Spaziale
Un'altra causa di fluttuazioni nel campo magnetico terrestre possono essere le tempeste solari. Tuttavia, non si sono registrate tempeste solari o altri eventi meteorologici spaziali significativi nei giorni precedenti l'11/09/01 [Fonte: GOES-10]. Il campo magnetico terrestre, misurato dal satellite GEOS-10, è rappresentato in unità nano-Tesla (nT) in fig.13. La scala orizzontale è il Tempo Universale [Universal Time (UT)], ma è stata aggiunta l'Eastern Standard Time (EDT) insieme alle linee verticali che segnano gli eventi dell'11/9.
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D. Effetti di Campo?
I "fumi" esaminati in precedenza potrebbero non essere indicazioni della presenza di un campo magnetico. Tuttavia sono un'indicazione della presenza di un qualche tipo di effetto di campo. Le evidenze di tale presenza ci vengono fornite dalla direzione generale del vento l'11/09/01. Il vento quel giorno soffiava da nord-nord-ovest a una media di 9 mph [~15 km/h]. Eppure alcune immagini mostrano i fumi che scorrono vigorosamente direttamente ad est o addirittura ad est-nord-est rispetto alle Torri del World Trade Center.
Appare piuttosto straordinario che i fumi - con ciò intendendo ciò che Dr. Wood ha definito "schiumare" - siano emersi da un solo lato degli edifici, e anche in modo abbastanza uniforme su tutta la facciata di quel lato. Questo fenomeno si può vedere in fig.14, una fotografia scattata nel pomeriggio dell'11/9. Un'immagine ingrandita è visibile in fig.17. L'immagine mostra la facciata ovest del WTC 7. A metà dell'edificio, c'è una regione annerita che riveste due piani. Al di sopra di questa regione, i fumi emergono dall'edificio viaggiando a circa 45 gradi verso l'alto. Al di sotto di questa regione, i fumi sembrano emergere a circa 45 gradi verso il basso. Intorno alla regione annerita, i fumi sembrano emergere radialmente.
Nella fig.15, i fumi provenienti dal WTC 7 fuoriescono con uno schema invertito. Al di sotto della regione annerita i fumi sembrano inclinarsi verso l'alto. Sopra la regione annerita i fumi sembrano fuoriuscire verso il basso. All'altezza della regione annerita i fumi fuoriescono in maniera rettilinea dall'edificio.
I fumi uscirono dal WTC 7 per circa 7 ore (dalle 10:29 AM alle 17:20 PM). Per la maggior parte di questo tempo, i fumi fuoriuscirono soltanto dalla facciata sud dell'edificio, ma da quella facciata si riversarono densamente e in modo uniforme, da tutta la facciata, da cima a fondo. Circa 90 minuti prima che l'edificio smise di rimanere in piedi, i fumi fuoriuscirono anche dall'intera facciata est, ancora una volta in modo uniforme. La facciata est fumante è visibile in fig.16.
La fig.16 è un fotogramma tratto da un video girato vicino all'angolo tra West Broadway e Barclay Street tra le 3:53 PM e le 4:02 PM, e mostra il versante est della facciata nord del WTC 7. In base alle regioni scolorite, sembrerebbe che i fumi siano fuoriusciti anche dalla facciata nord ad un certo punto, ma non sembra che lo abbiano fatto allungo.
È sorprendente che in fig.16 non fuoriescano fumi dalla facciata nord dai piani 12 e 13, anche se è possibile vedere un bagliore all'interno dei piani in cui mancano le finestre. È come se i fumi stessero aspettando in un ingorgo stradale per uscire attraverso la facciata est invece di fluire liberamente dalla facciata nord. Se l'edificio è in preda ad un incendio furioso, e poiché sappiamo che il fuoco ha bisogno di ossigeno, il fuoco avrebbe dovuto essere alimentato dalle finestre aperte. Ci aspetteremmo di vedere le fiamme avvolgersi all'esterno delle finestre rotte sulla facciata nord, il percorso di minor resistenza. Quel giorno c'era una leggera leggera brezza proveniente da nord-ovest. Pertanto, la forza e la direzione dei fumi che fuoriescono dall'edificio non sembrano correlati alla brezza di 9 mph [~15 km/h] da nord-nord-ovest.
Cosa possiamo concludere dai fumi che sembrano sfidare le correnti ventose fuoriuscendo dalla facciata di un edificio in direzione più o meno controcorrente? Cosa possiamo concludere dai fumi che si muovono verso l'alto e verso il basso? Questi fenomeni possono essere indizi della presenza di forti campi magnetici, campi elettrostatici o anche qualche altro tipo di campo. E' possibile che i fumi rispondano alle diverse polarità - nord e sud - dei potenti campi, di qualunque tipo fossero, che erano in gioco l'11/9.
Appare piuttosto straordinario che i fumi - con ciò intendendo ciò che Dr. Wood ha definito "schiumare" - siano emersi da un solo lato degli edifici, e anche in modo abbastanza uniforme su tutta la facciata di quel lato. Questo fenomeno si può vedere in fig.14, una fotografia scattata nel pomeriggio dell'11/9. Un'immagine ingrandita è visibile in fig.17. L'immagine mostra la facciata ovest del WTC 7. A metà dell'edificio, c'è una regione annerita che riveste due piani. Al di sopra di questa regione, i fumi emergono dall'edificio viaggiando a circa 45 gradi verso l'alto. Al di sotto di questa regione, i fumi sembrano emergere a circa 45 gradi verso il basso. Intorno alla regione annerita, i fumi sembrano emergere radialmente.
Fig.15 - (11/09/01) Il WTC 7 sta "schiumando". |
Nella fig.15, i fumi provenienti dal WTC 7 fuoriescono con uno schema invertito. Al di sotto della regione annerita i fumi sembrano inclinarsi verso l'alto. Sopra la regione annerita i fumi sembrano fuoriuscire verso il basso. All'altezza della regione annerita i fumi fuoriescono in maniera rettilinea dall'edificio.
I fumi uscirono dal WTC 7 per circa 7 ore (dalle 10:29 AM alle 17:20 PM). Per la maggior parte di questo tempo, i fumi fuoriuscirono soltanto dalla facciata sud dell'edificio, ma da quella facciata si riversarono densamente e in modo uniforme, da tutta la facciata, da cima a fondo. Circa 90 minuti prima che l'edificio smise di rimanere in piedi, i fumi fuoriuscirono anche dall'intera facciata est, ancora una volta in modo uniforme. La facciata est fumante è visibile in fig.16.
La fig.16 è un fotogramma tratto da un video girato vicino all'angolo tra West Broadway e Barclay Street tra le 3:53 PM e le 4:02 PM, e mostra il versante est della facciata nord del WTC 7. In base alle regioni scolorite, sembrerebbe che i fumi siano fuoriusciti anche dalla facciata nord ad un certo punto, ma non sembra che lo abbiano fatto allungo.
Fig.16 - Fumi provenienti dalla facciata est del WTC 7, 3:53 PM - 4:02 PM. |
È sorprendente che in fig.16 non fuoriescano fumi dalla facciata nord dai piani 12 e 13, anche se è possibile vedere un bagliore all'interno dei piani in cui mancano le finestre. È come se i fumi stessero aspettando in un ingorgo stradale per uscire attraverso la facciata est invece di fluire liberamente dalla facciata nord. Se l'edificio è in preda ad un incendio furioso, e poiché sappiamo che il fuoco ha bisogno di ossigeno, il fuoco avrebbe dovuto essere alimentato dalle finestre aperte. Ci aspetteremmo di vedere le fiamme avvolgersi all'esterno delle finestre rotte sulla facciata nord, il percorso di minor resistenza. Quel giorno c'era una leggera leggera brezza proveniente da nord-ovest. Pertanto, la forza e la direzione dei fumi che fuoriescono dall'edificio non sembrano correlati alla brezza di 9 mph [~15 km/h] da nord-nord-ovest.
Fig.17 - (11/09/01) Il WTC 7 sta "schiumando". Notare il movimento verso l'alto e verso il basso dei fumi identificati in fig.14. |
Fig.18 - Linee di campo generate da campi magnetici ed elettrostatici.
(a) Linee del campo magnetico B; (b) Linee del campo elettrostatico E.
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Cosa possiamo concludere dai fumi che sembrano sfidare le correnti ventose fuoriuscendo dalla facciata di un edificio in direzione più o meno controcorrente? Cosa possiamo concludere dai fumi che si muovono verso l'alto e verso il basso? Questi fenomeni possono essere indizi della presenza di forti campi magnetici, campi elettrostatici o anche qualche altro tipo di campo. E' possibile che i fumi rispondano alle diverse polarità - nord e sud - dei potenti campi, di qualunque tipo fossero, che erano in gioco l'11/9.